testata3

OPINIONI

LA MASSONERIA SPECULATIVA E IL PROBLEMA DELL'INIZIAZIONE VIRTUALE - PARTE V

LA MASSONERIA SPECULATIVA E IL PROBLEMA DELL'INIZIAZIONE VIRTUALE - PARTE V

PARTE V

IX. Epilogo: verso il recupero di un’autenticità perduta. IX.1 La diagnosi: una Tradizione interrotta


Al termine di questa lunga disamina, possiamo adesso formulare con maggior precisione la diagnosi della situazione attuale della Massoneria speculativa che avevamo enunciato nelle considerazioni introduttive. Ciò che caratterizza la Massoneria moderna nella sua configurazione maggioritaria non è l’assenza completa di validità iniziatica – l’iniziazione rituale, quando conferita secondo le forme ortodosse, conserva tutta la sua efficacia potenziale – ma piuttosto l’interruzione della trasmissione dei metodi operativi che dovrebbero accompagnare e completare tale iniziazione.
Detta interruzione non si è prodotta in modo subitaneo o violento, ma è stata piuttosto il risultato di un graduale processo di oblio, di trascuratezza, di incomprensione. Nel passaggio dalla Massoneria operativa a quella speculativa, mentre venivano conservati con una certa cura i rituali esterni, le formule sacramentali, la struttura simbolica, venivano progressivamente smarrite o dismesse quelle pratiche individuali che costituivano il complemento indispensabile del lavoro collettivo.
Diverse cause hanno contribuito a tale perdita. La prima – e probabilmente la più determinante – è stata la modificazione nella composizione sociale delle Logge: i “massoni accettati”, che progressivamente rimpiazzarono i costruttori operativi, non possedevano più quella connessione vivente con un mestiere che serviva naturalmente da supporto per la realizzazione spirituale. La seconda causa è stata l’influsso dello spirito razionalista moderno, che tendeva a ridurre la Massoneria ad una società filosofica o morale, svuotando progressivamente il simbolismo della sua portata propriamente spirituale ed operativa. Una terza causa, infine, è stata la sempre crescente esteriorizzazione della vita moderna, che rendeva vieppiù difficile la pratica di metodi contemplativi richiedenti solitudine, silenzio e concentrazione prolungata.

IX.2 La prognosi: possibilità di restaurazione
La questione che si pone naturalmente è se tale situazione sia reversibile, se sia possibile recuperare quella dimensione operativa che è andata perduta senza per questo cessare di essere “massoni accettati”, vale a dire senza ritornare anacronisticamente all’esercizio effettivo del mestiere di costruttore. La risposta a tale interrogazione è complessa ma fondamentalmente positiva.
È attuabile una restaurazione della dimensione operativa della Massoneria, ma tale restaurazione non può rappresentare semplicemente un “ritorno al passato”. Le condizioni storiche e sociali che rendevano possibile la Massoneria operativa medioevale sono irrimediabilmente scomparse. Ciò che è possibile e necessario è piuttosto una rifondazione che, preservando tutto quanto la Massoneria speculativa possiede di valido e di legittimo, reintegri al suo interno metodi operativi adattati alle condizioni dell’epoca attuale.
Tale rifondazione richiede un duplice movimento: da un lato, un ritorno alle fonti dottrinali autentiche della tradizione iniziatica, un recupero della comprensione profonda del simbolismo e del suo uso operativo, una riscoperta di quell’economia spirituale che governa il processo iniziatico; dall’altro lato, un’applicazione creativa di tali principi alle circostanze presenti, un adattamento dei metodi che rispetti la loro essenza ma al contempo li renda praticabili da iniziati che vivono nelle condizioni della modernità.

IX.3 Gli impedimenti e le resistenze
È tuttavia necessario mostrarsi realistici riguardo agli ostacoli che un tale progetto di restaurazione deve affrontare. Il primo e più formidabile di tali ostacoli è l’inerzia stessa della situazione attuale: la maggioranza dei massoni contemporanei, non avendo mai conosciuto altra forma di pratica massonica che la partecipazione ai lavori rituali collettivi, tende naturalmente a considerare tale modalità come normale e sufficiente.
Un secondo ostacolo è costituito dalla diffidenza, spesso legittima, verso forme di “neo-spiritualismo” che hanno talvolta infiltrato la Massoneria proponendo pratiche spurie, mescolanze sincretistiche di elementi tratti da tradizioni diverse, metodi pseudo-iniziatici privi di autentico fondamento tradizionale. Simile diffidenza, per quanto comprensibile, rischia tuttavia di produrre un rifiuto indiscriminato di ogni dimensione operativa, confondendo le deviazioni con l’ortodossia autentica.
Un terzo ostacolo, forse il più sottile ma non certo il meno significativo, è la mentalità profana moderna stessa, che tende a considerare ogni pratica spirituale con sospetto, a ridurre tutto a fenomeni psicologici, a negare la realtà oggettiva di influenze e di piani d’essere che trascendono il dominio materiale empiricamente verificabile. Iniziati che hanno interiorizzato una siffatta mentalità, pur partecipando formalmente ai lavori di Loggia, rimangono sostanzialmente impermeabili alla dimensione propriamente iniziatica della Massoneria.

