Giornata storica, quella di ieri, per la pace e per il futuro degli assetti geopolitici del Medio Oriente e del mondo.
“Ciò che abbiamo realizzato insieme in questi ultimi giorni cambierà la storia e sarà ricordato per sempre” ha infatti detto Donald Trump ai leader a Sharm El Sheikh.
A firmare lo storico accordo, oltre a Donald Trump, che ha rivendicato il ruolo centrale nell'accordo, Abdel Fattah al-Sisi, come leader del paese ospitante e mediatore chiave, Recep Tayyip Erdo?an, presidente turco e l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, mediatore per il rilascio degli ostaggi.
Dell’incontro di Sharm el-Sheikh, del quale abbiamo dato resoconti nella cronaca di ieri, ci sono alcuni fatti che vanno sottolineati.
Il primo luogo la partecipazione di Abu Mazen alla cerimonia della firma dell’accordo di pace.
Quello con Abu Mazen è stato quello durato di più tra i saluti del presidente degli Stati Uniti con i leader al summit di pace a Sharm el-Sheikh. Il leader palestinese ha parlato circa un minuto e mezzo con Trump, che per lo più si è limitato ad ascoltare annuendo. Poi i due si sono salutati sorridendo. Un bel segno, che fa capire come l’Autorità nazionale palestinese si riconosca nel piano di pace.
Un altro fatto da sottolineare è la posizione di primo piano dell’Egitto che continuerà ad essere al centro del futuro assetto della regione. Al Sisi, infatti, ha annunciato che a novembre al Cairo ci sarà un vertice sulla ricostruzione di Gaza. Come riferisce la presidenza egiziana, l'obiettivo è “costruire sullo slancio generato” da questo vertice. Al-Sisi ne ha parlato anche nel bilaterale con il presidente Donald Trump, auspicando il sostegno degli Stati Uniti a questa iniziativa.
Altro fatto degno di considerazione è la rara dimostrazione di elogio bipartisan, con Hillary Clinton che ha pubblicamente elogiato il presidente Donald Trump per aver mediato un accordo di pace storico tra Israele e Hamas, definendolo un passo importante verso la stabilità in Medio Oriente.
L'ex segretario di Stato ha rivolto un insolito cenno di assenso al suo storico rivale politico, attribuendo alla sua amministrazione il merito di aver raggiunto ciò che molti ritenevano impossibile: porre fine alla guerra di Gaza, durata due anni.
L’assenso è arrivato venerdì con una dichiarazione a CBS News 24/7: "Mi congratulo sinceramente con il presidente Trump e la sua amministrazione”, ha dichiarato la Clinton dopo l'annuncio che Hamas aveva accettato il piano di pace in 20 punti di Trump. La Clinton si è congratulata anche con "i leader arabi della regione per essersi impegnati a rispettare il piano in 20 punti e aver intravisto una via d'uscita per quello che spesso viene definito il giorno dopo".
"Sosteniamo ora questo processo e uniamolo – ha aggiunto infine la Clinton -, non solo in modo imparziale nel nostro Paese, ma letteralmente a livello internazionale come un grande impegno globale per cercare di portare pace, sicurezza, stabilità e un futuro migliore in Medio Oriente".
A remare contro l’accordo, a quanto pare, rimangono solo i flottigliati nel cervello e un’accozzaglia di protestatari italiani, con le truppe fornite dai centri sociali.
Il loro intento non ha nulla a che fare con i palestinesi, ma è rivolto a voler a tutti i costi contrastare il Governo guidato da Giorgia Meloni, alla quale ieri Donald Trump, un attimo prima della firma, si e rivolto dicendo: “Una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”.
Prima della firma in Egitto, Donald Trump si era recato, in mattinata, in Israele, dove ha tenuto un lungo discorso alla Knesset, interrotto da lunghissimi applausi e standing ovation di alcuni minuti.
Trump ha dichiarato al parlamento israeliano che il suo accordo di pace per Gaza rappresenta "l'alba storica di un nuovo Medio Oriente".
Trump ha poi ricordato come la guerra ebbe inizio durante la festività di Simchat Torah, utilizzando il nome ebraico e ha affermato che si è trattato di "una delle più malvagie e atroci profanazioni di vite innocenti che il mondo abbia mai visto, e del peggior massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto".
Trump ha poi detto che la crudeltà di Hamas nell'attacco del 7 ottobre 2023 "ha colpito nel profondo l'umanità stessa". L'America si unisce a Israele nei giuramenti: "Non dimenticare mai" e "Mai più".
Israele – aggiunto Trump - ha sopportato durante la guerra pesi “che solo un popolo orgoglioso e fedele avrebbe potuto sopportare. Ora almeno, non solo per Israele, ma anche per i palestinesi e molti altri, il lungo e doloroso incubo è finalmente finito".
Mentre la polvere si deposita e i detriti vengono rimossi da Gaza, ha detto Trump, "l'alba sorge su una regione trasformata e un futuro meraviglioso e molto più luminoso appare improvvisamente a portata di mano. Questo è un momento molto emozionante per Israele".
Trump ha elogiato la capacità negoziale e la personalità dell'inviato speciale Steve Witkoff e lo ha paragonato a "Henry Kissinger che non fa trapelare nulla".
La Knesset ha tributato a Witkoff una standing ovation dopo che Trump ha raccontato una lunga storia sul lavoro di Witkoff nelle negoziazioni con il presidente russo Vladimir Putin.
Passando al genero Jared Kushner, Trump ha affermato di non sapere che sua figlia Ivanka, moglie di Kushner, si sarebbe convertita all'ebraismo: “Bibi, sai che per me non era nei miei piani, lo capisci".
Elogia Kushner per essere stato l'artefice degli Accordi di Abramo, questa volta usando la corretta pronuncia ebraica dopo aver fallito il mese scorso a Washington. "Avraham, è fantastico. Molto più bello, in un certo senso. L'Abramo, contro l'Avraham."
Dopo aver elogiato altri funzionari, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump elogia il suo segretario di Stato e consigliere per la sicurezza nazionale Marco Rubio, prevedendo che passerà alla storia come il più grande segretario di Stato nella storia degli Stati Uniti: “È sempre stato intelligente e perspicace e la gente lo rispetta". Trump ha anche elogiato il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, affermando che l'esercito americano è più forte che mai: "Abbiamo risolto otto guerre in otto mesi", ha detto, inclusa quella di Gaza.
Trump ha sottolineato che "la sua personalità è tutta incentrata sul fermare le guerre, e sembra che funzioni".
Se l'America dovesse entrare in guerra, ha affermato Trump, "vinceremo quella guerra come nessuno ha mai vinto prima. Non saremo politicamente corretti. La pace attraverso la forza, ecco di cosa si tratta", ha aggiunto, ripetendo quanto affermato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu nel suo discorso.
Trump ha poi affermato che gli Stati Uniti hanno le armi migliori e "francamente ne abbiamo date molte a Israele".
Fatto notevole, tra i tanti, il riferimento all’Iran. "Ho rescisso l'accordo sul nucleare iraniano e ne sono stato molto orgoglioso- ha detto Trump - Eppure, persino con l'Iran, il cui regime ha inflitto così tante morti in Medio Oriente, la mano dell'amicizia e della cooperazione è aperta".
Il presidente ha affermato: "Né gli Stati Uniti né Israele nutrono alcuna ostilità nei confronti del popolo iraniano. Vogliamo solo vivere in pace. E all'Iran, e come sapete questo non lo dico per debolezza, voglio dire questo: che siamo pronti quando lo sarete voi, e sarà la migliore decisione che l'Iran abbia mai preso".