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CRONACA

UNIVERSITÀ NEL CESTINO DELLA MERENDA

UNIVERSITÀ NEL CESTINO DELLA MERENDA

Mentre a livello internazionale si stanno svolgendo importanti e decisivi passi verso il multipolarismo e la conclusione di conflitti, alcuni atenei italiani si sono ridotti ad essere l’asilo Mariuccia e a mettere le loro opera nel cestino della merenda.

L’Università Bicocca Milano ha stabilito lo stop ai rapporti con Israele. "Fino al perdurare di questa crisi, il Senato Accademico esorta tutte le componenti della comunità universitaria a non sottoscrivere ne' rinnovare accordi con istituzioni direttamente coinvolte nelle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani fondamentali".

E' quanto si legge nella mozione su Gaza approvata oggi dal Senato accademico dell'Università Bicocca di Milano.

"Ogni scelta accademica dovrà orientarsi al rispetto dei principi di pace e giustizia - si legge ancora nel documento - allo stesso tempo, l'Ateneo esprime solidarietà alle colleghe e ai colleghi israeliani che, a loro rischio personale, si oppongono alle azioni che il proprio governo sta portando avanti nella Striscia di Gaza e si impegnano per difendere il ruolo etico e civile della ricerca e della didattica universitaria".  Dopo la Statale di Milano, anche la Bicocca, quindi, "condanna con forza le gravi violazioni dei diritti umani fondamentali e del diritto internazionale umanitario perpetrate dallo Stato di Israele, compreso il massacro della popolazione civile, la distruzione indiscriminata di edifici civili, universitari e scolastici, gli ostacoli posti agli aiuti umanitari e alle missioni della Flotilla, al personale medico, ai giornalisti e ai volontari, nonche' il ricorso intenzionale alla carestia". Infine l'ateneo chiede "la liberazione di tutti gli ostaggi, il cessate il fuoco, l'apertura e la messa in sicurezza di corridoi umanitari, l'apertura di tutti i pertinenti valichi di frontiera, il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite che riconoscono al popolo palestinese il diritto all'autodeterminazione e l'attuazione delle Convenzioni di Ginevra nel rispetto, innanzitutto, della vita, della dignità, del diritto alle cure e allo studio della popolazione che vive nella Striscia"

Sulla stessa onda l’Università La Sapienza,  che ha stabilito nuove direttive per la ricerca con Israele e con la Russia.

Il Senato accademico, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Direttori di Dipartimento della Sapienza in seduta congiunta "hanno approvato oggi (ieri per chi legge)  all’unanimità l’integrazione alle 'Linee guida sulla compliance delle attività di ricerca su tematiche dual-use nell’ambito di collaborazioni fuori dall’Unione europea'. Con questo provvedimento l’Ateneo rafforza le misure interne a garanzia dell’etica e dell’integrità della ricerca scientifica e introduce procedure più stringenti, con specifiche disposizioni per Paesi extra-UE a rischio per i diritti umani, come Israele e Russia, in riferimento a ricerche potenzialmente dual use". Lo rende noto lo stesso ateneo precisando che "la tutela dei diritti umani e il rispetto della libertà, dell’etica e dell’integrità della ricerca sono valori identitari della nostra Comunità, su cui abbiamo lavorato sin dai primi mesi del mio mandato come Rettrice istituendo il Comitato Etico per la Ricerca Transdisciplinare - spiega la Rettrice Antonella Polimeni – e, nel 2024, il Panel di esperti sulle tematiche del Duplice Uso. Oggi, con queste nuove misure, compiamo un ulteriore passo verso una ricerca che sia sempre più attenta ai suoi potenziali impatti sulla società, introducendo la figura di uno specifico Referente Dipartimentale per la compliance della ricerca in ambito dual use e definendo una procedura stringente che può avere come esito anche il rigetto della richiesta”.Il provvedimento "affronta anche potenziali rischi e criticità concernenti i contratti di ricerca commissionata da parte di Paesi extra-UE su tematiche potenzialmente dual use che coinvolgano entità private. Alla luce della attuale congiuntura internazionale, la lista dei paesi a rischio per i diritti umani include, tra gli altri anche Israele, in ragione del trattamento dei palestinesi nei territori occupati, delle operazioni militari a Gaza e della violazione, in tali contesti, del diritto internazionale umanitario; e la Federazione Russa, stante le crescenti restrizioni alle libertà civili, della repressione interna del dissenso politico, delle azioni militari in Ucraina e delle accuse di violazione del diritto internazionale umanitario in contesti di conflitto", conclude l'ateneo.

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