di Alessandro Roazzi
Mi ha colpito l’amarezza del fratello di Borsellino nel commentare la cattura di Messina Denaro. 30 anni di latitanza, secondo quella valutazione, non possono far gridare alla vittoria.
In realtà penso che non conti tanto la durata quanto ciò che quella durata contiene, dal comportamento dei vari organi dello Stato, alla politica, alla stessa omertà presente nella società’ a vario titolo.
Peraltro resta il dubbio che la mafia di Messina Denaro sia ormai soppiantata da quella che usa il digitale e l’intelligenza artificiale, ma sempre restando fonte di corruzione e destabilizzazione.
E’ come se le mafie spostassero di continuo il terreno dello scontro con la legalità, proseguendo nel frattempo in traffici lucrosi e controllo dei territori, economici e sociali.
Il punto è sempre lo stesso allora? Ovvero si vince quando l’azione di magistrati e forze dell’ordine e’ affiancata prima e proseguita poi da una reazione della società’ civile, anzi diciamola più sbrigativamente di noi cittadini?
In tempi di pochi valori e di tanti trasformismi mi sa che è una domanda che attenderà’ parecchio prima di avere una risposta. Anche perché forse sottovalutiamo che il valore dello Stato presso l’opinione pubblica, a causa anche dei comportamenti dello classi dirigenti, non sia oggetto di…grande considerazione, tutt’altro. Pero’ come si dice: mai dire mai…







