CRONACA
L'FBI ha sequestrato taccuini dalla casa del presidente Joe Biden nel Delaware insieme ad almeno sei documenti classificati durante una perquisizione "consensuale" del 21 gennaio.
NBC News ha riferito che i taccuini personali scritti a mano dal tempo di Biden come vicepresidente erano tra gli oggetti presi dagli agenti dell'FBI che perquisivano le sue proprietà nel Delaware.
Una fonte per la storia ha detto alla NBC che i quaderni sono stati presi perché Biden ha scritto della sua attività ufficiale come vicepresidente sotto l'ex presidente Barack Obama, compresi i dettagli dei suoi "impegni diplomatici", che potrebbero contenere o fare riferimento a informazioni riservate.
Secondo un rapporto, l'FBI ha trascorso 13 ore a esaminare la residenza di Biden a Wilmington, setacciando elementi "inclusi appunti scritti a mano personalmente, file, documenti, raccoglitori, cimeli, elenchi di cose da fare, programmi e promemoria che risalgono a decenni fa".
Un palestinese ha aperto il fuoco, in pieno shabbat, sulla gente davanti ad una sinagoga nel rione di Neve Yaacov a prevalenza ortodossa, lasciando a terra almeno 7 morti e una decina di feriti.
Poi - secondo il capo della polizia di Gerusalemme - è fuggito con l'auto usata per l'attentato verso il vicino quartiere arabo di Beit Hanina. Inseguito e raggiunto dagli agenti gli ha sparato contro, ma è stato ucciso dalla reazione armata dei poliziotti.
Secondo la stessa fonte, si tratta di un palestinese di A-Tur, nella parte est della città, indentificato in Alkam Khairi (21 anni), senza nessun precedente di affiliazione politica. Hamas e la Jihad islamica hanno parlato di "un' operazione eroica" e di una "vendetta per i morti di Jenin", all'indomani del blitz antiterrorismo israeliano in cui sono rimasti uccisi 9 palestinesi. E subito dopo l'attacco a Neve Yaacov si sono avute manifestazioni di gioia in diverse città palestinesi: cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah.
Scene di euforia si sono avute anche a Gaza City e a Rafah, nel sud della Striscia. Sul luogo dell'attacco a Gerusalemme - tra forti momenti di tensione con grida di 'morte agli arabi' - si è recato il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione di emergenza. Dei feriti israeliani, alcuni - almeno tre - sarebbero in gravi condizioni.
La Jihad islamica ha rivendicato il lancio dei 7 razzi partiti dall'enclave palestinese verso le zone ebraiche a ridosso della Striscia, dove erano appena risuonate le sirene di allarme mandando i residenti dei rifugi. La maggior parte dei razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome e gli altri sono caduti in zone aperte. In risposta, l'aviazione israeliana ha colpito, a più riprese, obiettivi di Hamas (considerata responsabile di tutto quello che origina da Gaza) nella Striscia.
Tra questi, una "importante" base nel nord e una struttura sotterranea per la costruzione dei razzi nel campo profughi di Maghazi, nella parte centrale di Gaza. Il portavoce della Jihad Tarek a-Salmi da parte sua ha spiegato che si è trattato di un "avvertimento" destinato ad Israele per chiarire che le fazioni armate di Gaza seguono da vicino gli sviluppi in Cisgiordania e a Gerusalemme.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha ribattuto che le forze di sicurezza israeliane hanno avuto l'ordine di "prepararsi all'azione con una varietà di misure offensive e obiettivi di alta qualità nel caso fosse necessario continuare ad agire".
