
di Antonio Foccillo
In questi ultimi tempi si sono aperte varie polemiche sullo sciopero generale promosso dalla Cgil e su quando dovrebbe essere fatto. Per questo voglio fare un rapido excursus sulla nascita, sulla dimensione e sulla legittimità dello sciopero.
Lo sciopero è la più importante forma di lotta a disposizione dei lavoratori per dar voce alle loro rivendicazioni. Nacque, anche se vi sono varie tesi e interpretazioni, quando il secolo ‘800 iniziò a convergere verso il secolo ‘900.
Quel periodo è considerato il momento di inizio della consapevolezza di avere diritti da rivendicare sul piano del rapporto di lavoro e per dar sostanza alle rivendicazioni. Si afferma così lo strumento dello sciopero quale elemento da utilizzare in caso di rifiuto da parte del datore di lavoro di riconoscere le istanze dei lavoratori.
In tale epoca denominata rivoluzione industriale, fu usato come mezzo di protesta nei confronti dei datori di lavoro, prima dagli operai dell’industria e in seguito da tutte le categorie di lavoratori, che dovettero affrontare dure lotte per poter manifestare liberamente e rivendicare salari più adeguati e condizioni di lavoro più umane.
Il cammino che ha portato alla conquista di questo diritto non è stato facile e per lungo tempo la risposta alla protesta degli scioperanti è stata la repressione.
Soltanto verso la fine dell’Ottocento, quando i lavoratori hanno fatto ricorso sempre più frequentemente all’astensione dal lavoro per rivendicare i propri diritti si è delineata una certa tolleranza.
In Italia le prime manifestazioni di protesta dei lavoratori per le misere condizioni di vita iniziarono subito dopo l’unificazione del Paese, interessando sia le campagne del Sud sia le fabbriche del Nord.
I conflitti sociali divennero ancora più aspri nei primi anni del XX secolo e più volte sfociarono in scioperi generali. Agli inizi del Novecento, in seguito all’introduzione di riforme tese a migliorare le condizioni di lavoro (orario, tutela delle lavoratrici durante la gravidanza, età minima a 12 anni per l’impiego dei fanciulli), vennero riconosciute anche alcune libertà fondamentali, tra cui il diritto di sciopero, ritenuto uno strumento lecito durante le lotte sindacali.
In Italia lo sciopero era considerato reato nel codice penale sardo del 1859. Solo, nel 1989, con l’emanazione del codice penale Zanardelli non lo fu più, salvo quello violento e anche dopo quel codice penale non fu pienamente riconosciuto fino al 1904, quando la Camera del Lavoro di Milano organizzò uno sciopero generale (di tutte le categorie lavorative) per partecipare a una discussione politica di quel momento.
Con il Codice Rocco del 1930 si ritornò alla repressione dello sciopero considerandolo un delitto contro la pubblica amministrazione per l’interruzione di un pubblico servizio.
Soltanto con l’entrata in vigore della Costituzione lo sciopero è stato riconosciuto come un diritto. Esso è stato inserito all’articolo 40 della Costituzione che rimanda al legislatore ordinario la regolamentazione della libertà di sciopero.
La formula adottata dell’articolo 40 della Costituzione per garantire questa libertà è ampia, piuttosto generica e dato che il legislatore non ha provveduto tempestivamente a disciplinare l’esercizio del diritto di sciopero, di fatto l’ambito e le forme accettabili si sono delineate poco per volta.
Il riconoscimento del diritto di sciopero conferisce al principio di libertà di organizzazione espresso nell’art. 39 Cost. e in particolare all’organizzazione sindacale, un forte strumento di effettività dando allo sciopero il ruolo di strumento giuridico atto a rimuovere la disuguaglianza sociale effettiva che caratterizza la posizione del prestatore nei rapporti con il datore di lavoro.[i]
L’aspetto più importante è che il diritto di sciopero esplica i suoi effetti anche nei rapporti intersoggettivi privati, inibendo al datore di lavoro la possibilità di compiere, nella gestione dei rapporti di lavoro, atti diretti a mortificare l’esercizio di tale diritto.
Lo Statuto dei lavoratori successivamente intervenne e stabilì che alcuni comportamenti (aumentare la busta paga a chi non sciopera o diminuirla agli scioperanti più del salario giornaliero) fossero in contrasto con tale diritto come comportamento antisindacale. Questi atti sono illeciti anche quando lo sciopero è stato vietato dalla precettazione.
Anche su sollecitazione della giurisprudenza costituzionale si svilupparono inoltre negli anni ’80 del secolo scorso, vari tentativi da parte delle maggiori organizzazioni sindacali dei lavoratori di dettare una autodisciplina dell’esercizio del diritto di sciopero nei diversi settori di esercizio di servizi ritenuti essenziali, orientata appunto soprattutto alla garanzia, durante lo sciopero, di un minimo indispensabile nella relativa erogazione; tentativi sostanzialmente falliti per la limitata efficacia soggettiva di tale disciplina, riguardante unicamente il sindacato che l’aveva predisposta e i suoi soli iscritti, con esclusivo riguardo agli scioperi da esso proclamati, lasciando, soprattutto, ai sindacati autonomi la libertà di continuare, dato che essi non avevano aderito all’autoregolamentazione.
Successivamente fu approvata una legge – la 146/90 - per definire le regole dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. La disciplina legislativa dell’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali si è uniformata allo schema operativo delineato dalla giurisprudenza costituzionale, individuando un elenco tassativo di diritti della persona, in ordine ai quali la legge è diretta ad assicurare il contemperamento con l’esercizio del diritto di sciopero, attraverso la disciplina di quest’ultimo nei servizi pubblici deputati ad assicurare il godimento di quei diritti.
La legge, per maggiore chiarezza, contiene anche un elenco, peraltro meramente esemplificativo, dei servizi ritenuti essenziali, raggruppati secondo il diritto della persona al cui soddisfacimento sono preordinati.
A mio giudizio lo sciopero va inquadrato come diritto assoluto della persona. Qualificare lo sciopero come diritto assoluto della persona consente la partecipazione di tutti i lavoratori al dibattito politico, economico e sociale, che certamente non poteva essere circoscritto alla dimensione aziendale. Tale diritto è riconosciuto a tutti i lavoratori subordinati, pubblici e privati, a esclusione degli appartenenti alle forze armate e dei lavoratori della polizia.