IX.4 Le condizioni per una rinascita operativa
Nonostante tali ostacoli, esistono condizioni che rendono possibile una rinascita della dimensione operativa della Massoneria. La prima di tali condizioni è l’esistenza, seppur minoritaria, di Maestri che abbiano conservato o riscoperto la conoscenza effettiva dei metodi operativi e la capacità di trasmetterli. Non è necessario che tale conoscenza sia diffusa nella totalità delle Logge: è sufficiente che esistano alcuni centri, alcuni nuclei dove tale conoscenza permanga viva e praticata, affinché da essi possa progressivamente irradiarsi verso l’esterno.
La seconda condizione è la presenza, in un numero crescente di iniziati, di un’insoddisfazione riguardo alla situazione attuale, della vivida percezione che “manchi qualcosa”, che la pratica massonica così come comunemente intesa non realizzi pienamente le promesse dell’iniziazione. Tale insoddisfazione, quando non degeneri in contestazione sterile o in abbandono dell’Ordine, può costituire il legittimo punto di partenza di una ricerca autentica e di un’apertura verso dimensioni più profonde della pratica iniziatica.
La terza condizione, infine, è l’esistenza di una letteratura tradizionale di qualità – e qui l’opera di René Guénon occupa un posto assolutamente centrale – che consenta agli iniziati sinceramente in ricerca di trovare gli elementi dottrinali necessari per comprendere la natura e le finalità dell’iniziazione, distinguere l’ortodossia dalle deviazioni, orientarsi verso metodi puri e autentici di realizzazione spirituale.

Conclusio: sub specie aeternitatis
La questione che abbiamo esaminato nel corso del presente lavoro – la necessità di metodi operativi individuali per l’attualizzazione dell’iniziazione massonica – non rappresenta una questione di dettaglio tecnico o di perfezionismo spirituale riservato a pochi entusiasti. Essa attiene al cuore stesso della natura e della finalità dell’Istituzione massonica: la Massoneria è semplicemente una società di mutuo soccorso ornata di simboli pittoreschi e di rituali arcaici, oppure essa è veramente, come proclamano le sue Costituzioni, un Ordine iniziatico che ha per vocazione di condurre i suoi membri verso la realizzazione spirituale?
Se accettiamo la seconda alternativa – e solo essa, si badi bene, giustifica l’esistenza stessa della Massoneria come istituzione distinta da qualsiasi altra associazione profana – allora dobbiamo necessariamente ammettere che la partecipazione ai lavori rituali collettivi, per quanto indispensabile essa sia, non può costituire la totalità del metodo massonico. Essa deve inevitabilmente essere completata da una pratica individuale quotidiana, mediante la quale l’iniziato attualizza in maniera progressiva le virtualità che l’iniziazione gli ha conferito.
Tale pratica individuale, che abbiamo designato con l’espressione tecnica di “visualizzazione simbolica” o “meditazione sui simboli”, non costituisce affatto un’innovazione arbitraria o un’importazione sincretica di tecniche estranee alla tradizione massonica. Al contrario, essa rappresenta il recupero di una dimensione che è sempre stata presente nella Massoneria autentica, anche se la sua trasmissione esplicita si è progressivamente attenuata nel corso della transizione verso la forma speculativa moderna.
Il ritorno a tale pratica – o più esattamente, la sua riscoperta e la riappropriazione di essa da parte degli iniziati contemporanei – non richiede specifiche modificazioni dei rituali, innovazioni organizzative, riforme strutturali. Essa richiede semplicemente che ciascun iniziato, nella solitudine e nel silenzio del suo tempio interiore, si applichi quotidianamente e con perseveranza a quel lavoro di rettificazione e di perfezionamento al quale si è solennemente impegnato il giorno della propria iniziazione.
Che il Grande Architetto dell’Universo illumini ogni Fratello sincero che percorre questo sentiero e che l’influenza spirituale trasmessa attraverso la catena iniziatica ininterrotta dall’origine dei tempi fino ai nostri giorni produca in ciascuno i suoi frutti di conoscenza e di realizzazione.

RIFERIMENTI

ngn logo2

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione

Sostienici per dare una libera informazione

Donazione con Bonifico Bancario

TAGS POPOLARI

Info Nessun tag trovato.
Image
Image
Image
Image
Image
Image

Ricerca