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POLITICA

I FLOTTILLI E I FURBILLI NOSTRANI

I FLOTTILLI E I FURBILLI NOSTRANI

Nel Paese delle quinte colonne, il caso Flottiglia è una vera manna. Non certo per i cittadini, i quali debbono assistere, ancora una volta, ai soliti spettacoli propagandistici, questa volta portati avanti utilizzando la “politica estera” per contrastare il governo, ma per i soliti propagandisti in servizio permanente effettivo.

Così, nonostante il governo c’entri poco o nulla, la sedicente sinistra sta cercando di avvelenare il clima politico, con le solite geremiadi e il consueto strumentario fatto da "sdegni* indegni, pretesa superiorità morale, supponenza doc e maestria “doppiopesista”.

Eppure tutti sanno che il conflitto tra Israele e Hamas è derivato da un’azione disumana, perpetrata il 7 ottobre 2023, a prescindere di tutti gli accadimenti verificatisi in quelle sfortunate terre a partire dal dopoguerra, che ovviamente ha scatenato una reazione sicuramente terribile, ma che potrebbe immediatamente finire qualora Hamas liberasse i pochi ostaggi rimasti in vita e restituisse i corpi di coloro che sono morti.

La cosiddetta sinistra italiana svela così il suo vero obiettivo, puntare la Flottilla contro l'Italia, contro il suo governo, per becero opportunismo politico/elettorale.

La vera loro intenzione non è aiutare i palestinesi, ma cercare lo "scontro politico",  magari anche grazie a un incidente diplomatico, provocato da accadimenti che potrebbe avere conseguenze gravi, pur sapendo che appare velleitario entrare in una zona di guerra, senza autorizzazioni.

Poi, vogliamo o no considerare le leggi vigenti che sono in vigore nel nostro Paese, compreso il codice penale, in particolare l’art. 244*? Dove sono i i vari azzeccagarbugli, maestri deI codicillo e dei cavilli, sempre pronti ad alzare il ditino?

Alcuni cittadini italiani, compresi due parlamentari, insieme ad altri, stanno per violare le acque territoriali di Israele, nonostante il lapalissiano fatto che a Gaza c'è una guerra, cercando di entrare senza autorizzazione per farlo. Peraltro per i parlamentari, almeno quelli italiani, si configurerebbe la flagranza di reato, il che farebbe venir meno l'immunità. 

Eppure appare chiaro che per entrare in un Paese (purtroppo nei fatti non in Italia) ci vuole l'autorizzazione del governo del Paese stesso, soprattutto in una zona di guerra. Come pure appare del tutto fuori luogo e peraltro illegale, se non eversivo, il voler mettere in atto azioni attinenti la politica del Governo, segnatamente quella riguardante la politica estera.

Allora perché si continua a provocare? Cosa si vuole?

Forse alcuni dei nostri italici "bamboccionauti" pensano di andare in Italia ed emulare in qualche modo Carola Rachete, allorché speronò un motovedetta della Guardia di Finanza, la quale lasciò impunita il nostro Paese, al di la di qualche pigolio e il plauso dei soliti noti, lasciando, altresì, pure a nostro carico i danni subiti dalla motovedetta stessa. 

Solo in un paese alla rovescia furbacchioni, utili idioti, nemici del Paese e tutti i mestatori di professione possono agire in modo così fuori luogo, come pure dire tutto e il contrario di tutto, oltraggiando il più elementare buon senso, per di più sostenuti dalla solita grancassa mediatica e senza che nessuno li sbugiardi e li smentisca, anche solo con un sonoro lazzo partenopeo, tanto caro al principe De Curtis.

Infine come sottacere che il governo sta mostrando vistosi limiti, nel cercare di barcamenarsi (nome omen), senza capire che in questo modo entra in una palude melmosa, invece di mostrare fermezza e determinazione nei confronti di cinici e bari nemici del prorpio Paese. Tanto per capire, chi paga i costi di questa vera e propria furbesca follia?

Non serve aggiungere altro, altrimenti per le persone che hanno un minimo di sale in zucca e che siano in buona fede continuare a leggere è masochismo puro.

*  Art. 244 (Atti ostili verso uno Stato estero, che espongono lo Stato italiano  al pericolo di guerra)

  Chiunque, senza  l'approvazione  del  Governo,  fa  arruolamenti  o
compie altri atti ostili contro uno Stato estero, in modo da  esporre
lo Stato italiano al  pericolo  di  una  guerra,  e'  punito  con  la
reclusione da ((sei a diciotto  anni));  se  la  guerra  avviene,  e'
punito con l'ergastolo. 
 
  Qualora gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni
con un Governo estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o  i  suoi
cittadini, ovunque  residenti,  al  pericolo  di  rappresaglie  o  di
ritorsioni, la pena e' della reclusione da tre a dodici anni.  Se
segue la rottura delle relazioni  diplomatiche,  o  se  avvengono  le
rappresaglie o le ritorsioni, la pena e' della reclusione da cinque
a quindici anni. 

RIFERIMENTI

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