Se guardiamo allo sciopero come diritto assoluto della persona condizionato all’esistenza di un contratto di lavoro, ma non necessariamente inerente al datore di lavoro – possiamo giungere a una definizione più comprensiva, più adeguata dello sciopero ammettendo la sua legittimità sia sotto il profilo penale che privatistico anche dello sciopero di solidarietà e di quello diretto a esercitare una pressione sulla pubblica autorità per influenzare i provvedimenti che riguardano le condizioni di lavoro (il cosiddetto sciopero economico-politico).
A questo punto sorge una altra domanda: se è un diritto assoluto della persona può essere limitato da interventi successivi che ne stabiliscono gli ambiti e le regole?
Essendo garantito anche per i dipendenti pubblici dalla Costituzione, per legge si stabilì il contemperamento fra diritto di sciopero e altri diritti costituzionali, ma questo a parer nostro, non può comportare una compressione totale del primo.
Se, allora, lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito, come altri diritti fondamentali delle persone, essi sono tutti uguali e vi è fra i diritti una gerarchia? In quanto se si riconosce il diritto di fare sciopero solo se non si violano altri diritti anch’essi garantiti dalla Costituzione, come avviene nel settore pubblico e nei trasporti, i due diritti non sono sullo stesso piano.
Il problema è di stabilire, quali diritti sono sovra-ordinati o almeno para-ordinati e quali sono sotto-ordinati. Per alcuni di essi, come il diritto alla vita, o all’integrità fisica, non vi sono dubbi: essi sono certamente sovraordinati rispetto al diritto di sciopero. Più dubbia è la posizione di altri diritti, che trovano un riconoscimento diretto o indiretto nella Costituzione, rispetto al diritto di sciopero.
Purtroppo sull’utilizzo dello sciopero e, in particolare, sullo sciopero generale hanno sempre pesato le contrapposizioni fra le anime massimalista e riformista che hanno sempre caratterizzato la lunga marcia del sindacato italiano, e ciò ha prodotto tanti distinguo sul ruolo che dovesse avere nella società e sull’utilizzo degli strumenti di contestazione.
Ad acuire le tensioni fra le componenti hanno pesato anche le diverse valutazioni che di volta in volta venivano fatte sulle lotte, in particolare sull’attribuzione della caratteristica di sciopero politico o meno, sui rapporti con i partiti, in alcuni casi anche sui contenuti delle piattaforme rivendicative e non ultimi gli effetti importati a causa di accadimenti esterni.
Un primo momento di divisione sullo sciopero generale fra le organizzazioni fu la proclamazione dello sciopero generale da parte della maggioranza comunista dell’unico sindacato, dopo l’attentato a Togliatti del 14/7/48, proclamato per lo stesso giorno. Dopo due giorni faticosamente la situazione rientrò anche grazie alle sollecitazioni rivolte dallo stesso Togliatti ai lavoratori che manifestavano. Le divisioni però proseguirono con la nascita di Uil e della Cisl, nel 1950, fuoriuscite dall’unica organizzazione sindacale di allora.
Negli anni successivi la nascita dei cobas e di tante piccole sigle autonome, non avendo accettato di autodeterminarsi cosi come previsto dalle norme, aumentarono di molto il conflitto nel Paese e di fatto spesso le dichiarazioni di sciopero si sovrapponevano. Nonostante gli interventi della Commissione di Garanzia non venivano per niente evitati questi continui scioperi corporativi, con l’esito che le valutazioni della Commissione finivano per valere solo per i sindacati confederali.
In questi anni travagliati di grandi stravolgimenti politici, di riproposizione di un bipolarismo più accentuato e di fronte alle adesioni più da tifosi che da protagonisti oggettivi delle vicende politiche, le organizzazioni confederali si sono divise nella valutazione e nella proclamazione dello sciopero generale. Ci sono stati tanti momenti in cui la Cgil ha proclamato tali scioperi autonomamente, perché non erano condivisi da Cisl e Uil. Le divisioni sono avvenute in particolare sulle valutazioni delle scelte delle politiche economiche e sociali da parte dei governi specialmente di centro destra.
Oggi se non si vuole delegittimare lo sciopero generale si deve riproporre l’obiettivo di costruire una nuova unità d’azione fra le tre confederazioni. Si tratta di costruire percorsi di democrazia chiari e nuovi per valutare quando utilizzare questo estremo strumento, perché voglio ricordare che il ruolo del sindacato e di fare accordi a prescindere da chi governa e non di proclamare sciopero. Bisogna evitare, di fonte alla proclamazione dello sciopero, che non solo l’opinione pubblica si ritenga lesa, ma anche che i lavoratori non si sentano partecipi alla decisione.
Si tratta di proseguire un’azione per spiccare un ulteriore salto di qualità in termini di strategia, strumenti di lotta, presenza nell’opinione pubblica di grande respiro, con un’opera di informazione sulle decisioni e di sensibilizzazione sui contenuti e sull’esito dei risultati reali.
[i] P. Calamandrei, Il significato del diritto di sciopero, in Riv. giur. lav, 1952, I, p.221 ss.
La Presidenza del Consiglio ha reso noto che:
Il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 17 ottobre 2025, alle ore 11.29 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028.
Il disegno di legge prevede un intervento di circa 18 miliardi medi annui. La manovra, che non comporta un aumento del disavanzo pubblico, è responsabile e sostenibile, conferma il percorso di risanamento dei conti dello Stato con la priorità verso i redditi più bassi, il lavoro dipendente, il ceto medio, la famiglia, le imprese attraverso misure mirate. Sostiene il potere d’acquisto delle famiglie, rafforza il sistema sanitario e favorisce la competitività delle imprese.
Riduzione della seconda aliquota dell’IRPEF - scaglione tra 28 e 50mila euro - che passa dal 35% al 33%. La riduzione sarà sterilizzata per i redditi superiori a 200.000 euro.
Regime fiscale agevolato sui rinnovi contrattuali, premi di produttività e trattamento accessorio.
Confermata per il 2026 la disciplina in merito al bonus ristrutturazione sulla prima casa al 50%.
Confermata la cosiddetta flat tax al 15 per cento per i redditi da lavoro dipendente o da pensione fino a 35mila euro.
Stanziati nel triennio circa 3,5 miliardi per la famiglia, il contrasto alla povertà e revisione ISEE.
