In un'intervista a Rossiya 1, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha dichiarato che la nuova strategia di sicurezza statunitense "è in larga parte in linea con la visione della Russia".
"L'attuale amministrazione [statunitense] è molto diversa dalle precedenti e, naturalmente, la posizione politica interna del presidente Trump è forte, il che gli offre l'opportunità di adattare il concetto in linea con la sua visione", ha affermato Peskov intervistato da Pavel Zarubin. Tali aggiustamenti "sono ampiamente in linea anche con la nostra visione".
“Si può forse sperare – ha aggiunto Peskov - che ciò possa fungere da modesta garanzia che sia possibile continuare a lavorare insieme in modo costruttivo almeno nella ricerca di una soluzione pacifica in Ucraina".
Peskov ha mostrato apprezzamento per il passaggio del documento sull'impegno a non espandere la Nato, ma ha avvertito che a contare saranno, come sempre, i risvolti pratici. "Di certo contiene parole sfavorevoli a uno scontro e favorevoli al dialogo e all'istituzione di relazioni positive", ha proseguito il funzionario russo. "Se da una parte ciò è incoraggiante, dall'altra sappiamo cosa accade quando tutto viene scritto in maniera molto bella e teorica ma quella loro struttura chiamata 'Stato profondo' fa tutto in modo diverso", ha detto ancora Peskov, "per questo abbiamo bisogno di seguire con attenzione l'applicazione concreta che questo concetto troverà".
Nel frattempo Keith Kellogg, inviato per l'Ucraina di Donald Trump, ha spiegato che sarebbe "davvero vicino" un accordo per porre fine al conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina avviata nel febbraio di tre anni fa.
Secondo Kellogg si tratta di risolvere la questione del futuro del Donbass e della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in mano alle forze russe dal marzo 2022.
"Se sei un militare - ha detto durante il Reagan National Defense Forum - sai che gli ultimi dieci metri per arrivare all'obiettivo sono sempre i più difficili. È lì che si concentrano gli attriti. Credo siamo negli ultimi dieci metri". "Penso tutto si riduca a un paio di questioni", ha affermato, citando il Donbass e Zaporizhzhia e aggiungendo che "se si risolveranno questi due punti, il resto si risolverà abbastanza bene". E ha insistito nel ritenere che un accordo sia "molto vicino".
Per Kellogg, il conflitto in Ucraina "è senza precedenti" dalla Seconda Guerra Mondiale e "Russia e Ucraina, insieme, contano più di due milioni" di perdite. Ha parlato di "bilanci orribili", in assenza, da mesi, di dati confermati da Kiev e Mosca, e ribadito che "è necessario porre fine al conflitto".
Donald Trump Jr, in un intervento al Doha Forum, ha detto che la questione ucraina non è una priorità per gli americani. Tracciando un parallelo con l'attuale "guerra" di Trump contro i cartelli della droga, Trump Jr. ha descritto le gang che introducono droghe illegali in America come un "pericolo chiaro e effettivo molto più grande per gli Stati Uniti di qualsiasi cosa in Ucraina o in Russia".
Donald Trump Jr. ha detto poi di non credere che l'Ucraina verrebbe "abbandonata", ma, ha aggiunto, "il pubblico americano non ha voglia" di guerre infinite e di ulteriori finanziamenti per gli sforzi militari dell'Ucraina. Per il figlio del presidente americano, l'Ucraina è "un paese molto più corrotto della Russia", e Zelensky "uno dei più grandi esperti di marketing di tutti i tempi". L'approccio adottato dal padre è quello del 'buon senso', ha affermato.
Non sono mancate critiche all'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Kaja Kallas: le sanzioni europee non stanno funzionando, ha detto e il piano europeo equivale a dire: "Aspetteremo che la Russia vada in bancarotta: questo non è un piano".








