A cura di Agenzia Nova
Gli Stati Uniti hanno invitato l’Italia a entrare a far parte del Consiglio di pace per Gaza che sarà presieduto dal presidente Donald Trump.
Lo ha rivelato “Axios” ieri citando due fonti a conoscenza dei colloqui che l’amministrazione Trump ha avuto di recente con gli alleati occidentali a proposito della composizione del futuro Consiglio di pace e della Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) che dovrà occuparsi di garantire la tenuta del cessate il fuoco e coordinare gli aiuti umanitari nella Striscia.
L’Italia e la Germania, secondo le fonti di “Axios”, sarebbero i due Paesi già invitati a entrare nel consiglio.
Trump ha intenzione di nominare un generale statunitense al comando della Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) che dovrà occuparsi del monitoraggio del cessate il fuoco e del coordinamento degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, rivela “Axios” citando due fonti governative Usa e due israeliane. La nomina aumenterebbe ulteriormente la responsabilità di Washington nella messa in sicurezza e nella ricostruzione di Gaza, scrive il portale, ricordando come lo stesso Trump guiderà il Consiglio di pace di Gaza e i consiglieri del presidente saranno coinvolti nel processo.
La Casa Bianca, tuttavia, insiste sul fatto che gli Stati Uniti non invieranno truppe sul terreno nella Striscia. Il cessate il fuoco a Gaza è finora il più grande successo di politica estera del secondo mandato di Trump, ma la tregua è fragile e l’amministrazione vuole accelerare i tempi per l’avvio della seconda fase dell’accordo per evitare una ripresa delle ostilità. Tale seconda fase prevede un ulteriore arretramento delle Forze di difesa israeliane (Idf), il dispiegamento dell’Isf a Gaza e l’entrata in vigore di una nuova struttura di governo sotto l’egida del Consiglio di pace presieduto da Trump.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha recentemente autorizzato l’istituzione sia dell’Isf che del Consiglio. Il 10 dicembre, Trump ha detto ai giornalisti che sta pianificando di annunciare la nascita del Consiglio all’inizio del 2026. Secondo “Axios”, la notizia dell’affidamento del comando dell’Isf a un generale a due stelle Usa sarebbe stata comunicata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu questa settimana dal rappresentante permanente degli Stati Uniti all’Onu, Mike Waltz. Quest’ultimo, afferma una fonte israeliana, “ha persino detto che conosce personalmente il generale e ha sottolineato che è un tipo molto serio”. Secondo l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, avere un generale statunitense a capo dell’Isf dovrebbe rassicurare Israele. Una fonte della Casa Bianca ha confermato che sono in corso discussioni sulla composizione dell’Isf, del Consiglio di pace e di un futuro governo tecnocratico palestinese, “ma non sono state prese o comunicate decisioni definitive”.
Gli Usa, riferisce “Axios”, hanno proposto che l’ex inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Nickolay Mladenov svolga il ruolo di rappresentante del Consiglio di pace sul terreno a Gaza, lavorando di concerto con il futuro governo palestinese. L’amministrazione Trump avrebbe informato anche gli alleati occidentali sugli sviluppi delle discussioni in corso su Consiglio di pace e Isf, e che “due dei Paesi invitati a unirsi al Consiglio sono Germania e Italia”. Indonesia, Azerbaigian, Turchia ed Egitto avevano precedentemente espresso la volontà di inviare militari all’Isf. Non è chiaro se qualche Paese occidentale accetterà di inviare truppe. Il motivo principale dell’esitazione, secondo “Axios”, è che molti Paesi vogliono sapere se Hamas consegnerà effettivamente le armi in modo volontario e quali saranno le regole di ingaggio per la nuova forza sul terreno. Stando a una fonte diplomatica europea, gli Usa hanno detto ai Paesi europei negli ultimi giorni che il piano è iniziare a dispiegare l’Isf quando il Consiglio di pace sarà installato, ma non è stato ancora approntato un programma ben definito. In un briefing con diplomatici europei lunedì scorso a Tel Aviv, funzionari Usa avrebbero sottolineato che se gli alleati non invieranno militari e non sosterranno l’Isf, allora l’esercito israeliano non si ritirerà dalle aree di Gaza che ancora occupa.