Al fine di favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate si introduce infatti una revisione della disciplina per il calcolo dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza con effetti complessivi annui di quasi 500 milioni di euro.
Finanziati in via permanente per 60 milioni di euro annui i cosiddetti “centri estivi”.
Rifinanziata per gli anni 2026 e 2027 la “Carta dedicata a te”, un contributo di 500 euro per le famiglie con ISEE non superiore a 15.000 euro per l'acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Sterilizzato l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile, a partire dal 2027, per i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose. Per le restanti categorie di lavoratori l'aumento sarà di un solo mese nel 2027 e di due mesi nel 2028.
Previsto l’incremento di 260 euro all’anno per le pensioni dei soggetti in condizioni disagiate.
Per il 2026 rispetto al 2025 è rafforzato il bonus mamme, che passa da 40 a 60 euro mensili a favore delle lavoratrici con almeno due figli e reddito fino a 40.000 euro. Potenziati anche il congedo parentale e il congedo per malattia dei figli minori.
Ai rifinanziamenti previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026, a 5,7 miliardi per il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028, si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi a decorrere dal 2027. Una parte di tali risorse sarà destinata a nuove assunzioni e al miglioramento dei trattamenti in favore del personale sanitario. Al fine di garantire la riduzione delle liste di attesa e il rispetto dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie e per far fronte alla carenza di personale sanitario, nel 2026 si autorizza quindi l’assunzione di personale sanitario.
Ai fini delle imposte sui redditi, le imprese che acquistano beni strumentali nuovi potranno beneficiare della maggiorazione del costo di acquisizione per calcolare ammortamenti e canoni di leasing nella misura del 180% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 100% per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 50% per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro. Nel caso di investimenti green si applica nella misura del 220% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 140% per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 90% per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
La soglia esentasse dei buoni pasto elettronici per i dipendenti passa da 8 euro a 10 euro.
Saranno presenti nel triennio il credito d'imposta per le imprese ubicate nelle zone economiche speciali (ZES) e, nella misura di 100 milioni di euro nel triennio 2026-2028, per le zone logistiche semplificate (ZLS). È prorogata al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione della plastic e sugar tax. Viene rifinanziata anche la misura agevolativa “Nuova Sabatini”.
Confermato il contributo del settore finanziario con il coinvolgimento di banche e assicurazioni. Tra le misure è prevista la proroga del rinvio delle deduzioni relative alle svalutazioni e perdite su crediti, nonché del costo dell’avviamento, connesse alla rilevazione delle imposte differite attive (DTA). Sugli utili accantonati a patrimonio che vengono liberati e distribuiti prevista una imposta agevolata. Modificata aliquota IRAP e confermata parziale deducibilità di perdite ed eccedenze ACE.)
Vengono introdotti interventi di pacificazione fiscale rivolti ai contribuenti per i carichi affidati all’agente della riscossione fino al 31 dicembre 2023. Questi ultimi potranno essere definiti in una unica soluzione oppure pagati in 9 anni, in 54 rate bimestrali uguali. La misura è rivolta ai contribuenti che hanno presentato la dichiarazione ma hanno omesso il pagamento. Vi è la possibilità di aderire alla misura anche per gli enti locali.
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, visti i pareri favorevoli espressi dal Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, ha deliberato la nomina a Consiglieri della stessa Corte, nell’ambito dell’aliquota dei posti riservata al Governo, ai sensi dell’articolo 7, terzo comma, del Regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214 e del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1977, n. 385, del Generale di Corpo d’Armata (Comandante della scuola dell’Arma dei Carabinieri) Giuseppe La Gala, dell’Ammiraglio ispettore capo (CP) – Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto Nicola Carlone e del Generale di Corpo d’Armata della Guardia di finanza Fabrizio Carrarini.
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato undici leggi regionali e ha quindi deliberato di impugnare:
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di non impugnare:
Infine, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di rinunciare in modo totale all’impugnativa della legge della Provincia autonoma di Trento n. 16 del 07/12/2022, recante il “Piano industriale per il miglioramento degli impianti di grande derivazione a scopo idroelettrico: integrazione dell’articolo 26-septies della legge provinciale 6 marzo 1998, n. 4 (Disposizioni in materia di grandi derivazioni a scopo idroelettrico e altre disposizioni connesse)”, in quanto la Provincia ha apportato modifiche alle disposizioni oggetto di impugnativa che consentono di ritenere totalmente superate le censure di illegittimità rilevate.
Quello di Nicolás Maduro, al potere in Venezuela dal 2013 come successore di Hugo Chávez, è spesso descritto come un regime autoritario di stampo socialista (o "bolivariano"), caratterizzato da un progressivo consolidamento del potere, repressione dell'opposizione, crisi economica cronica e controversie internazionali.
Maduro governa attraverso il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) e controlla istituzioni chiave come il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), il Tribunale Supremo di Giustizia e le forze armate.
Maduro, ex autista di autobus e sindacalista, è salito al potere dopo la morte di Chávez nel 2013, vincendo elezioni presidenziali controverse (50,6% contro Henrique Capriles). Nel 2018 è stato rieletto in un voto boicottato dall'opposizione e non riconosciuto dalla comunità internazionale, accusato di brogli. Il suo regime è radicato nel chavismo, un'ideologia populista di sinistra che prometteva redistribuzione della ricchezza petrolifera, ma che ha portato a un collasso economico: iperinflazione (oltre 1.000.000% nel 2018), shortage di cibo e medicine, e un'emigrazione di massa (oltre 7 milioni di venezuelani dal 2015).
Il regime è accusato di corruzione endemica, legami con il narcotraffico (il "Cartello del Sole" all'interno delle forze armate) e violazioni dei diritti umani, tra cui torture e omicidi extragiudiziali.
Organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International documentano migliaia di arresti arbitrari e repressioni di proteste.

Maduro con Papa Francesco
Le elezioni presidenziali del 28 luglio 2024 sono state il punto di svolta. Il CNE, controllato dal regime, ha proclamato Maduro vincitore con il 51,2% dei voti contro il 44,2% di Edmundo González Urrutia (candidato dell'opposizione, sostenuto da María Corina Machado dopo la sua squalifica)
L'opposizione ha pubblicato brogli in oltre l'80% dei seggi, mostrando una vittoria schiacciante di González (67-70%). Non sono stati rilasciati verbali dettagliati, e osservatori internazionali (come la Fondazione Carter) hanno definito il voto "non libero né equo".
