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POLITICA

ITALIA, UN PAESE DOVE NULLA CAMBIA

ITALIA, UN PAESE DOVE NULLA CAMBIA

L’è tutto da rifare, diceva il grande Gino Bartali qualche decennio fa ed è ora di farlo altrimenti tutto andrà definitivamente in malora, se non lo è già andato. Son tre lunghi decenni che i beneficiari del Golpe contro la Prima Repubblica ne approfittano con programmi roboanti se non proprio fulminanti e ricchi di tutto. Qui non si fa propaganda per l’uno o per l’altro ma si ricorda agli ingenui italioti che tutte le loro scommesse, a partire dal 1994, si sono polverizzate nel “nulla cosmico” della seconda Repubblica. Tutti, nessuno escluso, hanno proposto e mai realizzato tutto il possibile ovviamente: dai milioni di posti di lavoro all’abbassamento delle tasse, una migliore sanità pubblica, più e migliori ammortizzatori sociali, aumento delle pensioni minime ovvero di quasi tutti quelli che non hanno mai versato contributi, maggiore sicurezza ecc. ecc.

Dei problemi reali nessuno se ne è fatto mai carico. L’unica cosa in cui tutti lor signori da Berlusconi a Meloni, nessuno escluso, sono stati capaci di fare è aumentare sempre più la spesa pubblica che è arrivata a ben 1.108 miliardi di euro, dati aggiornati al 2024.

Il problema non è solo l’enorme quantità di denaro ma lo spreco totale per cui le casse pubbliche sono considerate da tutti gli italioti ed i loro validi rappresentanti da assalire. I soldi di noi tutti vengono buttati per accontentare gruppi sempre più numerose di corporazioni che succhiano risorse o speculano con situazioni di privilegio su beni pubblici.

Ecco alcuni degli sprechi miliardari: in primis i famosi “Bonus” a centinaia che elargiscono mancette a destra e sinistra assommando miliardi, i costi per l’energia spropositati sia per i privati che per le imprese. Il fisco per cui due terzi dell’imposta a carico grava totalmente su chi dichiara da 35.000 euro in su come se fosse un ricco da spogliare ed infatti il 13,94% con redditi dai 35.000 euro in su versa il 62,52% del totale. Sempre per il fisco il 47% non dichiara redditi, Caf e simili compilano inutili dichiarazioni dei redditi su lavoratori e pensionati di cui il fisco già conosce tutto e che costano molto alle casse dello Stato; dulcis in fundo la progressività fiscale, tanto sbandierata dai vari Colli della Politica, riguarda solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma nessuno dice o fa nulla. Continuando si scopre che le partite IVA hanno un regime forfettario a 85.000 euro sul quale pagano solo il 15%; questo vuol dire che chi da dipendente o da pensionato incassa lo stesso importo paga molto di più, alla faccia della progressività fiscale. Non vanno dimenticati il Reddito di cittadinanza e il Bonus al 110% che hanno fatto sprofondare ancor più il debito pubblico arrivato, ad aprile 2025, a 3.030 miliardi di euro. Le infinite assunzioni a tempo determinato nelle Regioni, Comuni, Provincie, Camere e simili quando di personale pubblico ce ne sarebbe già oltre il reale fabbisogno.

Senza dimenticare le spese abnormi per il personale delle Camere, Quirinale, Corte Costituzionale che a parità di mansioni con altre strutture pubbliche vengono beneficiate di stipendi di gran lunga più alti. I bilanci della Camera sotto la guida dell’inossidabile ed integerrimo 5 stelle Roberto Fico, ci costa sempre 943 milioni l’anno e quello del Senato, sempre 505 milioni, pur avendo ridotto il numero dei parlamentari da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato. Una parola a parte va detta per i paradisi fiscali in Europa che lor signori hanno consentito di attuare in Olanda, Lussemburgo, Austria, Irlanda ecc. mentre in Italia si scendeva agli inferi fiscali. Ma la cosa più bella è stata ed è la “lotta all’evasione” sbandierata da tutta l’armata Brancaleone della seconda repubblica, che è culminata nella disfatta totale: l’ex Equitalia ora Agenzia delle Entrate aveva accertato evasione fiscale dal 2000 per oltre 1.000 miliardi di euro di cui il 95% non sono in grado di recuperare più. Cambiato il nome ma risultati sempre nulli.

Per non parlare dell’abuso su normative fiscali come quelle del 5x1000 e dell’8x1000 che consentono di drenare soldi della collettività ad una marea di soggetti che succhiano anch’essi miliardi. Per non parlare delle milionarie regalie a giornali, a teatri e cinema con abnormi abusi su presunta arte e che viene contestata da sedicenti artisti che ottengono milioni di euro e ne incassano qualche migliaio. Nelle ultime ore è venuto alla luce anche il finanziamento per 860.000 euro all’assassino di Villa Pamphili a Roma. Per 30 anni si è adottato, senza che nessuno si opponesse, il Dumping Sociale col quale hanno abbassato i salari e le condizioni di lavoro dei lavoratori, per ottenere un vantaggio competitivo oltre che a maggiori utili. In tal modo in Italia negli ultimi 30 anni i salari in Italia sono saliti solo dell’1% contro il 32,5% della media Ocse, non ci sono parole. 

Poi ci sono le agguerrite corporazioni dei tassisti, notai, balneari e tanti altri che a costo quasi zero dispongono di beni ed aree pubbliche da cui ricavano redditi enormi. Nel frattempo un po' tutti continuano a discutere sul colore del gatto mentre dovrebbero ricordare l’antico e saggio detto: “Non importa che il gatto sia bianco o nero; cio’ che conta è che acchiappi i topi!”

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