D'accordo, il giornalismo è anche capacità di sintesi. Ma mi sembra che, travolto dalla tecnologia digitale (e dal suo uso non sempre illuminato), il giornalismo troppo spesso sia diventato ultrasintesi, sbriciolando oltre ogni limite concetti, sollecitando strumentalmente solo umori e non la parte raziocinante delle persone, fornendo solo emozioni senza lo scopo di aumentare la consapevolezza, la maturità delle persone e quindi provocando danni duraturi alla solidità e forza della democrazia. Il populismo, così come lo conosciamo nella sua declinazione pratica, è il distillato di questa crisi della democrazia e, anziché affrontare questa crisi con la cultura e l’educazione, molto spesso il giornalismo di oggi punta a lucrarci sopra ciò che è lucrabile al momento. Si risponde a chi, come me, obietta su questa deriva sempre più pronunciata che il pubblico oggi vuole emozioni e non ragionamenti, vuole chi rappresenta i suoi umori senza troppo pensare, vuole nemici contro cui sputare e non il dialogo, vuole essere confermato nei suoi giudizi e pregiudizi senza che siano infiltrati dubbi, senza stare troppo a pensarci su. Certamente per molte persone (ma non certo per una robusta minoranza che è e continuerà ad essere il ‘sale della terra’) ciò è effettivamente vero ed è lo specchio della crisi culturale, educativa, etica e morale della nostra civiltà, la cui crisi è diventata così manifesta che le culture autoritarie di ogni risma sono ormai convinte che siamo diventati aggredibili (culturalmente e non solo) perché corrosi al nostro interno, con le nostre fondamenta diventate fragili. Vedremo come andrà a finire. Ma mi viene in mente una bellissima battuta del comico irriverente Daniele Luttazzi, la cui satira aveva colto questa deriva trent’anni fa: “Avvertiamo i telespettatori che questo telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali”.
"La potenza dell’organizzazione mafiosa non deriva dal numero e dalla qualità dei vari associati ma soprattutto dalle ramificate commistioni che essa è riuscita a realizzare col tessuto connettivo sociale ed economico"
Ninni Cassarà Ex commissario di Polizia di Palermo
La zona grigia.
Cosa è la zona grigia.
È l'aspetto più preoccupante del fenomeno mafioso.
È la vera cupola.
Da chi è formata.
È formata da quell'area intermedia fatta di individui che vivono nella legalità (ad es. tecnici, esponenti della burocrazia, professionisti, imprenditori e politici) ma che alimentano la mimetizzazione dell'economia mafiosa, fornendo collaborazione e supporto a questo tipo di organizzazioni.
Per estirpare ciò ci vorrebbe una rivoluzione.
Ma voi, vi Immaginate gli Italiani che fanno la rivoluzione?
Messina Denaro.....
..... non dirà assolutamente nulla.
Certo condannabile l'atteggiamento ma la mia onestà intellettuale mi obbliga a capirlo.
Parlare?
Non servirebbe assolutamente a nulla tranne a fare del male a se stesso ed agli altri.
Perché la vera Mafia è qualcosa ancora di più grande di Matteo Messina Denaro.
La Mafia oggi è sistema economico.,
Pensate che Enel fattura 88 miliardi di Euro.
ENI ne fattura 76
FCA ne fattura 108
Sapete quant'è il fatturato delle Mafie unite? 220 miliardi di euro l'anno.
La Mafia quindi è l'azienda più grande Italiana.
Ed inoltre...
Non si rivolge ai tribunali per un diritto, ed in tante regioni povere d'Italia è stato sociale.
Quindi io non canto vittoria per l'arresto di Messina Denaro.
Canterò vittoria quando i cittadini Italiani abbatteranno la zona grigia e riprenderanno in mano le redini dello Stato.
di Fabrizio Abbate
la Rea (Radiotelevisione Europee Associate) non si limita ad una difesa corporativa delle emittenti locali ma si caratterizza in un approccio culturale innovativo.
Ha quindi costituito in circuito 100 radio proprio per sperimentare un tentativo NUOVO di informazione locale.
Vale la pena qui di cominciare a spiegare questa novità anche se ci vorrà un po' più di tempo per farla capire in tutti i suoi aspetti ricordasndo che questa iniziativa nasce sull’onda del successo della petizione a favore delle emittenti lanciata da REA che ha raccolto gia 10mila firme. FIRMA LA PETIZIONE – RADIOTELEVISIONI EUROPEE ASSOCIATE (reasat.eu)
Il circuito produce un notiziario radio (per ora, ma in prospettiva si farà anche in TV) che va in onda cinque volte al giorno.
Questo notiziario coordinato dal presidente REA antonio Diomede e da Fabrizio Abbate responsabile rapporti istituzionali REA (Abbate entra in REA http://www.reasat.eu/fabrizio-abbate-entra-in-rea/) già oggi è trasmesso da decine di radio locali con l'obiettivo di raggiungere entro poche settimane una copertura nazionale. 100 radio cioè 100 province coperte, già oggi tra dichiarazioni di interesse e adesioni operative l'obiettivo appare a portata di mano e quindi le prossime settimane serviranno per un settaggio tecnico e per ottimizzare sia i palinsesti sia la regia automatiche e completare la copertura nazionale.
