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GEOPOLITICA

UCRAINA, GLI USA VOGLIONO INVIARE I DRONI BARRACUDA

UCRAINA, GLI USA VOGLIONO INVIARE I DRONI BARRACUDA

di Giuseppe Gagliano *

L’annuncio che Washington starebbe valutando l’invio dei nuovi missili Barracuda prodotti da Anduril Industries all’Ucraina aggiunge un elemento inedito alla guerra già “sirianizzata” del fronte europeo. Si tratta di ordigni descritti come “droni-razzo”, con gittate comprese tra i 110 e i 900 km a seconda della versione, e con un costo molto inferiore rispetto ai celebri Tomahawk.
Il Barracuda nasce per essere lanciato dall’aria (da caccia F-16 o tramite pallet Rapid Dragon) ma il modello -500 è stato adattato anche per il lancio da terra. La modifica, tuttavia, riduce la portata a circa 600-700 km: sufficiente per colpire in profondità il territorio russo, ma con un raggio inferiore al Tomahawk.
Sul piano economico la differenza è abissale: un Tomahawk, come dimostrato da un contratto olandese, può costare fino a 12,5 milioni di dollari l’uno, mentre il Barracuda promette un prezzo molto più contenuto. Tuttavia paga pegno in termini di potenza: il Barracuda-100 e il Barracuda-250 trasportano circa 16 kg di esplosivo; il Barracuda-500 arriva a 45 kg, cioè poco più di un drone Shahed iraniano.
Queste capacità lo rendono efficace contro nodi logistici, depositi di carburante, convogli mobili e bersagli non fortificati, ma limitato per infrastrutture protette come ponti, bunker o centrali energetiche.
Un altro limite è industriale: la famiglia Barracuda è stata presentata nel 2024 e non è ancora in produzione di massa; Anduril parla di migliaia di pezzi l’anno solo dal 2026, a condizione di grandi ordinativi.
Per Kiev, e per i pianificatori NATO, il compromesso realistico potrebbe essere un mix: pochi Tomahawk per obiettivi di alto valore e un ampio stock di Barracuda a basso costo per colpire le linee logistiche russe. La combinazione consentirebbe di distribuire la potenza di fuoco su più fronti, ma resta l’incognita dei tempi di consegna e della capacità industriale.
L’eventuale fornitura dei Barracuda non è solo una questione di armamenti:

– Escalation regionale: missili con gittata di 600-700 km, anche se meno potenti, avvicinano il fronte alla Russia profonda, aumentando i rischi di rappresaglia.

– Autonomia tecnologica: l’ingresso di Anduril rafforza il peso del settore privato USA nella guerra e potrebbe creare dipendenza logistica di Kiev da linee di produzione non ancora stabili.

– Competizione industriale: il confronto tra Tomahawk e Barracuda evidenzia lo scontro tra sistemi tradizionali a produzione governativa e nuove piattaforme private, con effetti anche sui bilanci della difesa europea.

La disponibilità di un’arma a basso costo e a lungo raggio abbassa la soglia di accesso a capacità strategiche finora riservate alle grandi potenze. Se la produzione decollerà, potremmo assistere a una proliferazione controllata di missili semi-cruise nel mercato occidentale, con pressioni su budget già gravati dal sostegno a Kiev.
Il Barracuda rappresenta più un complemento che un sostituto del Tomahawk: utile per saturare difese e colpire bersagli secondari, ma con limiti che ne ridimensionano l’impatto strategico immediato. La vera sfida sarà industriale: senza ordini massicci e rapidi, Kiev rischia di ricevere solo quantità simboliche. La scelta fra costi, potenza e tempi di consegna diventerà uno dei nodi centrali della prossima fase del conflitto.

*in collaborazione multimediale con Notizie Geopolitiche

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