Per chiunque si accosti e presti adesione a un organismo strutturato – sia esso un’associazione civile, un partito politico, o un’organizzazione iniziatica – il primo dovere, di ordine tanto intellettuale quanto morale, consiste nell’acquisire una chiara e compiuta coscienza della realtà a cui si è vincolato: conoscere, cioè, la natura intima, l’“anima” viva e peculiare del sodalizio di cui è divenuto partecipe. Troppo di frequente, tuttavia, accade che tale consapevolezza rimanga incompleta o distorta, cedendo il passo a fraintendimenti, a letture arbitrarie o a proiezioni personali circa l’essenza e il fine ultimo dell’aggregazione. Ne derivano smarrimenti che possono condurre l’ignaro aderente verso approdi ben diversi da quelli cui egli credeva di tendere.
Da simile confusione germinano sovente giustificazioni soggettive – prive di solido fondamento – congegnate all’unico scopo di legittimare una scelta che, altrimenti, si rivelerebbe fallace o totalmente priva di ragion d’essere. Anche nel nostro ambiente, purtroppo, non è raro assistere al bizzarro quanto deleterio fenomeno della “Massoneria secondo me”, dove ciascuno proietta i propri gusti e interessi, nel vano intento di farli coincidere a forza con una realtà che, per contro, si sostanzia in ben altra cosa.
In tale ottica, il quesito s’impone in maniera cogente: che cos’è la Massoneria? Da detto interrogativo fondamentale prende avvio la presente riflessione che, rifuggendo ogni licenza immaginativa, si atterrà in via esclusiva ai dati oggettivi ricavabili dai documenti autentici della tessa Istituzione. Per comprendere cosa sia davvero la Massoneria, infatti, non v’è alcuna necessità di ricorrere a voli pindarici o interpretazioni arbitrarie: essa in effetti lo proclama nitidamente, con la sua stessa voce, attraverso una formula rituale fra le più celebri e significative dell’Arte Reale.
La definizione ufficiale
La formula rituale secondo cui la Massoneria si presenta come «un peculiare sistema di moralità, velato nell’allegoria e illustrato da simboli» (Freemasonry is a peculiar system of morality, veiled in allegory and illustrated by symbols) costituisce una delle espressioni più dense e significative dell’intero lessico iniziatico. La sua apparente semplicità dissimula una struttura dottrinale complessa, capace di accogliere in sé, sotto il velo delle forme esteriori, un insegnamento che travalica la dimensione meramente etico-sociale, per risalire fino ai vertici della metafisica e della via spirituale propriamente detta.
In svariati catechismi e rituali francesi del secolo XVIII si possono trovare definizioni analoghe, per quanto formulate in maniera distinta: «D. Che cos’è la Frammassoneria? R. È una scienza morale, fondata sul mistero, insegnata sotto il velame degli emblemi e delle figure allegoriche» (Q. Qu’est-ce que la Franc-maçonnerie? R. C’est une science morale, fondée sur le mystère, enseignée sous le voile des emblèmes et des figures allégoriques). Come si può agevolmente notare, il contenuto dottrinale è pressoché identico, pur con un’eleganza tutta “illuministica” nel lessico francese.
L’intento che anima il presente scritto consiste dunque nell’esplorare con attenzione la triplice articolazione della formula – moralità peculiare, allegoria velata, simbolismo illustrato – al fine di dimostrare come simili passaggi, nella propria concatenazione organica, conducano non già ad un semplice perfezionamento dell’uomo sociale, bensì a un’autentica trasmutazione dell’essere, in conformità alla scienza iniziatica tradizionale.
«Un peculiare sistema di moralità»
Il primo elemento della definizione qualifica la Massoneria come un sistema morale. Non, tuttavia, nel senso in cui lo intenderebbe la filosofia o la pedagogia civica. Si tratta, infatti, di un sistema peculiare di moralità, vale a dire di un’etica iniziatica, distinta e distante da ogni morale convenzionale. Essa non si fonda su precetti imposti dall’esterno, bensì sul ritmo interiore dell’Ordine cosmico, che l’uomo rigenerato cerca di rispecchiare nel proprio microcosmo. Peculiar, in effetti, reso con “peculiare”, non va inteso nel senso moderno di “strano”, ma piuttosto nel significato più arcaico e tecnico di “particolare, proprio, distintivo”. L’inglese rituale, come noto, ha conservato numerose espressioni che erano in uso nel XVIII secolo. La versione francese, in effetti, svela che tale scienza morale è fondata sul “mistero”.
