di SERGIO ANSUINI| ROMA
(Seconda parte)
Hildebrand Gurlitt (1895-1956), “ebreo per un quarto” secondo le leggi di Norimberga, nacque in una famiglia di artisti. Il padre era architetto e storico dell’arte, la sorella Cornelia, una affermata pittrice espressionista in contatto con Chagall. Dopo la laurea, nel 1925, Hildebrand divenne primo direttore del Museo Konig Albert di Zwickau in Sassonia. Una delle sue prime mostre fu dell’espressionista Max Pechstein. Nel 1926 affidò la progettazione e decorazione del museo a Bauhaus. Acquistò ed espose opere di Kandinsky, Klee, Kokoschka, Munch, artisti che conosceva personalmente. Nel 1930 andò ad Amburgo dove divenne curatore e direttore generale del Kunstverein (associazione d’arte) fino al 1933 quando fu licenziato insieme ad altri dai nazisti.

(Hildebrand Gurlitt)
Iniziò poi la sua attività di mercante e storico d’arte comprando e vendendo opere. Entrò quindi nell’orbita nazionalsocialista e divenne uno dei quattro mercanti incaricati della vendita dei quadri dell’Arte Degenerata. Acquistò personalmente molte opere in modo legale. Dopo la sconfitta della Francia fu incaricato da Goering, insieme ad altri, di reperire beni artistici per il costituendo Fuhrermuseum che Hitler voleva costruire a Linz. Altre opere entrarono a far parte della collezione personale del Feldmaresciallo ed altre in quella di Gurlitt. Oltre alle opere d’arte per la sua collezione l’incarico lo portò anche ad accumulare un enorme patrimonio.

(Hitler visita la mostra di Arte Degenerata)
Nel 1945 fu arrestato con 115 opere dagli americani che, grazie anche ai suoi ascendenti ebraici lo rilasciarono rendendogli le opere sequestrate in quanto riconosciute di sua proprietà legale.
Nel 1947 riprese la sua attività di mercante e storico d’arte organizzando mostre itineranti anche negli Stati Uniti Nel 1948 venne nominato direttore dell’Associazione d’Arte per la Renania Westfalia. Morì in un incidente d’auto nel 1956. Per il suo impegno nella difesa dell’arte moderna gli fu intestata una strada a Dusseldorf.
Passarono decenni e la memoria di Hildebrand Gurlitt svanì. La sua grande collezione d’arte accumulata in anni di lavoro, ma anche con operazioni opache nella Germania nazista e nella Francia occupata, passò prima alla moglie e poi al figlio.

(Max Beckmann, Zandvoordt Strandcafé – 1934)
Cornelius Gurlitt (1932-2014) fece una vita opaca, sempre custodendo il tesoro lasciatogli in eredità nelle sue case in Germania ed a Salisburgo. Vendette in silenzio qualche opera per il suo mantenimento senza dare nell’occhio. Il 22 Settembre 2010 Cornelius, settantasettenne, mentre tornava in treno dalla Svizzera, dove era andato per prelevare dei denari occorrenti per il suo precario stato di salute, fu fermato per un controllo. Aveva con sé 9.000 euro, al di sotto del limite massimo consentito di 10.000 euro. Accennò alla vendita di un quadro e tutto finì li. Però la macchina burocratica tedesca si era implacabilmente messa in moto. Sospettato dai funzionari di Augusta di evasione fiscale gli fu perquisita la casa e furono trovate 1.406 opere d’arte. La collezione comprendeva opere di Cezanne, Monet, Matisse, Renoir e antichi maestri. Circa 500 opere erano ascrivibili all’Arte Degenerata.

(Cornelius Gurlitt)
Il circo mediatico internazionale insorse contro il “bottino del nazista” esagerandone il valore ed etichettando tutto come razziato agli ebrei e alle nazioni occupate. Fu uno scandalo internazionale che occupò per molto tempo le pagine dei giornali. Cornelius si oppose e ne nacque un contenzioso che lo vide assolto dalle accuse di evasione. Le opere sottratte furono restituite, anche in ragione di una legge che prescriveva dopo 30 anni ogni rivendicazione sulle opere trafugate. Cornelius, vecchio e malato, volle comunque restituire alcune opere trafugate e accettò indagini sulla provenienza. Le opere custodite nella casa di Salisburgo non poterono essere sequestrate dai tedeschi e rimasero nella sua disponibilià.
Nel 2014, rientrò in possesso della sua collezione, morì destinandola con un lascito al Kunstmuseum di Berna. Motivò la decisione per il trattamento ricevuto dai tedeschi. Il museo acquisì le opere con riserva su quelle eventualmente trafugate.

