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ARTICOLI DEL DIRETTORE

LA SCLEROSI CEREBRALE DEL PROGRESSISMO IN COMA

LA SCLEROSI CEREBRALE DEL PROGRESSISMO IN COMA

Il progressismo sclerotico è in coma profondo.

In piazza per la flottilla, nonostante gli accordi per Gaza.

I progressisti esultavano per il fatto che il Nobel non è stato assegnato a Donald Trump, per poi scoprire che Maria Corina Machado è di destra, lotta contro Maduro, amico degli Herzbollah, e che la “libertadora” ha dedicato il premio Nobel al popolo venezuelano e a Donald Trump.

Così Maria Corina Machado: “Siamo sulla soglia della vittoria e oggi, più che mai, contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sui popoli dell’America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Dedico questo premio al popolo sofferente del Venezuela e al presidente Trump per il suo decisivo sostegno alla nostra causa.”

Machado e Trump

Guarda caso per i propgressiti in coma Maduro è un esempio preclaro del socialismo contro il quale tramano gli Stati Uniti. Maria Corina Machado diventa così una specie di agente della Cia contro il socialista benedetto da Papa Francesco e difensore dei deboli e degli oppressi. 

Ovviamente i cespugli del progressismo italiano affermano che quello di Trump per Gaza non è un piano, ma subito dopo, come per incanto arriva Bill Clinton a spiegare che il suo di piano è fallito perché Arafat ha mentito e Hamas voleva eliminare Israele.

L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton ha fatto dopo l’annuncio degli accordi per Gaza la seguente dichiarazione: “E l'unica volta in cui Yasser Arafat non mi ha detto la verità è stata quando mi ha promesso che avrebbe accettato l'accordo di pace che avevamo elaborato, che avrebbe dato ai palestinesi uno stato sul 96% della Cisgiordania e il 4% di Israele, e avrebbero potuto scegliere dove sarebbe stato quel 4% di Israele. Quindi avrebbero avuto lo stesso effetto su tutta la Cisgiordania. Avrebbero avuto una capitale a Gerusalemme Est. Riesco a parlarne a fatica, avrebbero avuto uguale accesso tutto il giorno, ogni giorno, alle torri di sicurezza che Israele manteneva in tutta la Cisgiordania fino alle alture del Golan. Tutto questo è stato offerto, inclusa, lo ripeto, una capitale a Gerusalemme Est e due dei quattro quadranti della città vecchia di Gerusalemme, confermato dal Primo Ministro israeliano Ehud Barak e dal suo gabinetto, e hanno detto no. E penso che parte di questo sia perché Hamas non si preoccupava di una patria per i palestinesi. Volevano uccidere gli israeliani e rendere Israele inabitabile”.

Se avesse un briciolo di dignità mister Rodham, cognome da nubile di sua moglie Hillary Diane, visto che in casa e anche alla Casa Bianca comandava lei. Del resto come poteva raccontarci questa storia prima dell’accordo conseguito da Trump se Hillary è stata l’artefice delle Primavere Arabe con Barack Obama, in sintonia con i Fratelli Musulmani. Hillary è quella che montato il Russiagate, disastrato la Libia, consegnato l’Egitto ai Fratelli Musulmani. Lui, Bill Clinton, è quello che ha fatto entrare la Cina nel Wto, con le conseguenti delocalizzazioni produttive e invasione dei mercati.

Ieri è stato reso pubblico promemoria di sei pagine con le istruzioni per l'attacco del 7 ottobre, scritto in arabo dal fratello di Muhammed Sinwar e datato 24 agosto 2022. Il promemoria è stato trovato dall'intelligence israeliana nel bunker che lo stesso Sinwar usava prima di essere ucciso. Il documento, condiviso con il New York Times, era in un computer non connesso ad alcuna rete e invitava i combattenti a prendere di mira soldati e comunità civili israeliane, oltre a diffondere gli atti di violenza per destabilizzare Israele. Le indicazioni erano simili alle istruzioni poi impartite il 7 ottobre da Hamas e intercettate da Israele.

Il promemoria non menzionava esplicitamente il rapimento e l'uccisione di civili, ma indicava ai combattenti di farsi largo in aree residenziali e “appiccare fuoco con la benzina”. Poche ore prima del 7 ottobre un messaggio simile è stato inviato ai combattenti: “Bruciate tutto. Voglio l'intero kibutz in fiamme” aveva detto un comandante del battaglione Gaza City, secondo le intercettazioni israeliane raccolte dall'unità 8200.

