Magari sarò distratto, ma non vedo ergersi gagliardetti, non sento risuonare nelle piazze "L'Inno a Roma", non vedo girare squadracce in camicia nera, non noto gente che si saluti romanamente. Picchiatori, manganelli, corsi di "mistica fasista" e roba simile li ricordo come reperti di 40/50 anni fa.
Così come sono roba vecchia i brigatisti rossi, i rapimenti, le P38, gli omicidi di "nemici del popolo", le gambizzazioni e mercanzia del genere.
Dall'una e dall'altra parte c'è ancora sì qualche scemotto, alcuni travestiti da anarchici della domenica (o del venerdì antifascista), muniti di rolex e idioti patentati, altri più intenti a curare l'uniformità del "chiodo", che a studiare Rauti, o Evola.
Eppure continuano a dirmi che incombe sulla mia vita l'ombra nera del pericolo fascista. Mi sono guardato in giro, avanti e indietro, a destra e a sinistra, ma non ho visto nulla. Solo alcuni pro pal giunti al capolinea, qualche vecchio squalo che li guida e, dall'altra parte, qualche ragazzo su di peso che fa pratica come ultras nelle curve dell'italica domenica calcistica.
Poiché alla mia età credo più ai miei occhi, alle mie orecchie e alla mia ragione, che alla propaganda stantìa di chi pensa (in parte a ragione) che siamo tutti scemi, non contate su di me per una caccia alle streghe che sono andate in pensione.
L’unica preoccupazione non ha nulla di novecentesco: è quella per l’antisemitismo che, finito il suo percorso a destra, si è trasferito in una sinistra che, avendo dimenticato, o meglio, non avendo studiato la sua storia, punta su un’alleanza con l’elettorato islamico, che cerca di ampliare con jus soli, o jus scolae, funzionali a recuperare un milione di voti, con cui rovesciare i rapporti di forza. Mossa che, se le riuscisse, la costringerebbe a venire a patti (cioè a calare le braghe) su principi costituzionali che in qualche modo erano, o furono, la sua carta d’identità.
Mi riferisco alla parità di genere, alla libertà di coscienza, alla separazione tra stato e religione, alla tolleranza ed alla stessa democrazia.
Paradossalmente, il solo pericolo totalitarista, quindi, o se si vuole fascista, oggi non viene dai gagliardetti e dai saluti romani, ma dalle bandiere di Hamas e da chi si avvolge in quel simbolo di guerra ai valori su cui - grazie a millenni di conquiste partite da Atene, raccolte da Roma, elaborate e rinnovate dal Cristianesimo, arricchite dalle conquiste culturali, filosofiche e scientifiche del Medio Evo, esaltate dal Rinascimento, filtrate dall’Illuminismo e dalla rivoluzione borghese di Francia, e dal contributo della analisi marxista - si fonda ciò che chiamiamo Occidente.
Occidente che non è solo l’Europa, ma anche l’America del Nord, buona parte dell’America del Sud, l’Australia, il Giappone, la stessa democrazia indiana e tutti i Paesi in cui la sovranità appartiene al popolo ed in cui le maggioranze non sopprimono fisicamente o politicamente le minoranze.








