di Alessandro Roazzi
Siamo inondati nel giorno della memoria, il che e’ un dovere, ma lo dovrebbe essere sempre anche rispetto alla nostra storia. Invece in politica si tende a ritenersi sempre l’anno zero di tutto, un atteggiamento che curiosamente riporta alla facilità’ con la quale si sono imposte le dittature del secolo scorso ed alle loro aberrazioni.
C’è qualcosa di permanente nel giorno della memoria su cui riflettere? Certo il monito a non ritrovarsi faccia a faccia con quella terribile sopraffazione, quindi prevenzione e vigilanza.
Ma non solo: intanto occorre ricordare che il “guardare dall’altra parte”, ovvero l’egoismo, e’ la prima causa delle infamie. E di egoismo nelle nostre società ne esiste in quantità industriali. Inoltre il valore della liberta’ non scalda più’ i cuori, quando il primo atto di aggressione e’ proprio quello di privare le persone della loro liberta’ e di conseguenza del rispetto.
Ed ancora la sottovalutazione del fatto che senza solidarietà prevale la legge del piu’ forte, spesso anche il piu’ spietato. E i valori di liberta’ e di solidarietà di conseguenza debbono venire prima della geopolitica e degli interessi economici.
Non sono retorica, sono antidoti alla ferocia più disumana come quella che si e’ manifestata con l’Olocausto. Insomma ci sono buone ragioni per capire che non stiamo ricordando solo il passato, le insidie restano permanenti.
Ed ancora una volta l’Europa si trova a dover scegliere fra il ruolo di vittima sacrificale o baluardo della dignità’ umana.
Ma ci vogliono i valori, la politica, le classi dirigenti. Sembra incredibile ma la deportazione degli ebrei poteva assumere ancora proporzioni maggiori se persone coraggiose non avessero rischiato la vita per aiutare.
Ricordo sempre don falsario, monsignor Barbieri, che taluno ha considerato uno dei più grandi falsari nel…mondo, abile come era a falsificare centinaia di documenti che hanno significato,la vita per i loro possessori, fra i quali numerosi ebrei.
Salvare la liberta’ altrui, del resto, non e’ mai esercizio da salotto. Non va dimenticato.







