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GLI EUROPEI VANNO CONTROMANO

GLI EUROPEI VANNO CONTROMANO

Gli europei vanno contromano, con l’evidente obiettivo di far fallire ogni trattativa di pace e, soprattutto, le iniziative di dialogo tra Russia e Stati Uniti.

L’obiettivo non è solo Putin, ma Donald Trump, perché il fallimento della pace in Ucraina mette in difficoltà il presidente Usa, come è nelle strategie dei neocon e dei Dem. Arrivare alle elezioni di medio termine con un pugno di mosche in mano potrebbe riconsegnare ai Dem il Congresso azzoppando Trump, il quale, dopo la visita di Steve Witkoff e Jared Kushner a Mosca ha detto che Vladimir Putin "vuole mettere fine alla guerra" e "tornare a una vita normale".

Trump si è basato sulle "impressioni" ricavate da nel loro incontro a Mosca col presidente russo. Secondo i due inviati Usa, ha detto Trump, Putin "vuole concludere un accordo".

Zelensky, che un giorno dice A e un altro B e che non si capisce più quanto davvero comandi in Ucraina, ha affermato: "Stiamo preparando degli incontri negli Stati Uniti. Dopo il ritorno della squadra americana da Mosca e le relative consultazioni a Washington, Rustem Umerov, Andriy Gnativ e tutti coloro che sono necessari per i negoziati continueranno il dialogo con i rappresentanti del presidente Trump".

"Aspettiamo – ha aggiunto Zelensky - notizie nei prossimi giorni su tali incontri, contatti, negoziati (incontri personali o conversazioni telefoniche). C'è un contatto costante tra tutti i partner e tra i partner e l'Ucraina, tutto sta procedendo in modo abbastanza efficace, agli incontri di Ginevra e in Florida l'Ucraina è stata ascoltata e ha trovato ascolto. E questo è importante. Contiamo che continuerà ad essere così. Solo tenendo conto degli interessi dell'Ucraina è possibile una pace dignitosa".

"Ora – ha concluso Zelensky - il mondo sente chiaramente che c'è la possibilità di porre fine alla guerra e che l'attuale attività negoziale deve essere sostenuta dalla pressione sulla Russia. Tutto dipende proprio da questa combinazione: diplomazia costruttiva più pressione sull'aggressore. Entrambi questi elementi lavorano per la pace".

In questo quadro di dialogo, difficile, ma aperto, che senso ha, se non quello di viaggiare contromano, la decisione dei ministri degli Esteri della Nato di scioglimento del Consiglio Russia-Nato?

Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha annunciato mercoledì lo scioglimento del Consiglio Russia-Nato al termine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza svoltasi a Bruxelles.

“Tra le decisioni formali, vi è stato l’annuncio del segretario generale della Nato, Mark Rutte, che il Consiglio NATO-Russia non esiste più. Si tratta - ha detto Sikorski - di qualcosa che il governo polacco auspicava, e che ora è divenuto realtà”. Il Consiglio era stato creato in un momento in cui si credeva che “la sicurezza europea potesse essere costruita insieme alla Russia”: “Quei tempi sono finiti. Oggi - ha concluso il ministro polacco - stiamo costruendo la sicurezza europea contro la Russia. E questo si è riflesso istituzionalmente”.

Costruire la sicurezza europea ha un senso, ma è insensato costruirla “contro” la Russia.

Questa affermazione, assolutamente demenziale, contrasta con le trattative in atto, in quanto se dovessero andare in porto vedrebbero Kiev, Washington e Mosca stabilire regole di sicurezza che riguarderebbero, inevitabilmente anche i Paesi europei.

La sicurezza d’Europa si costruisce con la Russia, non contro la Russia.

Che cosa era il Consiglio NATO-Russia?

Il Consiglio NATO-Russia è stato istituito con la Dichiarazione di Roma ("Relazioni NATO-Russia: una nuova qualità"), firmata il 28 maggio 2002 durante il vertice NATO-Russia tenutosi a Pratica di Mare (Roma), presso la base aerea italiana.

Nato per sostituire il precedente Consiglio Permanente Congiunto, il NRC prevedeva un dialogo paritario tra i 30 membri NATO (all'epoca 19) e la Russia su temi di sicurezza, come controllo delle armi, lotta al terrorismo, prevenzione di incidenti e cooperazione pratica. L'obiettivo era costruire una "nuova qualità" nelle relazioni, in linea con l'Atto Fondatore NATO-Russia del 1997, che escludeva la reciproca percezione come avversari.