Siffatta moralità non si esaurisce nel comportamento rettificato, ma costituisce una disciplina dell’anima tesa a riordinare le passioni, le tendenze e le facoltà intellettive in funzione della reintegrazione dell’essere umano nel suo stato originario. Come insegnavano i sapienti dell’antichità, d’altronde, “l’etica è il vestibolo della teurgia”; cosicché, anche in Massoneria, la moralità non rappresenta che la soglia dell’ascesi spirituale. Non a caso, la “definizione” costituisce il punto di partenza.
«Velato in allegoria»
Il secondo profilo della formula introduce l’elemento ermetico della dottrina. Non è possibile enunciare la verità esplicitamente; pertanto la si vela, la si dissimula, la si occulta dietro figure allegoriche. Il linguaggio dell’iniziazione non è quello della dimostrazione, bensì quello del simbolo e del mito, il quale permette una trasmissione verticale (ovvero metarazionale) della conoscenza, che non si limita al piano intellettuale, ma agisce sulle potenze profonde dell’anima.
L’allegoria, nella via latomistica, non è dunque mero ornamento retorico, ma tecnica sacra di occultamento e di protezione. Come il velo del Tempio separava il Santo dal Santissimo, così l’allegoria separa i profani dai sacri Misteri e soltanto chi ha “occhi per vedere e orecchie per udire” può intenderla in spirito e verità. Ecco perché si suol dire che «il segreto massonico si protegge da solo»: perché solo chi abbia raggiunto un determinato livello è in grado di comprenderlo; per tutti gli altri esso rimane incomprensibile al pari di tutte le altre “verità segrete esposte in evidenza”. Le allegorie massoniche, dalla leggenda hiramica alle metafore architettoniche, pertanto, costituiscono veri e propri “riti narrativi”, concepiti con il precipuo intento d’imprimere in modo durevole nell’iniziato la struttura archetipica del reale.
«Illustrato da simboli»
Il terzo elemento-chiave è il simbolismo, vera linfa vitale della Massoneria. Il simbolo non è una mera “rappresentazione”, ma piuttosto una presenza: esso rende visibile l’invisibile; manifesta ciò che è trascendente e impercettibile agli occhi del profano. Ogni simbolo massonico è un segno efficace come pure un archetipo, che agisce sull’anima, come un seme depositato nel silenzio interiore, destinato a germogliare a tempo debito.
Il compasso, la squadra, la pietra grezza, la luce, la parola perduta: tutto in Massoneria è simboo, poiché tutto è carico di un significato "multilevel". Il simbolo non esaurisce mai il proprio contenuto: lo dispiega progressivamente, secondo il grado di purificazione e di ricettività dell’iniziato. L’“illustrazione” a cui allude la formula non è di natura didascalica, dunque, bensì contemplativa: i simboli illustrano la via non con la chiarezza della luce razionale, ma con i bagliori intermittenti dell’intuizione iniziatica.
Oltre la morale: la finalità spirituale dell’Arte Reale
Siamo adesso in condizione di cogliere l’essenza più profonda e genuina della definizione rituale. La Massoneria, lungi dall’essere una semplice scuola di etica o una pur encomiabile consesso finalizzato al bene, costituisce a tutti gli effetti una via operativa di reintegrazione spirituale, che come obiettivo mette l centro la percezone del sacro. La moralità rappresenta semplicemente la soglia; l’allegoria è il linguaggio; il simbolo è il veicolo; ma la meta consiste nella reintegrazione dell’uomo caduto nell’Ordine cosmico e divino.
Simile reintegrazione non coincide con un atto morale, bensì ontologico. Essa esige una progressiva “rettificazione dell’essere”, che significa al tempo stesso una discesa nelle profondità dell’anima e un’ascesa verso le altezze dell’Intelletto divino. La Massoneria autentica, in quanto organizzazione iniziatica tradizionale, è quindi via di risveglio e di trasmutazione interiore, perfettamente conforme alle grandi vie sapienziali dell’antichità e del mondo tradizionale.
Pertanto, meditare sulla definizione rituale della Massoneria non significa limitarsi a comprenderne le parole, ma implica l’entrare nella corrente iniziatica che da secoli trasmette, sotto il velo delle allegorie e alla luce dei simboli, il mistero dell’uomo e del suo destino spirituale. Ogni specifico tracciato muratòrio, ogni lavoro rituale, ogni gesto compiuto nella Loggia, rimanda a questa verità essenziale: che la Massoneria – certamente – è un sistema morale, ma nel significato più elevato e sacro del termine. Essa è morale in quanto sacra, ed è sacra poiché rivela l’Ordine che soggiace al Caos apparente del mondo.
Tornando quindi la formula inizialmente indicata può essere letta come segue:
La Massoneria è una via sacra di rettificazione dell’essere, esposta nel linguaggio mitico e attuata tramite i segni viventi del simbolo. Essa non istruisce: trasforma.
Tale è il senso profondo di questa Arte, se si è degni di coglierne la Luce.