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ARTICOLI DEL DIRETTORE

LANDINI, ANTAGONISTI, MARANZA, FLOTILLA: EUTANASIA DEL PD

LANDINI, ANTAGONISTI, MARANZA, FLOTILLA: EUTANASIA DEL PD

Un intruglio esiziale ha trascinato il Pd, con il suo campo santo, nel girone dell’eutanasia.

Le urne elettorali si sono trasformate in urne cimiteriali e il campo largo in campo santo. Con Il centro destra al 60% e il campo largo al 40%, ossia con un distacco di 20 punti percentuali, la strategia di Elly Shlein è arrivata all’eutanasia. Ormai la linea politica del centro sinistra è tanatologia e non c’è alcuna speranza di salvezza, perché il malato è terminale.

L’affluenza (43,14%) è simile a quella precedente (44,36%).

Il voto di lista è impietoso: il M5S, che aveva il candidato presidente, è al 5,7%, ossia al nulla. L’Alleanza verdi e sinistra al 3,8%, ossia siamo a funerali avvenuti.

Il Pd al 13,32% è in coma profondo.

Eutanasia rossa

Quando le uniche linee propositive sono il ritornello dell’antifascismo e la piazza guidata da Landini, in veste di pifferaio magico, il destino è segnato. Imbarcati sulla flotilla, in compagnia di Hamas, i campolarghisti sono naufragati.

Potrà forse resistere prossimamente la Toscana, dato lo storico radicamento delle sinistre e non è detto che la Puglia continui a voler essere cinese. Sarà interessante vedere cosa accade in Campania, dove non comanda il Pd, ma Vincenzo De Luca. Anche qui, con il candidato del M5S Roberto Fico, si preannunciano guai. Comunque sia, il segnale è chiaro: seguire Landini è finire nel baratro. Seguire la Shlein è finire in coma. Seguire Giuseppe Conte è suonare la marcia funebre. La restante parte è arredo funerario: cipressi. 

Forse qualcuno potrebbe cominciare a porsi delle domande, a darsi delle risposte e a tentare di cambiare, ma ci vogliono testa, decisione e coraggio. Come disse il Manzoni a proposito di Don Abbondio: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

Prima di entrare nel merito degli ingredienti dell’intruglio va detto a chiare lettere che la logica dei “compagni che sbagliano”, del “sono facinorosi che nulla hanno a che fare con le manifestazioni pacifiche”, e via discorrendo, non regge più. Gli italiani hanno capito bene che chi alimenta e giustifica o addirittura indirizza politicamente certi atteggiamenti non può, poi, nascondersi dietro un dito quando emergono le conseguenze disastrose, come quelle delle derive eversive in atto.

Le urne hanno parlato chiaro nelle Marche e ancora più chiaro in Calabria. Il campo largo, grazie a Landini, alla flotilla, alle giustificazioni del fronte pro-Pal che tutti hanno ormai capito che è pro-Hamas, è diventato un campo santo: un cimitero per l’eutanasia del Pd. Il M5S è già morto e il resto è cianfrusaglia.

Il primo ingrediente dell’intruglio è la rivoluzione di Landini fatta con i giornali del padrone.

Come ho già scritto, chi ha qualche lustro sulle spalle e si è occupato a lungo, da giornalista, di vicende sindacali, conosce le logiche della scuola sindacale alla quale si è formato Maurizio Landini, ossia quella di Claudio Sabattini, il quale aveva ben presente che la Fiom comandava la Flm, la quale comandava la Triade (Cgil-Cisl-Uil), che a sua volta dava direttive ai partiti. Lo schema di Landini, in base al quale ha portato in piazza i flotillanti, è lo stesso. La Cgil ha più iscritti e militanti di tutti i partiti della cosiddetta sinistra messi assieme e quindi (ecco la logica sabattiniana) il direttore d’orchestra abita a Roma, in Corso Italia 25, sede della Confederazione generale italiana del lavoro, quella che fu di Di Vittorio e di Lama.

La logica di Landini è tutta qui: portare in piazza Pd, M5S, Avs e cianfrusaglia varia, per dettare la linea e affermarsi come l’unico vero capo della sinistra. 

Elly Schlein c’è cascata e ci sono cascati anche i dirigenti di Avs.  Ha evitato i posti in prima fila Giuseppe Conte, ma anche lui è in coda, anche perché il suo M5S è già un cadavere da tempo. 

