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CULTURA

THE VOICE OF HIND RAJAB, FILM STRUGGENTE DELLA REGISTA TUNISINA BEN HANIA

THE VOICE OF HIND RAJAB, FILM STRUGGENTE DELLA REGISTA TUNISINA BEN HANIA

THE VOICE OF HIND RAJAB

Inutile girarci intorno, cercare di dire e di dirci è solo un film, perché non è così.  Si tratta di un film diverso, è una pagina della storia che stiamo vivendo in questi anni di guerre, di terrorismo, di odio. E' un film che andava fatto e che va visto, è un film che turba e fa male. Ogni volta che si parla di bambini morti per le varia guerre, (basti pensare alla foto della bambina vietnamita che corre gridando straziata dal napalm delle bombe americane che la sta bruciando viva, alla bambina dal cappottino rosso, avviata ai campi di sterminio nazisti)  sentiamo crescere in noi lo strazio, la paura, l'angoscia.

In questo film turba il fatto che quello di cui si parla non  é una storia di tanti anni fa, è' una pagina di  storia di oggi. Tutto accade il 29 gennaio 2024 durante un tentativo di fuga da Gaza. La macchina con zii e cugini della piccola Hindi Rajab è colpita, sono tutti morti tranne lei. E qui comincia la sua lenta agonia, la bambina, (che ha solo sei anni) si mette in contatto con uno zio che vive in Germania che a sua volta allerta la Mezzaluna islamica i cui operatori riescono a mettersi in contatto con la  piccola. La telefonata viene registrata e quell'audio - recording-file-240129 - diviene la  vera sceneggiatura della regista tunisina Ben Hania.

A mio parere senza nulla togliere al film, che come ho detto andava fatto, far ascoltare la voce di una bambina che sta morendo, rasenta però quella che si può definire “pornografia del dolore”.

Gli 89 minuti del film  sono una corsa per salvare la bambina, la cui unica colpa è stata quella di trovarsi in quel luogo pieno di morte in un'auto in compagnia degli zii e dei cugini. E' una straziante richiesta di aiuto fatta di espressioni come ”salvatemi” “intorno a me sono tutti morti” per  finire con ”arriva il buio, ho paura”. Poi solo il silenzio.

Con le autorizzazione del caso l'ambulanza ci avrebbe messo solo 8 minuti, e infatti, dopotutto,  il mezzo arriva, ma inutilmente: viene colpito dai proieittili.

Inutile dire: commozione alle stelle, 24 minuti di applausi in sala grande. Da più parti si è  cominciato a gridare “Leone d'oro”.... su tutte le altre pellicole. Ovviamente: Premio speciale della giuria.

 

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