Il regime è isolato e repressivo. Machado, leader dell'opposizione, opera in clandestinità e ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace il 10 ottobre 2025 per il suo impegno non violento contro la dittatura. Sondaggi (settembre 2025) indicano che l'80% dei non-chavisti vede il regime indebolito e prevede la caduta di Maduro entro 6 mesi.
La crescita del PIL del 4% prevista per 2025 avviene grazie a prezzi del petrolio alti e accordi con Cina/Russia, ma la povertà colpisce il 90% della popolazione.
Maduro è sostenuto da Russia, Cina, Iran e Cuba, ma isolato dall'Occidente.
Gli USA non lo riconoscono come presidente legittimo, hanno aumentato la taglia su di lui a 50 milioni di dollari (agosto 2025) per narcotraffico e terrorismo, e esteso lo status di protezione temporanea per 600.000 venezuelani.
Il regime è accusato di aver trasformato il Venezuela da "democrazia elettorale" a "autoritarismo egemonico" attraverso frodi, censura e clientelismo militare.
L'opposizione, guidata da Machado, punta su transizione democratica, con speranze in un intervento USA (sotto Trump) o negoziati.
Un importante elemento per capire le dinamiche geopolitiche che attengono al Venezuela è l’alleanza strategica con la Russia. La presenza russa in Venezuela, infatti, rappresenta uno dei pilastri dell'alleanza tra Mosca e Caracas, consolidatasi negli ultimi anni come risposta alle sanzioni occidentali e alle tensioni con gli Stati Uniti.
In un contesto di crescenti frizioni nel Mar dei Caraibi, questa partnership si è intensificata nel 2025, con enfasi su cooperazione militare, economica e diplomatica.
Le relazioni tra Russia e Venezuela risalgono al 1952, ma si sono rafforzate significativamente durante la presidenza di Hugo Chávez a partire dal 2000. Oggi, il Venezuela è il principale alleato russo in America Latina, con Mosca che fornisce supporto politico e materiale al regime di Nicolás Maduro contro le pressioni USA. Nel marzo 2025, i due paesi hanno celebrato l'80º anniversario delle relazioni diplomatiche, con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che ha sottolineato il sostegno reciproco all'ONU, inclusa la difesa delle posizioni russe sulle sanzioni occidentali.
Putin ha lodato Maduro come leader legittimo, invitandolo al summit BRICS+ a Kazan per discutere l'adesione del Venezuela al blocco.
Questa alleanza è vista da Mosca come una "reciprocità simbolica" alla presenza USA in Ucraina: mentre Washington invia armi a Kiev, la Russia rafforza Caracas per destabilizzare l'influenza americana nell'emisfero occidentale.
La componente militare è la più visibile e controversa della presenza russa. Il Venezuela opera una fabbrica di fucili AK-103 Kalashnikov su licenza russa, e le sue forze armate dipendono pesantemente da equipaggiamenti di Mosca, tra cui:
Cacciabombardieri Sukhoi Su-30MK2 (21 unità, di cui un numero operativo incerto a causa di vincoli economici).
Elicotteri d'attacco Mi-35M2 Hind.
Carri armati T-72B1, veicoli blindati BMP-3 e BTR-80A.
Lanciarazzi multipli BM-21 Grad e 9A52 Smerch.
Sistemi antiaerei S-300.
Nel settembre 2025, in risposta al dispiegamento USA di navi da guerra e F-35 in Puerto Rico (per contrastare presunti traffici di droga e gang), il Venezuela ha condotto l'esercitazione "Caribe Soberano 200" sull'isola di La Orchila. Coinvolgendo oltre 2.500 truppe, 12 navi, 22 aerei e 20 imbarcazioni, le manovre hanno messo in mostra Su-30MK2 armati con missili antinave russi Kh-31 "Krypton". Maduro ha mobilitato milioni di miliziani, avvertendo che "nessun impero toccherà il suolo sacro del Venezuela".
La Russia ha una presenza paramilitare limitata, con report su contractors (ex-Wagner) che proteggono infrastrutture chiave, inclusi giacimenti di torio nell'Orinoco Mining Belt. Nel luglio 2025, la nave oceanografica russa Admiral Vladimirsky (della Flotta del Baltico) ha attraccato per la seconda volta a La Guaira, per attività congiunte con la Marina venezuelana, seminari tecnici e mappature sottomarine – attività che, secondo inchieste, potrebbero includere intelligence per sabotaggi.
La Russia inoltre fornisce un "salvataggio" economico al Venezuela, colpito da sanzioni USA. Rosneft ha investito miliardi nel settore petrolifero, con pre-pagamenti per greggio che aiutano Caracas a eludere le restrizioni.
Un nuovo Trattato di Associazione Strategica e Cooperazione è stato approvato dall'Assemblea Nazionale venezuelana il 19 settembre 2025, copre energia, difesa, tecnologia ed economia. Include una commissione per contrastare sanzioni e promuovere un "ordine multipolare". Il vice primo ministro russo Dmitry Chernyshenko e la vice presidente venezuelana Delcy Rodríguez hanno siglato accordi durante una commissione intergovernativa.
Nel settore salute, la Russia ha avviato un centro per malattie tropicali e sorveglianza epidemiologica, con corsi congiunti, ma i progressi sono lenti a causa della guerra in Ucraina.
Questa presenza russa rafforza la "diplomazia dell'orso" di Putin in America Latina, con il Venezuela come piattaforma per influenzare Cuba, Nicaragua e altri. Gli USA vedono ciò come una minaccia: il Pentagono ha dispiegato 4.500 truppe su otto navi nel Caraibi, con operazioni speciali per possibili raid. Analisti temono un'escalation, ma Mosca mantiene un approccio "low-cost, high-reward", usando contractors per evitare confronti diretti.
Il Venezuela possiede le riserve provate di petrolio più grandi al mondo, con oltre 300 miliardi di barili, superando di cinque volte quelle degli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante questo potenziale, l'industria petrolifera del paese è afflitta da crisi croniche: sotto investimenti, infrastrutture obsolete, corruzione e sanzioni internazionali. Sotto Hugo Chávez e Nicolás Maduro, il settore ha subito un declino drammatico: dallo sciopero del 2002-2003 che portò al licenziamento di 18.000 tecnici, alla crisi economica del 2014 e alle sanzioni USA dal 2017. La produzione è crollata da oltre 3 milioni di barili al giorno (bpd) nel 2000 a un minimo di 337.000 bpd nel 2020. Ad agosto 2025, ha raggiunto 1.098.000 bpd, in lieve aumento rispetto a luglio (1.084.000 bpd).
