
Enrico Mattei creò un "unicum", ovvero l' ENI.
Grazie all' ENI l'Italia potè diventare una potenza economica.
Mattei si mise contro tutti. Creò il più efficace ed efficiente "servizio segreto" a vocazione economica, anticipando i francesi che si vantano (loro) di aver dato vita in Occidente all' intelligence economica.
Mattei fu "eliminato". Per poterlo fare chi lo realizzò potè contare sulle "quinte colonne" nostrane.
Quindi arriviamo alla "riconoscenza".
Basta agli inutili teatrini di convegni a tema, come delle "ragioni postume" vere e proprie offese all'intelligenza. Voler essere "riconoscenti" verso l'opera di Mattei significa continuare sul solco da lui tracciato.
Riprendiamoci ciò che abbiamo perso significando riconquistare l'indipendenza energetica.
Inutile farsi illusioni sul "come ". Non ci regalerà nulla nessuno.
Dobbiamo utilizzare i suoi metodi e non guardare in faccia ad alcuno, perché in questo settore "non abbiamo amici ma solo nemici".
Solo così verremo trattati da "pari" e non da camerieri. E lo dobbiamo fare con gli uomini "giusti". Non farlo, al termine, significherà continuare nelle ipocrisie nazionali di chi si lamenta ma nei fatti o fugge o si vende allo straniero
di Vito Schepisi
Quei suoi stivaletti verdi sporchi di fango … che s’immaginava tutto … e quell’aria da immigrato … per cui c’è chi ci va matto.
Come sono cambiati i tempi da quando nel 1972 si cantava tutti insieme “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni.
Allora dietro “quella maglietta fina, stretta al punto che s’immaginava tutto, e quell’aria da bambina che non gliel'ho detto mai, ma io ci andavo matto”, è cresciuta, sognando, una generazione.
Dietro quel “Piccolo grande amore”, però, c’erano i sogni e le speranze dei giovani italiani, non c’era lo squallore dell’opportunismo, non c’era la sensazione della messinscena, non c’era l’alea dell’imbroglio premeditato.
“Sta Prendendo in giro gli italiani” gli ha detto sulla 7, senza peli sulla lingua e senza la retorica buonista, Alessandro Sallusti a Dimartedì: “lei sta prendendo in giro gli italiani perché ha ricostruito questa storia in una maniera talmente incredibile che o siamo davanti a una vicenda unica, o ci sta prendendo in giro".
Perché sono stati proprio quegli stivaletti verdi, sporchi di fango, prestatigli da un lavoratore della terra (e senza che gli siano stati restituiti) - con cui Abubakar Soumahoro, con il pugno alzato e con sullo sfondo il portone d’ingresso della Camera dei Deputati, s’è fatto fotografare in Piazza Montecitorio - che lo hanno reso quel personaggio incredibile che è venuto fuori.
Una smania di dimostrare d’essere arrivato (benché sia stato solo nominato da un partito che lo ha inserito nelle liste in posizione vincente) come un rappresentante politico del popolo italiano.
Come, però, un parvenu che ostenta la sua presenza, l’On. Soumahoro, sfoggiando nei modi e nel vestire i suoi eccessi, con l’aria densa di sfida, infarcita dalla sicumera di una sua presunta superiorità morale, ha tanto polarizzato l’attenzione dei media, e non solo, da ribaltarsi, da arruffapopolo che s’era fatto strada (politica e sindacale), arringando i braccianti agricoli, immigrati come lui, ma sfruttati, sottopagati e maltrattati, a soggetto da osservare e da capire.
Da sindacalista dei braccianti e dei diseredati a manipolatore, quasi un caporale?
L’esagerata ostentazione non inganna mai, perché nasconde sempre qualcosa, perché serve a stabilire e far notare ciò che nella realtà si vorrebbe dar da vedere, e che invece non c’è.
C’è tutto in una frase che ora resta come la chiave di lettura politica più ovvia di tutta la vicenda (per ora solo politica e mediatica, ma se ci fossero rilevanze giudiziarie non cambierebbero d’una vergola una convinzione che è oramai acquisita in modo bipartisan, nonostante alcuni contorcimenti, a destra e a sinistra):
Non mi dimetto da parlamentare - ha tenuto ad asserire nello Studio della Sette il Deputato (passato, dal Gruppo Verdi-Sinistra, da cui era stato candidato, al Gruppo Misto della Camera per la «mancata solidarietà» dei suoi ex compagni ) - sono stato eletto per una missione, per dare rappresentanza ai diseredati".
Ci sono, però, le inchieste giornalistiche e le indagini avviate dalla magistratura, soffermatesi sui fiumi di soldi (pubblici) incassati dalle cooperative attive nell’accoglienza degli immigrati, amministrate dai familiari di Soumahoro
Dalle indagini sono emerse situazioni finanziarie opache, stipendi non pagati, debiti accumulati, impegni ed oneri fiscali disattesi (persino provvedimenti che avrebbero dovuto impedire ulteriori erogazioni di denaro pubblico).
Sono anche emerse, assieme alle carenze e alla scarsa qualità dei servizi prestati, anche testimonianze dirette su situazioni raccapriccianti ed umanamente intollerabili.
Queste cooperative sono apparse interessate, più che a garantire un servizio dignitoso per l’accoglienza, ad accumulare denaro da impiegare anche all’estero.
