"Riteniamo che firmare l'accordo" sul Mercosur "nei prossimi giorni come ipotizzato sia ancora prematuro, è necessario attendere che il pacchetto di misure aggiuntive a tutela del settore agricolo sia perfezionato e allo stesso tempo illustrarlo e discuterlo con i nostri agricoltori".
Così Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue. "Non significa - ha aggiunto - che l'Italia intende bloccare o opporsi, ma intende approvare l'accordo solo quando include adeguate garanzie reciprocità per il nostro settore agricolo. E sono molto fiduciosa che con l'inizio del prossimo anno tutte queste condizioni possano verificarsi".
"Lunedì al vertice di Berlino con Zelensky – ha aggiunto la Meloni -, diversi colleghi europei e i negoziatori americani", c'è stato "un clima costruttivo e unitario che vale la pena di sottolineare.
La dichiarazione finale dei leader europei riprende tutte le priorità che l'Italia ha sostenuto in questi mesi difficili e che ho ribadito anche a Zelensky nella sua visita a Roma", ha detto la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera, sottolineando che tra i "fattori fondamentali" emersi dal summit c'è lo "stretto legame tra Europa e Stati Uniti, che non sono competitor in questa vicenda, condividono lo stesso obiettivo angolo di visuale, non sovrapponibile completamente per il diverso posizionamento geografico".
È importante "il mantenimento della pressione sulla Russia" che, a differenza di quanto dice la propaganda, "si è impantanata in una durissima guerra di posizione a costo di enormi sacrifici. Questa difficoltà è l'unica cosa che può costringere Mosca ad un accordo", ha detto Meloni.
Il Consiglio Ue "è chiamato ad assicurare la continuità del sostegno finanziario" all'Ucraina con la "soluzione più sostenibile per i Paesi membri nel breve e lungo periodo", ha detto la premier, parlando della decisione sull'eventuale uso degli asset russi congelati. "Trovare una soluzione sostenibile - ha aggiunto - sarà tutt'altro che semplice".
Per le garanzie di sicurezza all'Ucraina c'è tra l'altro "l'ipotesi di dispiegamento di una forza multinazionale ucraina guidata dai volenterosi con la partecipazione volontaria dei paesi: approfitto per ribadire che l'Italia non intende inviare soldati in Ucraina", ha sottolineato Meloni. La questione dei territori è "lo scoglio più difficile da superare per la trattativa. Tutti dovremmo riconoscere la buona fede" di Volodymyr Zelensky "che è arrivato a proporre un referendum", ipotesi "respinta dalla Russia". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue. "Ogni decisione - ribadisce - dovrà essere presa tra le parti e nessuno può imporre da fuori la sua volontà".
"L'Italia resta impegnata anche a mantenere una pressione economica sulla Russia", "qualsiasi strumento di sostegno a Kiev" deve "sempre rispettare i nostri valori e le regole su cui poggia lo stato di diritto". "Alla politica spetterebbe il compito di preservare la Repubblica dai rischi per la propria sicurezza inclusi quelli derivanti dalle predicazioni violente di autoproclamati imam che come nel caso di Shahin fanno apologia del 7 ottobre. Un impegno che dovrebbe valere per tutte le istituzioni, magistratura compresa. A nessuna sfugga la sfacciata ipocrisia di cui nelle stesse ore riesce a chiedere la censura delle case editrici e rivendicare la libertà di espressione per chi inneggia al 7 ottobre". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni. "La proposta della Commissione prevede maggiori contributi e minori allocazioni a politiche tradizionali per noi fondamentali come la Politica agricola comune e la Politica di coesione. Lo dirò senza giri di parole: non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue, parlando del bilancio europeo.
Infine una frecciata alla magistratura.
"Alla politica spetterebbe il compito di preservare la Repubblica dai rischi per la propria sicurezza inclusi quelli derivanti dalle predicazioni violente di autoproclamati imam che come nel caso di Shahin fanno apologia del 7 ottobre. Un impegno che dovrebbe valere per tutte le istituzioni, magistratura compresa. A nessuna sfugga la sfacciata ipocrisia di cui nelle stesse ore riesce a chiedere la censura delle case editrici e rivendicare la libertà di espressione per chi inneggia al 7 ottobre".







