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POLITICA

PIANTADOSI, SUI MIGRANTI C'E' STATA LA SVOLTA CHIESTA DALL'ITALIA

PIANTADOSI, SUI MIGRANTI C'E' STATA LA SVOLTA CHIESTA DALL'ITALIA

A cura di Agenzia Nova

"Finalmente abbiamo ottenuto una lista europea di Paesi di origine sicuri, riformato completamente il concetto di Paese terzo sicuro e ci avviamo a realizzare un sistema europeo per i rimpatri realmente efficace", ha detto il ministro

“La svolta che il governo italiano ha chiesto in materia di migrazione c’è stata: finalmente abbiamo ottenuto una lista europea di Paesi di origine sicuri, riformato completamente il concetto di Paese terzo sicuro e ci avviamo a realizzare un sistema europeo per i rimpatri realmente efficace”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha partecipato oggi al Consiglio Giustizia e Affari Interni a Bruxelles dove – si legge in una nota – in un momento decisivo per le politiche europee, ha prevalso l’approccio italiano. Gli Stati membri “potranno finalmente applicare le procedure accelerate di frontiera (così come previsto dal protocollo Italia-Albania) e a questo si aggiunge l’importante novità che i ricorsi giudiziari non avranno più effetto sospensivo automatico della decisione di rimpatrio. Inoltre la definizione di una lista europea dei Paesi Terzi sicuri, dove compaiono oltre ai Paesi candidati alla adesione anche Paesi quali Egitto, Tunisia e Bangladesh è in linea con i provvedimenti già adottati dall’Italia”, spiega il titolare del Viminale. La possibilità di effettuare rimpatri anche verso Paesi terzi diversi da quelli di origine, e di utilizzare i return hubs non solo come punti di arrivo ma anche come punti di transito, “aumenta la nostra capacità operativa”, aggiunge.

Per il buon esito dei negoziati “è stata fondamentale la collaborazione, proposta dall’Italia, con la Francia e la Germania: con quest’ultima, in particolare, abbiamo condiviso un nuovo approccio verso le Ong, che abbiamo convenuto costituire spesso un fattore di pull factor per i flussi migratori irregolari – continua Piantedosi -. In coerenza con il quadro europeo, Italia e Germania hanno inoltre concordato un azzeramento dei Dublinanti fino all’entrata in vigore del nuovo Patto Asilo e Migrazione quando i nuovi meccanismi adottati garantiranno il giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità”, conclude.

Consiglio Ue: concordata la posizione sulle norme relative ai Paesi di origine e terzi sicuri

Il Consiglio europeo ha concordato la sua posizione su due atti legislativi che rafforzeranno l’applicazione pratica del concetto chiave di Paese sicuro nelle norme europee in materia di asilo. I due atti in materia di migrazione mirano a istituire procedure di asilo più rapide ed efficaci per coloro che non dovrebbero ricevere protezione all’interno dell’Ue. Il nuovo regolamento, che rivede il concetto di Paese terzo sicuro, amplierà le circostanze in cui una domanda di asilo può essere respinta per inammissibilità. Il Consiglio europeo, inoltre, ha concordato il primo elenco comune di Paesi di origine sicuri, che consentirà agli Stati membri di trattare le domande di protezione internazionale in modo accelerato. “Abbiamo un afflusso molto elevato di migranti irregolari e i Paesi europei sono sotto pressione. Migliaia di persone annegano nel Mar Mediterraneo o subiscono abusi lungo le rotte migratorie, mentre i trafficanti di esseri umani guadagnano fortune. Ciò dimostra che l’attuale sistema crea strutture di incentivi malsane e un forte fattore di attrazione, difficili da eliminare”, ha spiegato il ministro per l’Immigrazione e l’Integrazione della Danimarca, Rasmus Stoklund, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. “La Danimarca e la maggior parte degli Stati membri dell’Ue si sono battuti per l’esame delle domande di asilo in Paesi terzi sicuri, al fine di eliminare gli incentivi a intraprendere viaggi pericolosi verso l’Ue. Sono lieto che noi, Stati membri, abbiamo concordato un approccio generale alla revisione del concetto di ‘Paese terzo sicuro’, che consente agli Stati membri di stipulare accordi con Paesi terzi sicuri per l’esame delle domande di asilo al di fuori dell’Europa”, ha continuato Stoklund.

Il concetto di Paese terzo sicuro consente agli Stati membri dell’Ue di respingere una domanda di asilo come inammissibile (ovvero senza esaminarla nel merito) quando i richiedenti asilo avrebbero potuto chiedere e, se idonei, ottenere protezione internazionale in un Paese extra-Ue considerato sicuro per loro. In base alle norme aggiornate, gli Stati membri potranno applicare il concetto di Paese terzo sicuro sulla base delle seguenti tre opzioni: l’esistenza di un “legame” tra il richiedente asilo e il Paese terzo (ma il legame non sarà più un criterio obbligatorio per l’utilizzo del concetto di Paese terzo sicuro); il transito del richiedente attraverso il Paese terzo prima di raggiungere l’Ue; l’esistenza di un accordo o un’intesa con un Paese terzo sicuro che garantisca che la richiesta di asilo venga esaminata nel Paese terzo in questione. L’applicazione del concetto di Paese terzo sicuro sulla base di un accordo o di un’intesa non è possibile nel caso di minori non accompagnati. Un richiedente che presenta ricorso contro una decisione di inammissibilità basata sul concetto di Paese terzo sicuro non avrà più il diritto automatico di rimanere nell’Ue per la durata del ricorso, mentre permane il diritto di rivolgersi a un tribunale per ottenere il diritto di rimanere.

Per quanto riguarda, invece, il concetto di Paese di origine sicuro, esso consente agli Stati membri di istituire un sistema speciale per l’esame delle domande di protezione internazionale. Ai sensi del regolamento sulla procedura di asilo del 2024, adottato nell’ambito del Patto su asilo e migrazione, gli Stati membri devono applicare una procedura accelerata per i richiedenti provenienti da un Paese di origine sicuro e possono svolgerla alla frontiera o nelle zone di transito. Le norme sui Paesi di origine sicuri si basano sul presupposto che i richiedenti provenienti da tale Paese godano di una protezione sufficiente contro il rischio di persecuzione o gravi violazioni dei loro diritti fondamentali. I Paesi extra-Ue possono essere designati come Paesi di origine sicuri solo se raggiungono un’elevata soglia di sicurezza. Il Consiglio ha convenuto che vengano designati come Paesi di origine sicuri a livello Ue: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Anche i Paesi candidati all’adesione all’Ue sono designati come Paesi di origine sicuri a livello dell’Unione, a meno di una situazione di conflitto armato internazionale o interno, di misure restrittive che ledano i diritti e le libertà fondamentali o di una percentuale di decisioni positive delle autorità degli Stati membri nei confronti dei richiedenti provenienti dal Paese superiore al 20 per cento.

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