Il Venezuela esporta petrolio principalmente in Cina.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri
ha reso noto che:
Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 8 ottobre 2025, alle ore 18.36 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.
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PROFESSIONI PEDAGOGICHE ED EDUCATIVE
Modifiche alla legge 15 aprile 2024, n. 55, in materia di disciplina delle professioni pedagogiche ed educative (disegno di legge – esame preliminare)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, in esame preliminare e con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce modifiche alla legge 15 aprile 2024, n. 55, in materia di disciplina delle professioni pedagogiche ed educative.
Il testo interviene sulla legge istitutiva dell’ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative per consentire la piena operatività dell’Albo. Definisce chiaramente i titoli di accesso e le mansioni di educatore socio-pedagogico ed educatore dei servizi educativi per l’infanzia (0-3 anni), prevedendo per quest’ultimo l’equiparazione per l’esercizio delle funzioni socio-pedagogiche.
Vengono disciplinati gli ordini su base regionale, gli organi e le procedure per le elezioni e l’azione disciplinare. Con norma transitoria si prevede un percorso formativo integrativo per gli educatori dei servizi per l’infanzia con laurea L-19 e almeno un triennio di esperienza.
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RIFORMA DEL TESTO UNICO DELLA FINANZA
Attuazione della delega di cui all’articolo 19 della legge 5 marzo 2024, n. 21, per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal Testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel Codice civile nonché per la modifica di ulteriori disposizioni vigenti al fine di assicurarne il miglior coordinamento (decreto legislativo – esame preliminare)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della delega di cui all’articolo 19 della legge 5 marzo 2024, n. 21, per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal Testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel Codice civile nonché per la modifica di ulteriori disposizioni vigenti al fine di assicurarne il miglior coordinamento.
Il provvedimento interviene sia sul Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF) sia sulle norme del Codice civile in materia di società di capitali applicabili anche agli emittenti, con l’obiettivo di sostenere la crescita, favorire il risparmio e l’accesso delle imprese al capitale di rischio, aumentare la competitività, semplificare la disciplina degli emittenti e degli intermediari, razionalizzare l’ordinamento dei mercati finanziari.
Si introducono, tra l’altro:
la distinzione tra gestori autorizzati e gestori di fondi di investimento alternativi (FIA) sotto soglia registrati, con l’obiettivo di adeguare gli obblighi di vigilanza e i controlli alla diversa dimensione e natura dei soggetti operanti;
la nuova figura delle società di partenariato, costituite nella forma di società in accomandita per azioni e destinate all’investimento collettivo in operazioni di private equity e venture capital;
l’allineamento della normativa nazionale ai regolamenti europei relativi ai gestori di fondi EuVECA ed EuSEF;
l’inclusione degli enti previdenziali privatizzati tra i clienti professionali di diritto, al fine di semplificare la loro operatività e favorire la canalizzazione degli investimenti verso le imprese;
il riconoscimento, tra i princìpi dell’attività di vigilanza, della promozione dell’educazione finanziaria dei cittadini e dello sviluppo sostenibile delle imprese e dei mercati;
la razionalizzazione delle competenze tra la Banca d’Italia e la Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB) in materia di vigilanza, con attribuzione alla prima della competenza esclusiva sui requisiti dei soci e degli esponenti degli intermediari;
l’introduzione di un regime di semplificazione procedurale e riduzione degli oneri amministrativi per i soggetti vigilati, anche attraverso un rinvio a regolamenti attuativi della Banca d’Italia e della CONSOB;
la revisione delle definizioni di Sicav e Sicaf, società di investimento a capitale variabile e fisso, per comprendere tanto le gestioni interne quanto quelle esterne, assicurando la coerenza con la disciplina antiriciclaggio e tributaria;
modifiche al Codice civile volte a disciplinare in modo autonomo ed esaustivo i tre sistemi alternativi di amministrazione e controllo, assicurando maggiore discrezionalità nella scelta del modello di governance e rafforzando l’attrattività delle società italiane, rendendo i sistemi più facilmente riconoscibili anche da parte degli investitori esteri.
Inoltre, il decreto introduce importanti modifiche alla disciplina dell’appello al pubblico risparmio e della governance degli emittenti:
revisione dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria. Si introduce la soglia unica del 30 per cento di partecipazione (o diritti di voto) come presupposto per l’obbligo di OPA totalitaria, eliminando la soglia precedente per le società diverse dalle piccole e medie imprese (PMI) per una maggiore coerenza con gli ordinamenti europei. Il periodo di riferimento per la determinazione del prezzo minimo dell’offerta obbligatoria viene ridotto da 12 a 6 mesi;
acquisto totalitario su autorizzazione dei soci. Si prevede una nuova procedura che consente all’assemblea straordinaria delle società quotate di deliberare l’acquisto totalitario delle azioni da parte di un soggetto individuato, richiedendo il voto favorevole della maggioranza dei soci presenti in assemblea diversi dal socio acquirente o da chi detenga una partecipazione significativa;
semplificazione degli oneri informativi. Si propone l’abrogazione dell’obbligo di pubblicazione delle informazioni regolamentate sui giornali quotidiani nazionali, eliminando una forma di gold plating per ridurre i costi di quotazione, mantenendo la trasparenza attraverso i canali informatici;
modalità di svolgimento dell’assemblea. Per favorire la funzionalità e fluidità, si promuove il ricorso a modalità alternative alla riunione in presenza, pur garantendo che una minoranza qualificata (1/20 dei diritti di voto) possa richiedere tale modalità;
regime per neo-quotate e PMI. Viene introdotto un regime semplificato (opt-in) che valorizza l’autonomia statutaria per gli emittenti di nuova quotazione e le PMI quotate che non abbiano superato il limite di capitalizzazione di 1 miliardo di euro. Questo regime include semplificazioni per le operazioni con parti correlate sotto una soglia di rilevanza del 10 per cento;
responsabilità del Collegio sindacale. Si esclude la limitazione di responsabilità prevista dal Codice civile per i componenti del Collegio sindacale delle società quotate, al fine di non compromettere l’impegno richiesto nell’applicazione della diligenza professionale.
