Il simbolismo dello zodiaco
Lo zodiaco è una zona circolare della sfera celeste, nel cui centro si trova l’eclittica, dentro la quale sono posizionate le dodici costellazioni che, dal moto visto dalla terra, il Sole attraversa apparentemente nel corso di un anno.
Il termine Zodiaco deriva dalla parola greca ζῴδιον (zodion), figura, segno celeste, a suo volta diminutivo di ζῷον (zoon), animale, immagine, figura che associata a κύκλος (kiklos), cerchio, indica quindi: il circolo delle figure celesti, ovvero un cerchio composto da animali.
Sono stati moltissimi gli autori classici che hanno indicato e descritto lo Zodiaco quali Arato da Soli, Gemino, Eratostene e Ipparco, ai quali se ne sono aggiunti molti altri che hanno ampliato ed arricchito con successive descrizioni, la complessiva descrizione dello Zodiaco, originando peraltro una indeterminazione e confusione, cui è stato posto termine nel 1928, quando l'Unione Astronomica Internazionale ha definito in modo univoco lo spazio riferito a ciascuna delle costellazioni, che sono state classificate nel numero di 88. Esso ricomprendono ovviamente le dodici costellazioni dello Zodiaco, unitamente a quelle elencate in epoca antica e quelle definite in epoca moderna
I riferimenti ai segni zodiacali nei testi antichi e nelle opere artistiche sono stati innumerevoli. Lo zodiaco è spesso rappresentato nei luoghi sacri: nei portali delle cattedrali, nelle sinagoghe, nelle moschee e attraverso le fonti di illuminazione artificiale, il cui posizionamento è riferito appunto allo schema zodiacale.
Lo Zodiaco già diviso in 12 costellazioni appare verso il V secolo a. c. con Arato da Soli, il poeta astronomo, che nella sua opera didascalica “Fenomeni e Pronostici”, descrive la mappa celeste e attribuisce alle costellazioni la maggior parte dei nomi, poi ripresi da Tolomeo e riportati nel suo Almagesto, nel primo secolo. Lavoro che sarà un autorevole riferimento per gli astronomi occidentali fino alla fine del medioevo.
Viene così introdotta la divisione dei dello zodiaco in dodici aree, in quanto i segni rappresentano 30 gradi rispetto all’insieme considerato, che come noto rappresenta ovviamente 360 gradi. Lo stesso zodiaco della tradizione cinese è anch’esso diviso in dodici sottoinsiemi, e riferito al nome di dodici animali.
Una suddivisione che certamente ha posto il numero dodici come un riferimento tra i più importanti nel contesto tradizionale, religioso e mitologico: dodici sono le ore del giorno, dodici i mesi, dodici i figli di Giacobbe, dodici le tribù d'Israele, dodici gli Apostoli, dodici porte della Gerusalemme celeste, dodici le divinità principali dell’Olimpo greco, dodici le fatiche di Ercole, dodici i cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù, etc.
Le immagini zodiacali assumono quindi significato universale e simbolico comprensibile a tutti e quindi anche significativamente evocativo. Lo psicanalista junghiano Luigi Aurigemma, con la sua opera “Il segno zodiacale dello scorpione nelle tradizioni occidentali dall'antichità greco-latina al Rinascimento”, ha ricordato il legame tra il segno dello Scorpione e il mito di Orione.
Riguardo al quale uno dei miti, riferito allo stesso, ci narra che Apollo, fratello di Artemide, ha mandato uno scorpione a uccidere il cacciatore Orione, allorché è venuto a conoscenza dell'affetto corrisposto della sorella nei confronti di Orione, che Giove ha trasformato poi nella costellazione dello Scorpione, perché adirato a causa di tale uccisione. Immagine che può essere correlata all’autunno, che rappresenta la ciclicità e la successione del rinnovamento e del cambiamento, analogamente a quanto facevano gli alchimisti nel trasformare il piombo in oro, trasformando quindi le proprie debolezze (le scorie interiori) in energia per raggiungere l’elevazione.
