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GEOPOLITICA

RUSSIA E UCRAINA, FORSE SIAMO ALLE BATTUTE DECISIVE

RUSSIA E UCRAINA, FORSE SIAMO ALLE BATTUTE DECISIVE

Ormai siamo alle battute decisive: da un lato c’è Donald Trump che vuole la resa dell’Ucraina e al capo opposto c’è Putin che vuole la stessa cosa.

L’effetto di questa momentanea identica posizione ha due elementi caratterizzanti quello di Trump che spera, con questa cessione territoriale in Ucraina, di allontanare la Russia dalla Cina e, dall’altro, Putin che ha compreso questo punto e cerca di farsi pagare il prezzo più alto possibile. In mezzo c’è l’Unione europea che, in realtà, non c’è. Sarebbe stata anomala che ci fosse stata visto che finora, al di là di scrivere regole in quantità industriali e modelli politicamente corretti, non ha mai puntato seriamente ad arrivare all’unico punto di vera forza: la nascita di una confederazione vera e propria con obiettivo finale gli Stati Uniti d’Europa. Ma, nonostante tale handicap di partenza, l’UE è riuscita a tenere discretamente una sua parziale autonoma posizione intermedia infastidendo la Casa Bianca che la vorrebbe out da ogni gioco e che, mantenendo una propria posizione di appoggio a Kiev, sta dando fastidio a Trump che si è innervosito e che reagisce in modo sgradevole e virulento nei suoi confronti, come si è visto.

Nel frattempo, tre forti nazioni: Gran Bretagna, Francia e Germania hanno avviato da tempo uno stretto e continuo rapporto sostituendosi all’assente UE dichiarandosi pronte a supportare l’Ucraina dal punto di vista militare. Questo supporto militare, ancora in nuce per quanto se ne sappia ufficialmente, è foriero di accordi a tre fatti in questo anno come quello molto più restrittivo sull’immigrazione sancito nella scorsa estate. A tal riguardo immediata e molto dura è stata la reazione del Cremlino a questo inaspettato ed inatteso interventismo franco-anglo-tedesco rispetto alle lunghe e macerate scarse decisione dell’UE.

Mosca ha tutto l’interesse ad allontanare l’Europa dagli Stati Uniti e dalla NATO ed in questo la Casa Bianca non fa nulla per fermarlo, resta da capire se questa è una strategia dell’attuale presidente oppure anche del Dipartimento di Stato. Infatti, sbagliato è stato non aver ascoltato già Barak Obama che, dal 2008, chiedeva agli alleati del patto atlantico di aumentare le spese militari per il mantenimento ed il forte rafforzamento della difesa comune nella NATO. Inoltre, qualcuno ricorderà il sostegno diretto ed indiretto fornito da Mosca all’uscita della Gran Bretagna dall’UE pochi anni fa e quale migliore occasione per amplificare quel progetto strategico con il conflitto in Ucraina.

Nella seconda metà del XX secolo il monito unanime che partiva da Willie Brand alla Margareth Thatcher passando per Bettino Craxi e Giulio Andreotti era quello di evitare che l’Europa si finlandizzasse.

Nel frattempo, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha fatto varare un programma di riarmamento pari a circa 1.000 miliardi di euro mentre Gran Bretagna e Francia hanno allertato e stanno preparando le loro strutture militari che contengono, non va mai dimenticato, anche un discreto arsenale nucleare.

Se si ha la cortesia di osservare la cartina geografica si noterà che i confini occidentali della Russia sono definiti principalmente da paesi europei che includono Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia unico Paese a mantenere rapporti strettissimi con Putin, l’Ucraina, oltre all'exclave russa di Kaliningrad. Orbene in questi paesi, eccezion fatta per la Bielorussia, è da tempo che è scattato l’allarme sull’espansionismo russo e che molti di loro hanno già assaporato nel passato.

Per questo la sinergia che stanno introducendo una parte dell’UE e la Gran Bretagna sta facendo innervosire molto Donald Trump che vede ostacolare la sua strategia e la cosa più importante è legata alla forte presenza britannica da sempre in particolari e strettissimi rapporti storici con Washington.

Nel frattempo, bozze di accordo in vari punti vanno avanti ed indietro per il mondo con incontri che hanno proposto molte e disparate cose.  Il motivo per cui Zelensky difende sta difendendo le aree del Donbass è che questo lascerebbe ai russi una lunga pianura che arriva sino a Odessa. Questa pianura fu la stessa che l'Armata Rossa nella Seconda Guerra Mondiale liberò dai nazisti l’Ucraina.

Allo stato delle cose, se non si arrivasse a un accordo di pace accettabile per l’Ucraina, non ci sarebbe alternativa per Gran Bretagna e Francia di mandare soldati. È uno scenario molto probabile, non certo ovviamente.

Nel frattempo, mentre questi eventi stanno cambiando il mondo, l’Italia si crogiola col riconoscimento della propria arte culinaria e, cosa peggiore, la danno i sedicenti schieramenti partitici dove l’asse filorusso della Lega e dei 5 Stelle viene fuori dopo il governo di Conte mettendo allo sbando la già risibile nostra presenza. Per cui, agli occhi del mondo, confermiamo la nostra atavica inaffidabilità con chi è più filoamericano o più isolazionista come se fossimo fuori dal mondo.

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