Ogniqualvolta compaiono segni celesti, la nostra tendenza è quella di ridurli a fenomeni naturali: ci assale quel timore reverenziale verso l’ignoto che costella la nostra storia collettiva e personale.
Un evento di proporzioni astronomiche è atteso da millenni, ma lo abbiamo dimenticato, o emerge nei sogni di alcuni o lo releghiamo nell’album dei ricordi come fiaba infantile, credenza religiosa. Indaffarati come siamo a mantenere il mondo ai margini del tempo, ci siamo costruiti una ‘zona confortevole’ più velenosa del morso di un cobra e solo crescendo interiormente potremo trovare l’antidoto.
Il cammino verso il Risveglio comporta non pochi ostacoli. Il primo? Innanzitutto superare i limiti del nostro ego, il condizionamento sociale e la programmazione mentale a cui siamo sottoposti fin dalla più tenera età. Parlo della mia esperienza. Più mi impegnavo di evitare i bisogni corporali e della mia pigra e monodimensionale mente, più ottenevo risultati fuori dall’ordinario, entrando in quella speciale dimensione sovrasensibile.
La ‘zona di conforto’ è una prigione senza sbarre in cui ci rinchiudono e ci fanno credere che sia meglio pascolare che lottare per la consapevolezza. Anziché arrenderci al conforme, vinciamo l’autoindulgenza parassita e lasciamo fluire quel “qualcosa” di immenso che tutti abbiamo ma che l’ideologia dominante ci nasconde da sempre, rendendoci agnelli pronti per il mattatoio.
Quando il vecchio condizionamento mentale si spegne, quella personalità che è soltanto una maschera sociale, possiamo percepire la maestosità ancestrale dell’Essere. Chi vive certe esperienze straordinarie può capire cosa intendo e per chi annaspa nella stagnante realtà fittizia potrà tentare di eluderla con dosi massicce di coraggio e volontà ferma. L’inganno di certo esoterismo pasticciato o artificioso – antroposofia e teosofismi vari - rappresenta il secondo ostacolo incontrato lungo il cammino. Attenti alle sirene, vi tarpano le ali per volare.
Riusciremo mai ad incrinare la barriera invisibile che ci tiene prigionieri, quel velo di Maya mai così influente oggi? Quella prigione fatta di percorsi sinaptici condizionati da persone cose tempi?
Antiche porte si dischiudono, risonanze ancestrali emergono: ogni singolo evento si infila come una perlina nell’eterna ghirlanda brillante. Come un filo d’Arianna ci segna la strada…
Didascalia
nella foto la sacra libellula