Lo zodiaco, spesso accostato ai personaggi mitologici, quali ad esempio Giasone, che con il suo il vello d’oro ci rammenta l’ariete e Castore e Polluce, i quali sono un preciso riferimento ai gemelli, offre anche un riferimento metafisico. Cyrille Wilczkowski (pseudonimo dell’astrologo francese Jean Palois), con la sua opera “L’uomo e lo Zodiaco” ci dice che lo zodiaco può essere considerato "analisi e storia della manifestazione" e che lo stesso è un insieme strutturato di simboli i cui significati sono in gran parte dovuti alle varie relazioni che essi mantengono tra loro.
Un segno zodiacale rappresenta ad esempio anche un simbolo della evoluzione che corrisponde alla discesa dello spirito nella materia, come pure l’ascesa verso lo spirito. In altri termini un viaggio che inizia con la nostra nascita, da cui partire per iniziare il nostro percorso interiore e attraversare la porta degli dei.
Lo zodiaco ha una metà involutiva (dall'Acquario al Cancro) che corrisponde all'incarnazione dello spirito nella materia, e una metà evolutiva (da Leone a Capricorno) che corrisponde all'ascesa della materia verso lo spirito.
Peraltro anche la terminologia riferita riguardo il semicerchio zodiacale riferito ai segni compresi tra il Leone e il Capricorno, veniva aggettivato come solare mentre l'altro semicerchio riferito ai segni che vanno dall'Acquario al Cancro veniva aggettivata come chiamato lunare.
Modalità evolutiva binaria testimoniata anche dall’architettura della cattedrali, nelle quali il lato sinistro delle stesse rappresenta la discesa dello spirito nella materia e quello destro l'ascesa dalla materia verso lo spirito.
I segni dello zodiaco non sono solo immagini che hanno un potere evocativo ma sono anche simboli che portano a comprendere la correlazione tra l'uomo e il cosmo. Essi rappresentano il circolo della vita, la totalità, articolata mediante ognuno dei dodici segni dalle interazioni incessanti che prevalgono all'interno di questa totalità nell’eterno divenire.
I segni dello zodiaco non sono solo immagini che hanno un potere evocativo ma sono anche simboli che trasportano messaggi pieni di significati insospettati. Questi simboli mostrano a coloro che sanno comprenderli ed utilizzarli l'unità profonda che regna tra l'uomo e il cosmo, ci rivelano l'esistenza di mondi superiori e ci danno accesso alla nostra dimensione celeste.
Lo zodiaco è un mandala, che rappresenta il cosmo in miniatura e sintetizza essenzialmente le figure geometriche del dodecaedro, della circonferenza, del triangolo, della croce, del punto e dell’esagramma; esso esprime quindi la geometria sacra.
Rappresenta, altresì, il viaggio dell'anima, indicando rispetta le varie fasi interiori, archetipe, necessarie per conquistare l'armonia delle sfere (corpo, anima e spirito), avvalendosi dell’alto e del basso (cielo e terra) per raggiungere e realizzare le meraviglie della “cosa unica".
Lo zodiaco non lascia nulla al caso:
il primo segno, l’ariete, è governato da Marte (attivazione della forza della volontà) e l'ultimo da Venere (il risultato ottenuto) in corrispondenza dell’ultimo segno, i pesci.
Questo è l'iter che l'essere umano deve percorrere nell'arco di una o più esperienze. Impariamo così, se ne cogliamo il senso, ad attivarci per conquistare lo spazio nel mondo, che una società sempre più competitiva ci nega. Dovremmo, invece, capire il significato dell'amore (Venere), che nei pesci (simbolo del cristianesimo e del sacrificio) esprime la grande rinuncia, propria del simbolismo della croce e la posizione centrale che il "Cristo-Sole" ha tra i dodici "raggi-apostoli".
Il viaggio di Giasone inizia in Ariete e in Ariete necessariamente deve tornare, come il sole che percorre i 12 segni per rinascere a se stesso.