Questo Giornale Radio Nazionale sarà integrato da notizie locali (provenienti cioè dai territori e dalle radio partner) costituendo così un canale integrativo che invece di limitarsi a diffondere il verbo ufficiale dal centro raccoglie e valorizza stimoli, soggetti e problemi delle comunità locali in modo decentrato (il link al portale REA 100 radio Le 100 Radio – RADIOTELEVISIONI EUROPEE ASSOCIATE reasat.eu).
Cioè al posto di una direzione centrale che filtra e indirizza ( come fanno le reti nazionali anche quando si articolano in redazioni locali pur sempre orchestrate dal vertice) avremo un primo passo verso un pluralismo che vuole valorizzare i territori.
Abbiamo (Rea, la proposta al Governo Meloni per la libertà d'informazione e le emittenti locali - RomaIT) in altra occasione gia sottolineato il legame profondo tra informazione locale e crescita economica dei territori e abbiamo visto il legame fortissimo tra piccole imprese legate al territorio, eccellenze locali ( cioè il vero made in italy) e informazione locale libera (LINK LIBERE https://www.romait.it/piccole-radio-tv-italiane-chiuse-per-favorire-la-voce-unica-dei-mercati.html).
Si proprio quei territori impoveriti e marginalizzati dal main stream (dizione addolcita per indicare le oligarchie guidate dagli oligopoli) che cioè servono solo gli interessi della Finanza, degli oligopoli stessi e di dei più ricchi (LINK libroNuovo Giornale Nazionale - Astrolìa e il mistero delle tre cattedrali giallo d’azione con finalità culturali).
Questo tipo di network impoverisce i territori perché favorisce solo le concentrazioni dei forti, In altri termini indebolendo il pluralismo. Questo processo involutivo, in atto ormai da anni anche se in modo mascherato, ha prodotto l'impoverimento di molti territori, e l'Italia suddivisa dalla sua geografia in territori specifici e peculiari, ha subito questo fenomeno di erosione e marginalizzazione in modo specifico e più grave Probabilmente in modo voluto dai superpoteri e dalle multinazionali di rapina (https://www.youtube.com/watch?v=Wf9BmbTqaZo).
Sono definibili multinazionali di rapina quelle che si insediano per incassare incentivi e soldi pubblici (pagati con le tasse di tutti) ma appena questi extra profitti speculativi terminano, se ne vanno e lasciano il dissesto.
Si tratta di leggi ad hoc che hanno incentivato queste tecniche, non di leggi di mercato come vogliono farvi credere.
Si tratta della ben nota tecnica (dello sceriffo di Sherwood) che rubava i poveri per dare ai ricchi come quando le istituzioni incentivano attivamente queste attività speculative invece di armonizzarle con i bisogni dei territori e divengono quindi complici di queste attivita speculative di cui contribuiscono a mascherarle. (https://youtu.be/2BuK4WZQnnA)
Ecco spiegato il mistero (apparente) per cui il mezzogiorno d'Italia da anni e anni viene impoverito e saccheggiato, ecco spiegata la stagnazione italiana degli ultimi 20 anni causata da questi metodi (e non da motivi casuali come vorrebbero farvi credere) ecco perché interi territori o comparti vengono fatti sparire concentrando gli incentivi (ripetiamo pagati con i soldi di tutti) sui più ricchi e i più forti che però appunto abbandonano tutto appena non conviene più.
Ora L'Italia ha una struttura produttiva basata su piccole e medie imprese che è stata attivamente e volutamente danneggiata da queste tecniche (LINK https://youtu.be/msutq4USHvA)
Perché le piccole e medie imprese non possono crescere se informazione e pubblicità sono in mano solo ai grandi, che le manovrano come vogliono e poi vi spiegano che è ”colpa vostra” se l'economia non cammina, mentre la colpa è di questi metodi predatori che desertificano il pluralismo e i territori (https://youtu.be/-89ZEBlHkYM).
