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CRISI DEL REGNO DI ZELENSKY, YERMAK HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI

CRISI DEL REGNO DI ZELENSKY, YERMAK HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI

Il capo di gabinetto di Volodymir Zelensky, Andriy Yermak, ha rassegnato le dimissioni dopo un blitz nella sua casa e nel suo ufficio da parte dell’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e della Procura speciale anticorruzione (Sapo).

Yermak non è solo il capo di gabinetto; è il Richelieu, il Mazarino del cerchio magico di Volodymir Zelensky ormai al centro di uno scandalo senza fine che ne mina la credibilità.

Può ben glissare fin che vuole Zelensky, ma la fine politica di Yermak è il preludio della sua fine.

Kyiv Zelensky

 Zelensky ha commentato la notizia sottolineando che l’attenzione deve concentrarsi sulla diplomazia e sulla difesa dell’Ucraina: “È necessaria la forza interna”. Il presidente ha inoltre ringraziato Yermak per il suo contributo nelle trattative internazionali e per aver rappresentato l’Ucraina nei negoziati.

Il decreto ufficiale che sancisce il licenziamento di Yermak è stato pubblicato sul sito dell’Ufficio del Presidente. Nei prossimi negoziati con gli Stati Uniti, Yermak sarà sostituito da una delegazione composta dal Capo di Stato Maggiore, dal Ministero degli Affari Esteri, dal Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa e dai servizi di intelligence ucraini.

Va letta nell’ambito di questa vero e proprio terremoto quanto ha affermato Putin sul palco di Bishkek (Kirghizistan), definendo la leadership ucraina illegittima e quindi incapace di firmare alcun accordo di pace.

Per Putin la Russia “vuole raggiungere un accordo ma al momento è legalmente impossibile”, perché non riconosce la legittimità della leadership di Zelensky: “Oggi potrebbe vincere le elezioni solo con la frode. Non ha senso firmare documenti con la leadership ucraina, evitare le elezioni presidenziali è stato un errore strategico”.
“La Russia – ha detto ancora Putin - cesserà le ostilità quando le truppe ucraine si saranno ritirate nel Donbass, altrimenti Mosca raggiungerà i suoi obiettivi con mezzi militari”.

Putin considera il piano di Trump una “base per futuri accordi”.  “Vediamo che gli americani tengono conto della nostra posizione in alcuni ambiti – ha aggiunto il leader del Cremlino -. Ma su altri punti, è chiaro che dobbiamo sederci e parlare”.

La corruzione che coinvolge i vertici del cerchio magico di Zlensky dà a Putin più di un’ìopportunità per dichiarare la illegittimità dei vertici di Kiev.

C’è, infatti, da chiedersi quanto ancora durerà al potere Zelensky e quanto la sua credibilità interna e internazionale si ancora accettabile.

Come riferisce il Kyiv Independent, Yermak è indagato in un caso di corruzione che coinvolge il monopolio statale dell'energia nucleare Energoatom, la più grande indagine per corruzione durante la presidenza di Zelensky.

Otto sospettati sono stati incriminati e Timur Mindisch, stretto collaboratore del presidente, ne sarebbe il presunto capo.

Nonostante le reazioni negative, Zelensky si era rifiutato di licenziare Yermak. Inoltre, lo aveva nominato a capo della delegazione ucraina ai colloqui tra Stati Uniti e Ucraina in Svizzera il 23 novembre scorso, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva presentato un piano di pace.

Gli esperti hanno dichiarato al Kyiv Independent che, inviando Yermak come negoziatore, Zelensky ha cercato di proteggerlo dagli inquirenti.

Una delle lussuose vicino a Kiev, finanziate tramite il piano di corruzione Energoatom , era destinata a Yermak, ha riferito una fonte delle forze dell'ordine al Kyiv Independent.

Scrive il Kyiv Independent: “Secondo quanto riportato il 12 novembre dal progetto di giornalismo investigativo Bihus.info, che cita registrazioni audio diffuse dalla NABU, gli indagati nel caso Energoatom hanno dato soldi all'ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov per la costruzione di case di lusso nei pressi di Kiev”.

Anche l'Ukrainska Pravda ha riferito il 24 novembre, citando le sue fonti, che Yermak è implicato nello scandalo di corruzione e che gli inquirenti si riferiscono a lui come "Ali Baba".

Il procuratore capo anticorruzione dell'Ucraina, Oleksandr Klymenko, ha dichiarato all'inizio di novembre che, secondo gli inquirenti, "Ali Baba sta tenendo riunioni e assegnando incarichi alle forze dell'ordine per garantire che perseguano i detective della NABU e i procuratori anticorruzione".

Daria Kaleniuk, direttrice esecutiva dell'Anti-Corruption Action Center, ha affermato che "solitamente le perquisizioni vengono effettuate subito prima che le accuse vengano presentate ai possibili sospettati" e ha detto al Kyiv Independent che “possiamo aspettarci oggi o molto presto accuse contro Andriy Yermak".

Secondo il Kyiv Independent, che riporta opinioni di parlamentari, il sistema politico ucraino si sta "avviando verso lo scenario peggiore" e le dimissioni di Yermak "potrebbero portare al crollo dell'intera struttura di potere, poiché tutto è stato tenuto insieme dal capo dell'ufficio presidenziale".



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