Lo zodiaco, come un serpente-drago, si snoda verso l'alto, così come il serpente interiore (Kundalini) realizza una identica espressione geometrica, snodandosi in forma spiraloide.
Ogni segno esprime un livello di coscienza da conquistare. E' un viaggio notturno, che si svolge avvalendosi, sotto il regno della luna, soprattutto dell’orientamento offerto dalle le stelle. Esso è in particolare l'unico mezzo, rappresentato come già accennato dalle dodici fatiche di Ercole, ovvero dalle 12 porte che conducono all'opera, cioè dalle 12 operazioni alchemiche, con le quali possiamo uccidere il drago, simbolo delle nostre impurità.
E' un viaggio notturno, appunto sotto il regno della luna, perché, sostenuti nel buio dal nostro lavoro interiore (l'eremita dei Tarocchi), dalla fede, dalla speranza e dal coraggio, attraverso cui si può superare la prova analoga a quella che insegna la Chassidut ( filosofia chassidica). Filosofia che chiede e illustra chi è un “Re” “MeLeKh”, che è poi colui che sa agire sugli elementi simboleggiati dalle lettere che componogno tale nome: M = moah-cervello, L=lev-cuore, K=kavod–fegato, ossia colui che sa controllare e mettere in relazione i tre mondi: quello fisico (in questo caso rappresentato dal fegato), psichico (rappresentato dal cuore) e spirituale (rappresentato dal cervello).
La luna, che nel corpo governa il cervello, la psiche, è responsabile dei nostri pensieri riflessi. Riflettendo e speculando (allegoricamente attraverso lo specchio), dividendo il sottile dallo spesso, volatizzando il fisso e fissando il volatile, si realizza l’opera. Lo specchio rappresenta lo spirito divino e quando l’anima vi si contempla, essa scorge le impurità che sono presenti in lei e se ne libera. Una volta purificata, può scorgere lo Spirito Santo perché priva di ombre e libera dai vincoli del corpo.
Le quattro porte principali sono: la terra (capricorno), l’acqua (cancro), l’aria (bilancia) e il fuoco (ariete).
La terra è la raffigurazione del mondo della manifestazione; l'acqua è tutto quello che entra dentro di noi sotto forma di emozioni e psichismo; l'aria sono i pensieri che ci arrivano; Il fuoco rappresenta le istanze spirituali.
L'energia catturata dall'universo e in noi trasformata, vibra all'interno di Saturno, corpo fisico, che se non perde contatti con la consapevolezza interiore, ottiene una vibrazione che può prodursi a sua volta, sempre più veloce, anche nella luna (la psiche), nel mercurio (la mente), fino ad arrivare al sole (il sé).
La terra è la base, il fondamento, il corpo fisico, l'acqua è il controllo delle emozioni, la matrice primigenia, ovvero la luna, che per essere attraversate necessitano di una guida sicura ed illuminata (Mose'), a sua volta la mente, l'aria, il mercurio, per arrivare così all’ultima fase che prevede l’unificazione delle diverse parti con l'elemento fuoco, il Sole.
L'approccio mitologico spiega quindi forse più opportunamente le modalità e il processo evolutivo da seguire per interpretare i miti. Interpretazione che in realtà appare ancor più utile e necessaria, poiché ci si sta sempre più allontanando dal pensiero intuitivo, non condizionato e libero, simboleggiato dalla notte, avvalendosi al contrario in prevalenza dell’utilizzo del pensiero analitico, razionale e individualizzante, simboleggiato dal giorno, limitando in tal modo la conoscenza assoluta.
Forse anche per questo i messaggi millenari riferiti allo zodiaco attraggono attraverso un fascino, ancora vivo, che riguarda il suo simbolismo, ed offrono ancora insegnamenti che possono trasmettere su differenti piani i segreti dell’universo e quelli riferiti all’essere umano, il quale nel suo incessante viaggio, come un eterno Ulisse, è sempre e comunque alla ricerca di conoscere il mondo essente, la manifestazione cosmica, la sua casa (la Terra) e in particolar modo se stesso.