L’accoglienza dei migranti, inoltre, era gestita in situazioni di grave degrado: in ambienti angusti e fatiscenti; senza riscaldamento e prive di acqua corrente; senza la somministrazione di cibo sufficiente e senza il pocket money (la paghetta giornaliera di 2,50 Euro).
Quanto emerso invita a riflettere sulla veridicità della missione di “dare rappresentanza ai diseredati”.
Non mancano domande rimaste senza risposta, e fanno riflettere anche le raccolte di fondi che non si sa dove siano andati a finire.
C’è tutto un insieme di cose, tra cui anche i dubbi sulla credibilità che si possa attribuire all’asserzione di non aver mai saputo di cosa accadesse in famiglia, laddove, come per una simil legge del contrappasso alla rovescia, succedeva tutto ciò per cui l’On. Soumahoro asserisce invece di volersi battere.
Se le dimissioni dell’On. Suomahoro dal Parlamento gli sarebbero utili a fugare i dubbi e a ritrovare credibilità per battersi con maggior coerenza, magari col dialogo e la persuasione, senza tante sceneggiate, per la tutela dei “diseredati”, ci sono fondate ragioni per pensare che il neo deputato continuerà sulla strada del “chiagne e fotte”, tipica di tanta commedia popolare italiana di cui s’è giù mostrato fedele assimilatore ed interprete.
di Alessandro Roazzi
C’è’ un paradosso demenziale in politica: i sondaggi magnificano i consensi di Fratelli d’Italia e dei 5Stelle proprio quando da queste forze politiche non giunge alcuna proposta utile su come difendere salari e pensioni da inflazione e fiscal drag, come pure su come trovare percorsi diversi sulla questione dell’energia ed infine su come prepararsi alle strette creditizie figlie delle decisioni improvvide della Bce.
Il nulla viene premiato e questa è la politica che ci e’ rimasta. Il Pd vede allontanarsi Conte e già’ questa è la dimostrazione del vuoto che gli è rimasto sul groppone. Ridicola e’ la sottintesa considerazione di aspettare il Congresso, un partito che sta a fatica al 14% di una opinione pubblica il cui elettorato si riduce come i ghiacciai non lo aspetta nessuno.
Al massimo quando ha finito i suoi riti puo’ sentirsi dire in modo distratto: lei chi è, si presenti… Sul Pd va fatta anche una osservazione: una volta la sinistra era in grado di avanzare proposte in questi frangenti anche frutto di sintonie con il movimento sindacale a sua volta in grado di chiedere alternative di merito.
Oggi questo schema e’ giudicato antidiluviano. Ma cosa lo ha sostituito? Il nulla politico. Se esiste un problema di tenuta salariale si potrebbe tornare a ragionare su strumenti anche a termine di tipo automatico o no? Oppure si potrebbero rafforzare scelte strutturali come puo’ arrivare da una rivisitazione delle politiche contrattuali, non solo legate al cuneo fiscale? Se l’impoverimento delle pensioni e’ un problema si potrebbe riconsiderare la scelta nella manovra o no? Si potrebbe iniziare a separare pezzi di assistenza dalla previdenza o no?
di Emanuela Busetto e Elena Bardelli
Non era lontano il tempo in cui i partiti di centrodestra, ed in maniera più marcata FDI, facevano campagne di sensibilizzazione anti teorie di genere e carriera alias.
Unici favorevoli quelli di sinistra che, pur non vincendo elezioni da anni, governarono patrocinando negli istituti scolastici le aberranti culture.
Il governo cambia ma neppure il fantomatico centro destra a trazione Meloni si impegna,fino ad oggi, a portare ad esaurimento questo tipo di insegnamento che persiste ancora in molte scuole del Paese.
Fatto inconcepibile e per la gravità in cui vengono manipolate le giovani menti e per l'incoerenza del partito a trazione maggiore nel governo.
Le contraddizioni proseguono e raggiungono l'intera Nazione. Nella manovra di bilancio vengono destinati 20 miliardi dei complessivi 35 per mitigare il rincaro energetico.
Si usano soldi pubblici per alleviare un problema sociale. Contemporaneamente però, decade lo sconto sulle accise introdotto dal precedente governo.
Si usano quindi soldi privati per contenere il rincaro dovuto al rialzo dei prezzi di listino degli idrocarburi ed il mancato contenimento delle accise.
Il rialzo del prezzo dell'energia è figlio di una politica d'oltreoceano che ha trovato riscontro "positivo" nella linea estera dragoniana e dalla quale Meloni ed alleati dovevano prendere le distanze. Lo sconto sulle accise riguarda unicamente l'attuale esecutivo: "Non disturberemo chi lavora" è solo all'inizio
Il tranquillo ministro alla difesa, Guido Crosetto, inaspettatamente si è assunto il ruolo di testa d'ariete contro la BCE. Ha criticato la decisione della Lagarde per l'aumento dei tassi ed è intervenuto in riferimento alla decisione della BCE di porre fine all'acquisto di titoli di debito pubblico dei paesi europei.
Si è trattato di due interventi che non hanno conseguito alcun risultato concreto, ma hanno solo messo in allarme i mercati finanziari. L'attacco di Guido Crosetto è apparso ingiustificato e ritardato per quanto riguarda l'attività di acquisto di titoli di debito pubblico e inopportuno quello che ha riguardato l'aumento dei tassi, inteso come misura di lotta all'inflazione.

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