Il promemoria delineava un piano per un attacco a sorpresa contro Israele, con bulldozer per aprire varchi nella recinzione che separava Gaza da Israele e l'invio di più ondate di combattenti. Al documento si sommano le intercettazioni israeliane del 7 ottobre. “Uccidete chiunque incontrate” diceva il comandante del battaglione di Jabaliya Abu Muath, esortando a “catturare ostaggi, molti ostaggi”. Abu Muath poco prima dell'azione aveva chiesto ai combattenti di filmare l'attacco: “È essenziale portare droni e riprendere per l'intero mondo arabo”.

Cosa è cambiato dalle menzogne di Arafat a Clinton al 7 ottobre?

Eppure i progressisti italiani coprono le manifestazioni di piazza che espongono solidarietà ad Hamas e descrivono il 7 ottobre come giorno della resistenza palestinese.

Questo è il progressismo neocon.

Marco Rubio non è andato a Parigi alla riunione dove Macron ha tentato di intrufolarsi nella pace e ha detto che l’aver riconosciuto lo Stato di Palestina ha fatto sì che potessero saltare le trattative. Con coerenza tutta sua Elly Schlein ha chiesto di nuovo a Giorgia Meloni di riconoscere lo Stato di Palestina. Elly c’è?

I cespugli rosso verdi chiedono a Giorgia Meloni di relazionare al Parlamento sulla pace a gaza dopo aver detto che lei non ha fatto nulla. Se non ha fatto nulla che cosa vogliono sapere da lei?

Ovviamente non piace che Giorgia Meloni sia presente alla firma degli accordi in Egitto, ma ora che ci vanno Macron e Sanchez quelli vanno benissimo.

Dopo averla posta sugli altari della cittadinanza onoraria ora la cosiddetta sinistra progressista del Campo santo, alias Leoncavallo allargato, con il solito metodo di chi, vigliaccamente, manda vanti gli altri, salvo poi fingere di non averli mai conosciuti, ha già cominciato a prendere le distanze da Francesca Albanese.

Non serve più, anzi, è imbarazzante. Chi l’ha mai conosciuta?

Vladimir Putin plaude all’accordo di Gaza e sostiene che Trump ha un piano per l’Ucraina e che il dialogo con gli Usa continua.

Zelensky gli fa il controcanto e scrive su Telegram: “Ho parlato con il presidente Trump. Una buona conversazione, molto produttiva. Mi sono congratulato per il successo e l'accordo per il Medio Oriente che ha effettivamente ottenuto, ed è un risultato forte. E se si riesce a fermare la guerra in quella regione, sicuramente altre guerre possono essere fermate, compresa questa guerra russa”.

Tuttavia, per i progressisti nostrani, Donal Trump rimane un fassssssista.

Melania Trump, deludendo Repubblica, che la voleva in fase di bisticcio con Donald per il colore delle tendine di Maar a lago e prossima al divorzio, ha il filo diretto con Putin per ricongiungere i bambini ucraini alle loro famiglie.

Nel frattempo il giornale del padrone è in vendita. Si vocifera di un acquisto da parte di Antenna TV (comunemente nota come ANT1), la principale emittente televisiva privata greca di proprietà della famiglia Kyriakou (guidata da Thodoris Kyriakou). L’emittente è generalmente percepita come un media con un orientamento politico centrodestra o conservatore. Se avvenisse questo passaggio che ne sarà del giornale che per decenni ha voluto essere il laboratorio di idee della sinistra progressista?

Donald Trump ha restaurato il Columbus day, cancellando il vulnus alla storia imposto dai Black Lives Matter, ai quali si sono inginocchiati i progressisti, anche nostrani.

Per concludere qualche nota demenziale.

C’è chi è riuscito a dire che l’accordo per Gaza è il frutto del blocco del porto di Genova fatto dai camalli contro una nave israeliana o degli eroi balneari della flotilla. Siamo alla frutta. No, siamo oltre al caffè. Dateci un cordiale.

Avviso finale ai flottillanti rimasti senza il nemico. Se siete in astinenza c’è sempre Putin. Partite verso l’Artico e fate rotta su Severnaya Zemlya: vi aspetta turismo estremo, compagnia di orsi e trichechi. Si paga in rubli.

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