La logica di Landini è vecchia, risale egli anni Settanta e Ottanta e sarebbe interessante riandare alle lotte sindacali guidate da Claudio Sabattini per capire l’intero costrutto dell’attuale strategia del segretario della Cgil. Claudio Sabattini portò Enrico Berlinguer sui cancelli della Fiat, distruggendolo politicamente.

Landini non porta i segretari dei partiti di sinistra sui cancelli di Stellantis, altrimenti perde il supporto dei giornali del “padrone”. Meglio le piazze, le stazioni, le autostrade. Landini preferisce fare la rivoluzione con i giornali del padrone, ossia lo stesso che chiude le fabbriche in Italia nel silenzio del sindacato. I lavoratori possono anche andare a quel paese, l’importante è stare portare in piazza la protesta contro il Governo per diventare il leader di quella che ancora osa chiamarsi sinistra (Di Vittorio e Lama si rivoltano nella tomba).

Il secondo ingrediente è il venir meno di qualsiasi copertura internazionale, che mette a nudo l’insipienza politica di chi gioca tutte le sue carte su fronti politici perdenti o, addirittura inesistenti, quando (peggio) non sono legati a logiche delinquenti.

Ieri a Bologna è comparso un volantino che inneggia al 7 ottobre come giornata della resistenza palestinese.

Lo stesso concetto si è visto su degli striscioni durante le manifestazioni collegate allo sciopero indetto da Landini e al quale hanno partecipato i vari esponenti del campo largo cimiteriale.

Sette ottobreTeleromagna

“Celebreremo il sette ottobre, viva la resistenza palestinese” si legge su volantino diffuso a Bologna per convocare una manifestazione oggi in piazza del Nettuno. Il riferimento è alla strage del 7 ottobre 2023, quando oltre 1200 israeliani furono uccisi nell’attacco di Hamas.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha parlato di un’iniziativa che “nutre l’odio” e ha ribadito che Bologna non può essere teatro di provocazioni che inneggiano al terrorismo, ma è troppo tardi.

La manifestazione, promossa da un gruppo di giovani palestinesi rende evidente che si sta saldando, grazie alle logiche di una sinistra ottusa, il fronte tra antagonisti, antifa e maranza, ossia tra i giovani violenti da tempo conosciuti dal Viminale e mai fermati davvero e i giovani immigrati di seconda generazione.

Il volantino è firmato “Giovani Palestinesi Bologna”, annunciava l’appuntamento per oggi, ma la questura è già pronta a intervenire per impedirlo.

Il secondo elemento dell’intruglio è la quantità di menzogne messe in circolo per giustificare quello che non c’è. I milioni di partecipanti ci sono solo per il giornale del padrone, che pubblica fotografie false.

Doppia foto

In effetti i partecipanti, distribuiti tra le 100 città italiane sono 400 mila e lo sciopero non ha riguardato che una quota minima di lavoratori, non superiore al 10%.

Se costruisci la tua politica sulla menzogna seriale, prima o poi finisci male e così è. Le urne elettorali si sono trasformate in urne cimiteriali per l’eutanasia del Pd.

Il terzo elemento è quello di aver dato, di fatto, copertura alle frange violente e agli idioti di ogni specie.

A Roma, i violenti e gli idioti, hanno imbrattato la statua dedicata a San Giovanni Paolo II scrivendo ‘fascista di m…’ e disegnando una falce e martello. La statua in questione è quella di piazza dei Cinquecento, nei pressi della stazione Termini.

Statua imbrattata

Un boomerang clamoroso, frutto di linee politiche ambigue e, ancora una volta, giustificatorie, perché gli imbecilli e i delinquenti sono “compagni che sbagliano”, come ai tempi della Br, di Prima Linea, dei Napo e via discorrendo.

Il Pd ha scelto l’eutanasia perché è guidato da una leadership schiava del progetto globalista neocon, al quale stanno venendo meno tutti i riferimenti internazionali.

Negli Usa i neocon sono sotto attacco diretto, così come i dem, spariti dall’orizzonte politico. Gli antifa sono stati dichiarati terroristi e i loro finanziatori saranno presto messi alle corde.

Per gli aspiranti al camerierato dell’Eliseo Emmanuel Macron è ormai il simbolo del perdente.

Ursula von der Leyen è ormai una maschera grottesca, un ectoplasma che ben rappresenta il nulla al quale si è consegnata l’Unione Europea.

“All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne

Confortate di pianto è forse il sonno

Della morte men duro?”.

In politica non c’è pianto che lenisca la responsabilità della sconfitta. Ci sarebbe l’esame di realtà, ma a chi vive in una bolla mediatica alimentata dai giornali del padrone è esercizio difficile, se non impossibile.

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