Dopo l'annessione della Crimea e il sostegno russo ai separatisti nel Donbass, NATO ha sospeso tutta la cooperazione pratica nell’aprile 2014, mantenendo però canali di dialogo a livello diplomatico e superiore.

Con l'invasione su larga scala dell'Ucraina, il NRC non si è più riunito. Al Vertice di Madrid (giugno 2022), i leader NATO hanno escluso la Russia dal novero dei partner, pur mantenendo linee di comunicazione per mitigare rischi di escalation.

Dove sta l’idiozia? Nell’aver eliminato un canale di dialogo che, anche in guerra va sempre mantenuto. Un canale di dialogo lo si può congelare, mantenendolo pronto al disgelo, totale o parziale, in caso di necessità. La sua eliminazione è parte di quell’idiozia guerrafondaia che contraddistingue alcuni Paesi europei che, esclusi dalla triangolazione nelle trattative, viaggiano contromano, nella speranza di aprirsi uno spazio.

Di questa agitazione convulsa è protagonista principale il pupillo dei Rothshild Emmanuel Macron, il quale tenta in ogni modo di rubare la scena a Trump, nonostante la sua pochezza in patria e la sua inutilità in Europa.

Così Macron è volato in Cina, giusto pe dimostrare che esiste.

Ieri, in una conferenza stampa il presidente cinese Xi Jinping, dopo l’incontro con Macron, ha affermato che Cina e Francia devono «comprendersi e sostenersi» e rafforzare la cooperazione bilaterale».

 I due leader, ha detto Xi, hanno concordato sull'importanza di difendere il multilateralismo, mantenere un dialogo paritario e promuovere un'apertura cooperativa.

La visita di tre giorni di Macron - la quarta in Cina dal 2017 - prevede anche un incontro con il premier Li Qiang e una tappa a Chengdu ospite di Xi Jinping.

«Spero – ha detto Macron - che la Cina si unisca al nostro appello, ai nostri sforzi per ottenere, il prima possibile, almeno un cessate il fuoco sotto forma di moratoria sugli attacchi contro le infrastrutture critiche».

Xi Jinping, secondo quanto riportato dalla tv di Stato cinese, ha risposto con le consuete, flemmatiche parole d'ordine: «La Cina sostiene tutti gli sforzi per la pace», in Ucraina e altrove. «La Cina e la Francia (come il resto dei Paesi europei, ndr) dovrebbero dimostrare il loro senso di responsabilità, innalzare la bandiera del multilateralismo». E nel confronto tra potenze mondiali, specie quella che vede sulla sponda opposta l'America di Donald Trump, «schierarsi con fermezza dalla parte giusta della storia».

Ossia dalla parte della Cina.

Salamelecchi e belle parole. In buona sostanza cipria.

Non si smentisce nemmeno Keir Starmer, il fabiano laburista alla guida del Regno Unito, altro leader bollito, tirando in ballo l’attacco col Novichok, attribuito a Putin.

Ieri il governo britannico ha convocato l'ambasciatore russo per rispondere della campagna di "attività ostile" in corso contro il Regno Unito dopo la pubblicazione del rapporto conclusivo dell'inchiesta condotta sull'attacco chimico avvenuto nella città di Salisbury nel 2018.

Secondo Londra con l'agente nervino Novichok sviluppato da Mosca venne preso di mira l'ex agente transfuga russo Sergei Skripal, già ufficiale dell'agenzia di intelligence militare Gru riparato nel sud dell'Inghilterra.

Il presidente Vladimir Putin è "moralmente responsabile" per la morte di Dawn Sturgess, la donna 44enne unica vittima nella vicenda dell'attacco chimico avvenuto nella città di Salisbury. È quanto emerge dal rapporto conclusivo della commissione d'inchiesta pubblica britannica indipendente chiamata a fare luce sul caso.

Insomma, propaganda a buon mercato di un altro leader che nessuno considera, così come non viene considerato Macron, il suo partner nel comando dell’armata dei Volonterosi.

Gli europei che viaggiano contromano rischiano solo di farsi del male, perché più producono idiozie e più saranno esclusi dalle trattative relative all’Ucraina e ai rapporti Usa Russia.

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