Ho sempre sostenuto che la crisi del nostro paese abbia origine a partire dalla fine degli anni novanta, quindi ormai da decenni, quando si decise di privatizzare interi settori dell'Industria e dei servizi (autostrade e energia, con esiti disastrosi in termini di vita umane ed esplosione dei costi energetici), non per ridurre il debito come sarebbe stato auspicabile, ma il deficit (dilatando nei fatti la spesa). Mantenendo in tal modo la "libertà" di aumentare la spesa pubblica a favore dei governi che si sono succeduti fino all'ingresso nell'euro.
Il limite del grafico, che si mostra, è rappresentato dal fatto che dallo stesso non si possono rilevare i disastri del governo Monti, 16 novembre 2011 - 21 dicembre 2012, in termini "deflattivi", il quale riportò si lo spread da 538 alla soglia dei 100 punti, il che potrebbe apparire come formale risultato della propria capacità di gestione della Spesa Pubblica, ma che nei fatti è derivato principalmente dall'azione dell'allora governatore della BCE Mario Draghi, che comprava i titoli delnostro debito pubblico nel mercato secondario.
Quindi, volgendo comunque lo sguardo agli ultimi 10 anni nessun governo, si ribadisce nessun governo, ha dimostrato un minimo di capacità e volontà di invertire questo terribile trend, come del resto la finanziaria del governo Meloni conferma.
In questo contesto, quindi, può giovare, per individuare e non dimenticare i responsabili di questo aumento vertiginoso in soli 10 anni dell'indice di povertà, l'elenco dei governi:
Governo Renzi, in carica dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016, coalizione di centro-sinistra;
Governo Gentiloni, in carica dal dal 12 dicembre 2016 al 1° giugno 2018, coalizione di centro-sinistra;
Governo Conte I, in carica dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019, coalizione Movimento 5 Stelle e Lega;
Governo Conte II, in carica dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021, coalizione Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali;
Governo Draghi, in carica dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022, Governo di unità nazionale con un'ampia maggioranza parlamentare;
Governo Meloni, in carica dal 22 ottobre 2022 a oggi, coalizione di centro-destra (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia).
Quelli che ora sono al governo e che negli ultimi dieci anni si trovavano all'opposizione, all'interno del teatrino della politica criticavano giustamente le strategie dei governi precedenti, esattamente come quelli che erano in maggioranza e che ora si trovano all'opposizione, avversano anche giustamente le politiche del governo in carica.
Purtroppo le uniche conseguenze, generate dal gioco dei ruoli ricoperti alternativamente da tutti i partiti negli ultimi 10 anni, sono rappresentate dal costante aumento della Spesa Pubblica e contemporaneamente del debito e della pressione fiscale.
Tre fattori determinanti nella politica economica di governo, che tuttavia non sono stati utilizzati per attenuare gli effetti delle crisi, che dal 2008 si susseguono senza soluzione di continuità in Italia, e quindi con l'obbiettivo di migliorare la competitività delle imprese o la qualità della vita delle famiglie.
Peraltro, la crescita vertiginosa della povertà certifica, una volta di più, che l'unico obiettivo che è stato perseguito, nei fatti, da tutti i governi degli ultimi decenni è quello di finanziare i propri "orti" elettorali, dimostrando ancora una volta come la gestione delle Finanze pubbliche (spesa debito e pressione fiscale) rappresentino la vera forma di potere in Italia (*)
Tutti colpevoli, quindi nessun colpevole!