Vi e quindi un profondo legame tra la battaglia della Rea per una informazione locale LIBERA E PLURALISTA e le prospettive di sviluppo economico di tutto il paese, ma con speciale priorità per il mezzogiorno e le aree e i comparti depressi del centro nord. Le 100 TV – RADIOTELEVISIONI EUROPEE ASSOCIATE (reasat.eu)
Tutto quello che sta accadendo non è un caso e il compito dell'informazione oligarchica è quello di nascondere questo Trend (voluto e studiato a tavolino) nell’ immenso polverone che in sostanza dice “è colpa vostra se vi impoverite”.
Nell'800 i ricchi sostenevano che era colpa dei poveri se rimanevano tali! Dunque la tesi non è nuova.
Le lotte sociali, gli scioperi, le rivoluzioni dell'800 e 900 hanno bloccato questa assurda scusa e portato le masse operaie e contadine alla ribalta e abbiamo avuto alcuni decenni di libertà, di pluralismo di crescita economica (chiamati miracolo economico ma miracolo non era).
E arriviamo cosi al terzo punto che distingue l'esperienza delle cento radio della REA e cioè le pillole di approfondimento culturale https://youtu.be/pUUxGmQr6uA.
Non sono discriminati Infatti solo i territori dagli oligarchici e dalla loro falsa informazione fuorviante vi sono intere categorie, interi settori culturali, giornali e riviste minori (che vogliono costringere alla semi clandestinità sempre con furbesche regole burocratiche, sempre lo stesso trucco!
Vi sono studiosi, movimenti culturali, circoli, che non essendosi piegati all'arroganza del potere non hanno padrini (tra gli oligarchi) non hanno sponsor, non hanno finanziamenti tutti dirottati ai cocchi di mamma degli oligarchi e quindi non hanno voce.
Certo qualche volta viene concessa loro una breve apparizione sui media di regime, ma giusto un assaggio del salotto buono, per convincerli a redimersi e piegarsi al racconto ufficiale https://youtu.be/yIcUWW5pODE.
Naturalmente questi spazi concessi ai piccoli…..non cambiano nulla, perche manca un approccio generale strategico, ma così i potenti fanno finta di essere democratici e pluralisti. Se però qualcuno di questi intellettuali o esperti fuori dal coro dà fastidio subito inizia una campagna di bullismo mediatico e di odio per farli tacere.
.Le risse televisive servono a questo, non sono forme di democrazia sono sottili forme di censura privata, proprio per questo le cento radio della REA vogliono dare voce a tutta questa cultura seria, documentata ma tenuta fuori dai media di regime perché dà fastidio https://youtu.be/c4ss1yOO2pQ.
Con delle pillole di approfondimento la REA darà voce alla contro informazione, cioè alle voci libere e sebbene molti siano distratti dai media di regime, i più attenti potranno avere ragionamenti e spiegazioni più serie della propaganda e delle fakes degli oligarchi https://www.reasat.eu/assodiritti/.
Vedremo come andrà questo esperimento che naturalmente verrà osteggiato dai poteri forti e dagli interessi privati.
Ma adesso c'è forse una svolta sulla comunicazione radiofonica perchè dopo anni di silenzio il Ministero ha convocato un tavolo per ridiscutere i temi dell'informazione locale e del pluralismo.
Non ci facciamo illusioni, perché vi saranno presenti tutti quei poteri forti che campano sui soldi vostri (cioè della gente) per sostenere le ragioni contrarie ai territori e al pluralismo locale
Non sappiamo come andrà a finire questa consultazione . Cercheranno ancora una volta la rissa e la disinformazione perchè gli interessi sono molto potenti e come abbiamo visto hanno sacchi e sacchi di ragioni!
Ecco perché probabilmente il resto del mondo (6 miliardi di persone) ormai non crede alla fandonia di quelli che dicono di difendere diritti e libertà, ma vogliono imporre la loro autocrazia, il loro pensiero unico, le loro fakes, e In definitiva la dittatura della finanza sull'uomo.
Vi terremo Informati se dovesse maturare qualche svolta di buono sul tavolo ministeriale a favore delle libertà di informazione. https://youtu.be/2VERKfrDz1s
Vi terremo informati se il pluralismo dovesse avere vero accesso.
La battaglia delle emittenti locali libere e la vostra Battaglia e quindi chiediamo a tutti di aiutarci a diffondere queste proposte
e di continuare a firmare la petizione e a diffonderla https://www.reasat.eu/firma-la-petizione/.