(Due responsabili del Kunst Museum di Berna trasportano un quadro dell’artista tedesco Otto Dix)
PROF. SERGIO ANSUINI| ROMA 17 OTTOBRE 2025
Parigi in Ottobre è bellissima e la seconda edizione di Art Basel Paris che si svolgerà dal 21 al 26 Ottobre 2025 al Grand Palais riempirà la città di cultura ed arte. Non solo sarà presente la Fiera con le sue articolazioni, ma si svolgeranno anche molti eventi legati all’industria culturale francese. Le Case d’Asta non si lasceranno sfuggire l’occasione di una moltitudine di appassionati e collezionisti d’arte provenienti da tutto il mondo e, in concomitanza, batteranno importanti capolavori d’arte.
Al Grand Palais, nell’VIII arrondissement in Avenue Winston Churchill, esporranno 206 Gallerie. Saranno articolate in tre sezioni: Galleries con importanti espositori specializzati in arte moderna e contemporanea, Emergence nel cui ambito sono proposti artisti giovani ed emergenti con presentazioni personali e Promise. In questa sezione saranno presenti solo 9 gallerie che proporranno opere particolari anche antecedenti al 1900.

Sotheby’s il 24 Ottobre alle 14,30 batterà l’asta “Il Surrealismo e la sua eredità” a Parigi. Presenterà 32 opere di Magritte (1898-1967), Delvaux (1897-1967), Picabia (1879-1953), Miro (1893-1983), De Chirico (1888-1978), Dalì (1904-1989) etc.

Lotto 5, Renè Magritte (1898-1967), “La magie noir”, olio su tela, 73 x 54 cm, dipinto nel 1934. Valutazione 5.000.000-7.000.000 euro.
“E’ un atto di magia nera trasformare la carne di una donna in cielo”.
L’incontro con Breton introduce Magritte nel Surrealismo di cui diverrà l’esponente belga più importante. Detto “Le saboteur tranquille” dipinge il reale per mostrare “il mistero indefinibile”.

Lotto 12, Paul Delvaux (1897-1994), “La rose”, olio su tela, 116 x 89,3 cm, dipinto nel 1936. Valutazione 2.000.000- 3.000.000 euro
Affascinato da De Chirico e Magritte nelle opere di questo periodo combina lo spazio metafisico con il distacco ermetico. L’erotismo delle figure femminili è avvolto da atmosfere nelle quali la percezione della realtà è alterata
Nell’asta “Modernitè” sempre il 24 ottobre a Parigi Sotheby’s batterà 44 lotti con opere di Amedeo Modigliani (1884-1920), Joan Mitchell (1925-1992), Roy Lichtenstein (1923 1997), Alighiero Boetti (1940-1994) etc.
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Lotto 116, Amedeo Modigliani, “Elvire en Buste”, olio su tela, 65,2 x 46,5 cm, dipinto nel 1918/1919. Valutazione 5.500.000-7.500.000 euro,
La Casa d’Aste Christie’s, anche lei presente nelle aste parigine di arte moderna e contemporanea il 23 ottobre alle 17 proporrà “Avanguardie tra cui il pensiero italiano”. Nella tornata saranno battuti 59 lotti di artisti, tra cui Pierre Soulages, de Stael (1914-1955), Pomodoro (1926-2025), Chagall (1887-1985), Redon (1840-1916, Renoir (1841-1919), Dubuffet (1901-1985), Giacometti (1901-1966), Fontana (1899-1968) etc.

Lotto 20, Pierre Soulages (1919-2022), olio su tela, 165 x 130 cm, eseguito nel 1960. Valutazione 2.000.000-3.000.000 euro.
Nella settimana verranno battuti da Sotheby’s ad Hong Kong dei lotti interessanti tra cui un orologio Rolex Cronograph Daytona circa 1985 in oro giallo diamanti e zaffiri. Referenza 6270. Di questa referenza sono stati identificati solo 8 esemplari.
La casa d’Aste Ansuini 1860 il 21 Ottobre nella tornata d’asta “Luxury” proporrà una collezione di gioielli proveniente da un’importante famiglia nobile romana. Sempre Ansuini il 23 Ottobre alle ore 16 nell’ambito dell’asta “Vini & distillati” tra le altre proposte metterà all’incanto una bottiglia Romanée Saint-Vivant di Romanée-Conti, considerata tra le migliori cantine del mondo.