Infine, per migliorare il rapporto tra Autorità e partecipanti al mercato, si introduce il modello di cooperative compliance, prevedendo la facoltà per gli operatori di porre quesiti alla CONSOB e alla Banca d’Italia per una valutazione preventiva su specifiche situazioni che potrebbero comportare violazioni di disposizioni oggetto della rispettiva vigilanza.
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ATTUAZIONE DI NORME EUROPEE
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti e dei ministri competenti, ha approvato, in esame preliminare, nove decreti legislativi di attuazione di norme europee.
1. Recepimento della direttiva (UE) 2023/1544 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2023, che stabilisce norme armonizzate sulla designazione degli stabilimenti designati e sulla nomina di rappresentanti legali ai fini dell’acquisizione di prove elettroniche nei procedimenti penali (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro della giustizia)
Il provvedimento designa il Ministero della giustizia quale Autorità centrale per l’acquisizione di prove elettroniche (e-evidence) in ambito penale. Inoltre, introduce l’obbligo per i fornitori di servizi (anche se stabiliti all’estero ma attivi in Italia) di nominare un rappresentante legale sul territorio nazionale. Questa figura sarà l’unico punto di contatto per ricevere e dare seguito tempestivamente agli ordini europei di produzione/conservazione di prove elettroniche (OEPPE/OEC), fondamentali per l’efficacia dei procedimenti penali transfrontalieri. Sono previste sanzioni pecuniarie in caso di mancata designazione o inosservanza degli ordini.
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2. Recepimento della direttiva (UE) 2023/2225 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 ottobre 2023, relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 2008/48/CE (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’economia e delle finanze – Ministro delle imprese e del Made in Italy)
Il decreto amplia significativamente la tutela dei consumatori nel settore del credito, estendendo l’applicazione della direttiva ai prestiti d’importo ridotto (sotto i 200 euro) e a quelli elevati (fino a 100.000 euro). Rafforza gli obblighi informativi precontrattuali e la fase di valutazione del merito creditizio, specialmente per i contratti conclusi a distanza. Un elemento cruciale è l’introduzione dell’accesso gratuito a servizi di consulenza sul debito per i consumatori in difficoltà, erogati anche da enti del Terzo Settore.
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3. Attuazione della direttiva 2023/2226/UE del Consiglio, del 17 ottobre 2023, recante modifica della direttiva 2011/16/UE, relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’economia e delle finanze)
Il provvedimento recepisce la direttiva DAC-8, introducendo l’obbligo di comunicazione e lo scambio automatico di dati sulle operazioni in cripto-attività da parte dei gestori, estendendo così l’ambito della cooperazione amministrativa internazionale nel settore fiscale. Amplia inoltre l’oggetto dello scambio d’informazioni ai meccanismi fiscali transfrontalieri che coinvolgono persone fisiche ad alto patrimonio netto. L’obiettivo è rafforzare la lotta all’evasione fiscale, in linea con gli standard internazionali, includendo anche le tasse e imposte non armonizzate.
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4. Recepimento della direttiva (UE) 2024/1619 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2024, che modifica la direttiva 2013/36/UE per quanto riguarda i poteri di vigilanza, le sanzioni, le succursali di paesi terzi e i rischi ambientali, sociali e di governance e adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2024/1623 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2024, che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l’output floor (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’economia e delle finanze)
Il decreto completa la riforma “Basilea 3” a livello europeo, recependo le modifiche ai requisiti di vigilanza (CRD VI) e al regolamento sui requisiti prudenziali (CRR III). La misura principale è l’introduzione dell’output floor, che limita l’utilizzo dei modelli interni da parte delle banche, garantendo una maggiore solidità del capitale. Il provvedimento estende i poteri di vigilanza, includendo la valutazione dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) e la disciplina delle succursali di Paesi terzi.
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5. Attuazione della direttiva (UE) 2024/884 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 marzo 2024 che modifica la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche - RAEE (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica)
Il provvedimento attua modifiche alla normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), in particolare per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici (PV). Il decreto chiarisce che l’onere finanziario per la gestione del fine vita è a carico dei produttori per i PV immessi sul mercato a partire dal 13 agosto 2012. Questa modifica rimuove l’obbligo che era precedentemente posto sui produttori per il finanziamento dei PV domestici e professionali non incentivati anteriori a tale data, razionalizzando il sistema di finanziamento.
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6. Attuazione della direttiva (UE) 2024/1438 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 maggio 2024, che modifica la direttiva 2001/110/CE del Consiglio concernente il miele, la direttiva 2001/112/CE del Consiglio concernente i succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all’alimentazione umana, la direttiva 2001/113/CE del Consiglio relativa alle confetture, gelatine e marmellate di frutta e alla crema di marroni destinate all’alimentazione umana e la direttiva 2001/114/CE del Consiglio relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato destinato all’alimentazione umana (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste)
Le norme migliorano la trasparenza e rafforzano il contrasto alle frodi alimentari. Per il miele, si introduce l’obbligo di indicare in etichetta, in ordine decrescente, tutti i Paesi di origine utilizzati nelle miscele. Per i succhi di frutta, è ammessa l’indicazione aggiuntiva “succo di frutta – contiene solo zuccheri naturali”. Aumenta inoltre il contenuto minimo di frutta per confetture e marmellate e si aggiorna la definizione di alcuni tipi di latte conservato.
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7. Recepimento della direttiva (UE) 2023/2413 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 ottobre 2023, che modifica la direttiva (UE) 2018/2001, il regolamento (UE) 2018/1999 e la direttiva n. 98/70/CE per quanto riguarda la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e che abroga la direttiva (UE) 2015/652 del Consiglio (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica)
Il decreto attua la direttiva RED III, elevando l’obiettivo vincolante dell’Unione Europea per le energie rinnovabili al 42,5 per cento entro il 2030. L’intervento mira ad accelerare l’installazione di nuovi impianti, in particolare tramite la designazione di “zone di accelerazione” (go-to areas) con procedure di autorizzazione semplificate e veloci (massimo 12 mesi). Introduce nuovi obiettivi settoriali vincolanti per l’industria (uso di idrogeno verde) e per i trasporti (riduzione dell’intensità dei gas serra), migliorando anche la sostenibilità della bioenergia.
