testata3

ARTICOLI DEL DIRETTORE

GLI USA CONTRO LA DITTATURA UE, NON CONTRO GLI EUROPEI

GLI USA CONTRO LA DITTATURA UE, NON CONTRO GLI EUROPEI

Più si legge e si rilegge il documento della Casa Bianca dal titolo: “National security strategy of the United States of America” e più ci si rende conto che, nella parte riguardante l’Unione Europea, il grumo di potere rappresentato dalla Commissione (funzionari) e dalla burocrazia (30 mila burocrati) è ritenuto dittatoriale.

NATIONAL SECURITY

L’Unione Europea, nella percezione dell’amministrazione Usa, è ritenuta una dittatura. Punto.

Quando si legge: “L’amministrazione Trump si trova in disaccordo con funzionari europei (leggi i membri della Commissione che sono solo ed esclusivamente funzionari, ndr) che hanno aspettative irrealistiche per la guerra, appollaiati in governi di minoranza instabili, molti dei quali calpestano principi di base della democrazia per sopprimere l’opposizione”, ci si rende conto che la rottura tra Washington e Bruxelles è totale. Gli Usa non riconoscono l’Unione Europea come una realtà democratica e pertanto, come dice chiaramente, difenderanno la democrazia e la libertà degli europei rivolgendosi agli Stati.

“La diplomazia americana – si legge nel documento ufficiale della Casa Bianca – dovrebbe continuare a difendere la vera democrazia, la libertà di espressione e celebrazioni senza scuse del carattere e della storia individuali delle nazioni europee. L’America incoraggia i suoi alleati politici in Europa a promuovere questa rinascita dello spirito, e la crescente influenza dei partiti patriottici europei offre di fatto grandi motivi di ottimismo”.

In questa frase ci sono due punti fondamentali: la difesa delle nazioni europee dalla dittatura dell’Unione Europea e la promozione della rinascita dello spirito.

Forse è in questa frase, “rinascita dello spirito” che si deve cogliere uno degli aspetti più profondi della sfida che arriva da Oltreoceano alla dittatura dell’Unione Europea che non solo ha conculcato la libertà di espressione, la democrazia, distrutto il welfare e mandato in rovina l’economia, ma ha accolto e sviluppato l’agenda woke, gender, lgbtq+, transumanista, facendo del Vecchio Continente una landa materialista la cui bandiera si è vista alle Olimpiadi con la trasformazione di Parigi nella capitale della ideologia woke.

Il vento è cambiato. In Vaticano non c’è più il Papa dei neocon, ma un Pontefice che si richiama, passo dopo passo, ai valori tradizionali della Chiesa cattolica, la qual cosa rende ancora più stridente la deriva transumanista delle casematte dell’Unione Europee, che vedono nei socialisti le forze della resistenza neocon, sconfitta negli Usa e trasferitasi nella ridotta del Vecchio Continente.

Se Parigi, grazie al suo traballante presidente, è diventata la bandiera del woke e del fallimento, non di meno lo è Londra, dove ormai il labour party, filiazione dei Fabiani, sta instaurando una dittatura orwelliana.

Se analizziamo quanto sta accadendo, ci rendiamo conto di essere in prossimità di un punto di rottura.

In Inghilterra (che non è UE, ma è Europa) i sondaggi, per quel che valgono, vedono in ascesa esponenziale Farage, il quale se si votasse oggi passerebbe da 5 a 445 seggi, mentre il Labour scenderebbe da 441 a 73 e i conservatori passerebbero da 114 a 7.

Reform UK di Farage ha il 36% dei voti, contro il 21% del Labour e il 15% dei Tory.

I sondaggi relativi alla Germania danno Afd al 26 per cento, incoronandolo come primo partito. Cdu/Csu è al 25,5%, la Spd al 15%, i Verdi all’ 11%, il Partito della sinistra al 10,5% e Bsw al 4%.

Se passiamo alla Francia, in eventuali elezioni presidenziali oggi Bardella (Partito della Le Pen) avrebbe il 35/36% dei voti al primo turno e il 53% dei voti al secondo turno.

È del tutto evidente, se poi allarghiamo l’orizzonte ad altri Paesi, che il voto popolare guarda a destra e soprattutto guarda a politiche che sono in netto contrasto con quanto impone la dittatura dei funzionari dell’Unione Europea, i quali, peraltro, hanno a che fare con scandali che ne minano la credibilità.

La delegittimazione degli Usa toglie ogni copertura pensabile all’Unione Europea e la lascia nuda davanti alla storia.

Il punto di rottura è arrivato. Può dar luogo ad un cambio della guardia che escluda i responsabili di questo disastro economico, politico, geostrategico, sociale e spirituale, per dare luogo ad una profonda riforma delle istituzioni europee oppure, a fronte di una resistenza fino all’estremo limite, anche a una rivolta sociale della quale gli europei, in anni passati, hanno dimostrato di essere capaci.

Non passerà molto tempo perché si capisca da che parte va la storia. Quella che si intravvede è una fase diluviale, un azzeramento, che non è il reset che voleva il World Economic Forum, ma la ghigliottina per una politica demenziale.

powered by social2s

RIFERIMENTI

ngn logo2

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione

Sostienici per dare una libera informazione

Donazione con Bonifico Bancario

TAGS POPOLARI

Info Nessun tag trovato.
Image
Image
Image
Image
Image
Image

Ricerca