Per ora in Olanda in testa è pari e patta, 26 seggi a 26, ma con un calo di Wilders e un buon risultato di Adrians Jetten, del D66, liberal progressista. Lo sconfitto è il socialista Timmermans, il talebano del Green Deal europeo.
Il vincitore in termini di numero di voti assoluto si saprà solo lunedi. Con il 99,7% delle schede scrutinate, entrambe le forze politiche hanno circa 1,7 milioni di voti. A lungo D66 era stato in testa numericamente, ma PVV ieri mattina ha superato il partito di Rob Adrians Jetten. Al momento, il partito di destra di Geert Wilders ha 1.984 voti in più, ma si dovranno contare i voti di chi è all’estero. Infatti, circa 135.000 espatriati olandesi si sono registrati come elettori, in Germania, Belgio, Francia, Nuova Zelanda e Singapore.
Per la distribuzione dei seggi, il numero definitivo di voti non avrà effetti, ma tradizionalmente la forza politica più grande ha il diritto di guidare le trattative per la coalizione. Entrambi i partiti vorranno rivendicare questo ruolo.
Alle precedenti elezioni legislative, la maggior parte dei voti degli espatriati olandesi era andata alla sinistra di GroenLinks-PvdA (oltre il 28%), D66 aveva ottenuto il 10,5% e PVV il 6,3%.
Wilders rispetto alle precedenti elezioni del 2023 ha perso 11 seggi, Jetten ne ha acquistati 17.
Terzo in classifica il Vvd, liberale conservatore, partito storico di Mark Rutte che ha governato per 13 anni (ora segretario generale della Nato), con 22 seggi.
Quarto quello di sinistra nato dall’unione fra il partito dei verdi e quello dei lavoratori ( Groenlinks/Pvda), guidato da Frans Timmermans, con 20 seggi (- 5 seggi), seguito dai Cristiani democratici (Cda), con 18.
Il partito di destra Ja21 di destra ha conquistato 8 seggi, arrivando a 9.
Nsc (democratico cristiano conservatore popolare) che era nella precedente coalizione di governo crollato dopo 11 mesi, ne ha persi 20, scendendo a zero.
In totale, 15 partiti su 27 superano la soglia dell’0,67% necessaria per un seggio, rendendo il sistema proporzionale olandese un mosaico complesso.
Nonostante la crescita dei progressisti di D66 e il calo del populista Wilders, nessun partito raggiunge la maggioranza assoluta (76 seggi), e la formazione del governo sarà tutt’altro che facile.
D66, partito centrista, è visto come ponte tra destra e sinistra, anche se si è spostato leggermente a destra in campagna elettorale. Una coalizione possibile includerebbe D66 (27), VVD (23), CDA (19) e GL/PvdA (20), per un totale di 89 seggi. Tuttavia la VVD ha escluso ripetutamente alleanze con la sinistra, preferendo un blocco di destra che potrebbe includere JA21 (9 seggi).
La chiave sarà nelle mani del VVD, il partito di centro-destra precedentemente guidato da Rutte e ora condotto da Dilan Yeşilgöz.
A sinistra, il colpo è stato pesante: Frans Timmermans, ex commissario europeo e leader di GL/PvdA, ha annunciato le dimissioni prendendo “piena responsabilità”. “È tempo di passare il testimone alla prossima generazione”, ha detto alla BBC, promettendo “tempi migliori” nonostante la delusione.
Frans Timmerman, ecologista, è stato presidente della Commissione Europea e commissario per il clima.