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8. Attuazione della direttiva (UE) 2023/2668 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 novembre 2023, che modifica la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro del lavoro e delle politiche sociali)
Il decreto rafforza significativamente la protezione dei lavoratori esposti all’amianto, abbassando drasticamente il limite di esposizione professionale (da 100.000 a 2.000 fibre per metro cubo). Si introduce l’obbligo di valutare la priorità di rimozione dell’amianto in edifici e navi e di assicurare l’adeguata formazione dei lavoratori. Viene esteso a 40 anni (dopo la fine dell’esposizione) l’obbligo di conservazione delle cartelle sanitarie e della documentazione sulla formazione e sull’esposizione, a tutela della salute a lungo termine.
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9. Recepimento della direttiva (UE) 2024/1226, relativa alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell’Unione (decreto legislativo – esame preliminare) (Ministro della giustizia)
La direttiva introduce una disciplina penale uniforme contro la violazione e l’elusione delle misure restrittive dell’Unione Europea, come sanzioni economiche, embarghi o congelamento di fondi.
A tal fine, il decreto inserisce un nuovo Capo I-bis (Delitti contro la politica estera e la sicurezza comune dell’Unione Europea) nel Codice penale, che prevede la pena della reclusione da due a sei anni e multe fino a 250.000 euro per chi, per esempio, mette a disposizione fondi a persone o entità designate, o omette di congelare risorse economiche. È sanzionata anche la violazione colposa o la grave negligenza, specialmente nel commercio di beni a duplice uso (prodotti sia civili che militari). Le condotte elusive o l’omissione di obblighi informativi sono parimenti criminalizzate.
Inoltre, il decreto introduce la responsabilità penale degli enti per i nuovi reati e stabilisce la confisca obbligatoria del profitto, del prodotto o del prezzo del reato. Le violazioni di entità inferiore ai 10.000 euro sono considerate illecito amministrativo. Viene infine estesa la disciplina del whistleblowing per la tutela delle persone che segnalano tali violazioni.
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ORDINAMENTO MILITARE
Modifiche al Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, per l’incremento del contingente degli uffici di diretta collaborazione (decreto del Presidente della Repubblica – esame preliminare)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della difesa Guido Crosetto, ha approvato, in esame preliminare, un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che introduce modifiche al Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, per l’incremento del contingente degli uffici di diretta collaborazione.
Le modifiche sono volte a rafforzare la capacità operativa degli uffici di supporto diretto al Ministro.
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INFORMATIVE
Il Presidente Giorgia Meloni ha svolto tre informative, in merito al ricorso alla decretazione d’urgenza, all’istruttoria sugli schemi di direttive europee e agli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale funzionali ai territori ad alta vulnerabilità (decreto Caivano-bis).
Inoltre, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha svolto una informativa in merito alle interlocuzioni con la Commissione europea sulle concessioni balneari.
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PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALL’UNIONE EUROPEA
Il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti ha illustrato la Relazione consuntiva per l’anno 2024 sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, ai sensi dell’articolo 13, legge 24 dicembre 2012, n. 234. Il documento si articola in quattro parti principali, che riflettono le priorità indicate dalla Commissione europea per il 2024.
Parte I – Sviluppo del processo di integrazione europea. Evidenzia il ruolo attivo dell’Italia nella definizione dell’Agenda strategica 2024-2029, in particolare su: allargamento dell’UE, migrazioni, sicurezza economica e difesa. Di rilievo anche la partecipazione italiana alla revisione della governance economica europea, volta a garantire sostenibilità delle finanze pubbliche e stabilità macroeconomica, in stretta connessione con il controllo della spesa pubblica.
Parte II – Politiche strategiche. Focalizza l’attuazione delle priorità strategiche dell’Unione Europea, che includono la transizione verde e digitale, l’inclusione economica e sociale, la tutela dello stile di vita europeo e il rafforzamento della democrazia. Tra i risultati conseguiti si segnalano la digitalizzazione della giustizia e della sanità (Fascicolo Sanitario Elettronico) e il rafforzamento della cybersicurezza, in connessione con la difesa degli interessi strategici del Paese.
Parte III – L’Europa nel mondo: sicurezza, difesa e migrazione. La Relazione evidenzia il ruolo attivo dell’Italia nel promuovere la base industriale e tecnologica europea nel settore della difesa, rafforzando così la sovranità strategica dell’Unione. Sul piano operativo, il nostro Paese ha continuato a fornire supporto concreto, sia in termini formativi sia operativi, all’Ucraina. In materia migratoria, l’Italia ha sostenuto con impegno l’attuazione del Nuovo Patto su Migrazione e Asilo, contribuendo al rilancio del dialogo con i Paesi del Vicinato Sud e dell’Africa. Tale impegno si è tradotto in iniziative concrete di cooperazione allo sviluppo e promozione della mobilità legale, tra cui si distingue in particolare il “Piano Mattei”, che rappresenta un elemento centrale della strategia italiana nei rapporti con il Continente africano e mira a costruire partenariati su base paritaria, superando la logica donatore-beneficiario e generando benefici e opportunità reciproche.
Parte IV – Coordinamento nazionale e politiche di coesione. Nella fase ascendente dei processi normativi unionali, il Governo ha assicurato una partecipazione attiva e coordinata. Nella fase discendente, è stata portata avanti l’azione volta all’attuazione e al tempestivo recepimento delle decisioni europee entro i termini stabiliti, con l’obiettivo primario di prevenire l’avvio di procedure di infrazione. È stata inoltre rafforzata la lotta contro le frodi ai danni del bilancio UE e migliorata la governance dei fondi europei, in particolare quelli per la coesione.
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ACCORDO SINDACALE SULLA CARRIERA PREFETTIZIA
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha autorizzato il recepimento dell’ipotesi di accordo sindacale per il personale della carriera prefettizia relativo al triennio 2022-2024 sottoscritta il 5 agosto 2025.
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CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ITALIANA
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, vista la proposta di attivazione della procedura di concessione della cittadinanza italiana avanzata dal Ministro della giustizia Carlo Nordio e in considerazione del parere favorevole del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha deliberato di proporre al Presidente della Repubblica il conferimento della cittadinanza italiana, per meriti speciali, al sig. Gerald Joseph Cardinale, cittadino statunitense, ai sensi dell’articolo 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91. Il Sig. Cardinale, fondatore di RedBird Capital Partners, società proprietaria di AC Milan, ha dato un fortissimo impulso a iniziative di solidarietà e inclusione sociale attraverso lo sport, promuovendo attività rivolte in particolare a giovani detenuti, in condizione di fragilità ed esposti a rischio di marginalizzazione.