Dimissioni al vertice del governo ucraino: il vice ministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, il vice capo dell'ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko e il vice procuratore generale Oleksiy Simonenko hanno annunciato ieri che rinunciano ai loro incarichi.
In una nota ufficiale della Difesa si informa che Shapovalov, che è oggetto di sospetti ed accuse di corruzione, ha chiesto di lasciare il suo incarico per non "creare minacce alle Forze armate in seguito alle accuse sull'acquisto dei servizi di ristorazione".
"Nonostante il fatto che le accuse annunciate siano prive di fondamento, le dimissioni sono un atto degno nelle tradizioni della politica europea e democratica, dimostrazione che gli interessi della Difesa sono superiori a qualsiasi gabinetto o presidenza", si legge sul sito del ministero.
Da parte sua, Tymoshenko ha dichiarato di aver chiesto al presidente Volodymyr Zelensky di sollevarlo dalle sue funzioni.
Sul sito web presidenziale è stato pubblicato un decreto nel quale si accettano le sue dimissioni. Zelensky ha detto ieri che alcuni cambiamenti saranno annunciati questa settimana nel governo, nelle regioni e nelle forze di sicurezza dopo le accuse di corruzione ad alcuni politici. "Ringrazio il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky per la fiducia e l'opportunità di compiere buone azioni ogni giorno e ogni minuto", ha scritto Tymoshenko su Telegram.
La raffica di dimissioni arriva dopo le rivelazioni dei media su presunti acquisti di forniture a prezzi gonfiati, hanno spiegato le autorità. Secondo i siti ucraini anche i capi di diverse autorità regionali vicini a Tymoshenko potrebbero offrire le loro dimissioni. Il nome del vice capo dell'ufficio presidenziale era finito in diversi scandali legati al suo presunto uso personale di auto di lusso, ma Tymoshenko ha respinto le accuse.

Dall'Atlantico agli Urali. L'Europa di Karol Woitila e di Solidarnosc è il tema del convegno che si terrà a Brescia il 4 febbraio, al Centro patorale Paolo VI, con la presenza di Lech Walesa, premio Noberl per la pace e già presidente della Repubblica di Polonia.
La maggioranza degli elettori incolpa il dottor Anthony Fauci, ex capo consigliere medico del presidente, per aver gestito male la risposta del governo al COVID-19 e ha affermato che il Congresso dovrebbe indagare, come mostra un sondaggio condotto da un gruppo di base conservatore.
Nel sondaggio condotto per la Convention of States Action da The Trafalgar Group, pubblicato ieri, è emerso che il 52,2% degli elettori afferma che l'indagine del Congresso dovrebbe esaminare Fauci per "testimonianze incoerenti sulla sua ricerca che ha portato alla pandemia" e le sue azioni nella gestione del focolaio, mentre il 44,5% non era d'accordo.
"Se la pandemia di COVID-19 fosse stata ben gestita, sarebbe stato prudente che il Congresso tenesse udienze per parlare di ciò che abbiamo imparato e di cosa si potrebbe fare meglio in futuro" , ha dichiarato Mark Meckler, presidente della Convenzione degli Stati. Una dichiarazione che accompagna i risultati del sondaggio Trafalgar.
"Eppure - nonostante il fatto che la pandemia sia stata terribilmente mal gestita e che milioni di americani continuino a pagare il prezzo per le politiche dell'era COVID - alcune delle quali sono ancora in vigore - il Congresso non ha agito".
Altri risultati del sondaggio hanno mostrato che il 56-42% degli elettori indipendenti afferma che Fauci dovrebbe essere indagato dal Congresso per la sua testimonianza incoerente sulla sua ricerca che ha portato alla pandemia e sulle sue azioni nella gestione della pandemia. Ma l'80,2-16,8% degli elettori repubblicani dice la stessa cosa e il 25,5-70% degli elettori democratici afferma che il Congresso dovrebbe indagare.
"Questo sondaggio offre un messaggio forte e chiaro al nuovo Congresso: vogliamo che indaghi su Fauci e arrivi a fondo prima che la prossima pandemia ripeta gli stessi grossolani errori", ha detto Meckler.
Il sondaggio ha intervistato 1.079 probabili elettori delle elezioni generali e ha un margine di errore del 2,9%.
RIFERIMENTI

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione
Sostienici per dare una libera informazione