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NOMINE
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della salute Orazio Schillaci, visti i pareri favorevoli espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, ha deliberato la nomina del dott. Edoardo Garrone a Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Giannina Gaslini” di Genova.
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LEGGI REGIONALI
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato venti leggi regionali e ha quindi deliberato di non impugnare:
la legge della Regione Lazio n. 13 del 08/08/2025, recante “Rendiconto generale della regione Lazio per l’esercizio finanziario 2024”;
la legge della Regione Lazio n. 15 del 08/08/2025, recante “Variazioni al bilancio di previsione della regione Lazio 2025-2027. Disposizioni varie”;
la legge della Regione Lombardia n. 13 del 07/08/2025, recante “Assestamento al bilancio 2025-2027 con modifiche di leggi regionali”;
la legge della Regione Basilicata n. 39 del 12/08/2025, recante “Integrazione all’art. 59 della L.R. n. 7/1999 recante Conferimento di funzioni e compiti amministrativi al sistema delle autonomie locali e funzionali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112”;
la legge della Regione Lombardia n. 14 del 08/08/2025, recante “Ampliamento dei confini del Parco regionale Nord Milano, ai sensi dell’articolo 206 bis, comma 1, della legge regionale 16 luglio 2007, n. 16 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi), nel comune di Cinisello Balsamo per l’aggregazione del relativo territorio già compreso nel Parco locale di interesse sovracomunale ‘Grugnotorto Villoresi e Brianza centrale’, in applicazione degli articoli 5, comma 3, e 11, comma 1, della legge regionale 17 novembre 2016, n. 28 (Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio). Modifiche e integrazioni alla l.r. 16/2007”;
la legge della Regione Lombardia n. 15 del 08/08/2025, recante “Valorizzazione e tutela del paesaggio della pianura lombarda e dei prati stabili”;
la legge della Regione Toscana n. 44 del 08/08/2025, recante “Rete pediatrica e ruolo dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer IRCSS. Modifiche alla l.r. 40/2005”;
la legge della Regione Toscana n. 46 del 08/08/2025, recante “Bilancio di previsione finanziario 2025 – 2027. Terza variazione”;
la legge della Regione Abruzzo n. 23 del 13/08/2025, recante “Rendiconto generale per l’esercizio 2024”;
la legge della Regione Abruzzo n. 24 del 13/08/2025, recante “Assestamento al bilancio di previsione 2025-2027 ex art. 50 del d.lgs. 118/2011 e s.m.i., con modifiche a leggi regionali e ulteriori disposizioni”;
la legge della Regione siciliana n. 29 del 12/08/2025, recante “Variazioni al bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2025 e per il triennio 2025-2027. Disposizioni finanziarie varie”;
la legge della Regione Marche n. 22 del 07/08/2025, recante “Interventi della Regione a sostegno del design e dell’ergonomia”;
la legge della Regione Marche n. 23 del 07/08/2025, recante “Norme per il sostegno e la promozione del Terzo settore, dell’attivismo civico e dell’economia sociale nella regione Marche”;
la legge della Regione Veneto n. 17 del 12/08/2025, recante “Interventi a favore degli operatori dello spettacolo viaggiante”;
la legge della Regione Veneto n. 18 del 12/08/2025, recante “Indirizzi per l’adeguamento dello statuto della Società Veneto Acque S.p.A. alle disposizioni relative alle società benefit e per l’iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 4 della legge regionale 16 aprile 2024, n. 10 “Interventi a sostegno dei progetti a beneficio comune”;
la legge della Regione Veneto n. 20 del 12/08/2025, recante “Modifica dell’articolo 66 “Contributo a favore dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza” della legge regionale 19 febbraio 2007, n. 2 “Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2007”;
la legge della Regione Veneto n. 21 del 12/08/2025, recante “Disposizioni in materia di cooperative di comunità”;
la legge della Regione Sardegna n. 22 del 18/08/2025, recante “Misure straordinarie di sostegno per gli allevatori colpiti da abbattimenti sanitari conseguenti a focolai di dermatite nodulare contagiosa bovina (Lumpy Skin Disease - LSD) in Sardegna”;
la legge della Regione Sardegna n. 23 del 18/08/2025, recante “Integrazioni alla legge regionale n. 2 del 2014 in materia di personale alle dipendenze del gruppo misto, modifiche alla legge regionale n. 3 del 2022 in materia di indennità dei sindaci e integrazioni alla legge regionale n. 32 del 1988 in materia di composizione degli uffici di gabinetto degli assessori”;
la legge della Regione Valle d’Aosta n. 25 del 28/07/2025, recante “Interventi regionali di sostegno finanziario agli investimenti per l’innovazione e la sostenibilità delle attività turistico-ricettive e commerciali”.
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di rinunciare in modo totale all’impugnativa della legge della Regione Siciliana n. 28 del 18/11/2024, recante “Variazioni al Bilancio di previsione della Regione per il triennio 2024-2026”, in quanto la Regione ha apportato modifiche alle disposizioni oggetto di impugnativa che consentono di ritenere totalmente superate le censure di illegittimità rilevate.
“Se pensavate che la missione di mio marito fosse potente prima non avete idea di cosa avete appena scatenato in tutto il Paese. Non avete idea del fuoco che avete scatenato in questa moglie. Le grida di questa vedova echeggeranno in tutto il mondo come un grido di battaglia".
Onestamente sono avvilito preso da “cotanto senno” dei nostri media tutti impegnati ad analizzare quanto sta accadendo a livello planetario e mi abbasserò a trattare, molto più modestamente, dei “problemini a noi più vicini” e sempre ignorati perché, diciamola tutta, è meglio dissertare dei “brevi cenni sull’universo e dintorni” che entrare nello specifico. Perché per entrare appunto nello specifico ed analizzare bisogna studiare e tanto senza mai smettere.
La crisi di Macron e del suo governo con la brutale repressione della protesta di piazza, evento dominante sul piano oggettivo, è magicamente sparita dal telegiornale la cui prima pagina è dedicata alla asserito sconfinamento di droni russi dalla Bielorussia in territorio polacco e dalle reazioni di condanna e consultazioni militari dei paesi nato e dell'Unione Europea.

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