testata3

GEOPOLITICA

EUROPA, LA GRANDE PENISOLA DELL’ASIA

EUROPA, LA GRANDE PENISOLA DELL’ASIA

Nella rappresentazione tradizionale del mondo, l’Europa appare come un continente autonomo, dotato di una propria identità geografica e storica. Eppure, con uno sguardo più attento, depurato dalle convenzioni culturali, ci ricorda che l’Europa non è un continente, bensì la grande e vasta penisola occidentale dell’Asia, protesa verso l’Atlantico.

È una verità elementare, e tuttavia poco considerata nelle sue conseguenze geopolitiche.

Accettare questa prospettiva restituisce all’Asia il suo ruolo naturale di corpo principale dell’Eurasia e ridimensiona l’Europa alla sua funzione originaria: un’estremità sofisticata e densamente urbanizzata, che però dipende in maniera crescente da ciò che accade a Est, nelle regioni dove si concentra la massa critica delle popolazioni, delle risorse e delle innovazioni.

La teoria geopolitica del dei primi anni del XX secolo ci ha lasciato strumenti preziosi. Chi osserva la storia con la lente del Generale Halford John Mackinder peraltro colui che inventò il termine “ geopolitica”, sa bene che il controllo dell’Eurasia coincide, in larga misura, con il controllo del potere globale. L’Europa, in questa visione, non è il fulcro del sistema, ma il suo margine occidentale: un’avanguardia storica che oggi vede ridimensionarsi la propria capacità di proiezione.

Per secoli l’Europa ha goduto di un’eccezione storica, imponendo il proprio modello oltre i confini naturali. Oggi quella parentesi si chiude, mentre l’Asia dalla Cina all’India, dal Giappone all’ASEAN, fino ai nuovi attori mediorientali torna a imporsi come polo naturale dell’Eurasia.

Rileggere l’Europa come penisola dell’Asia significa riconoscere tre elementi strutturali: una dipendenza energetica e tecnologica, poiché le filiere critiche e i corridoi energetici provengono dal cuore del continente. 

Una fragilità demografica, con un progressivo restringimento della popolazione rispetto alla dinamica asiatica.

Una esposizione  strategica, perché le grandi direttrici infrastrutturali, terrestri, logistiche e digitali, scorrono da Est verso Ovest. Quindi se l’Europa è un margine, l’Eurasia è il sistema.

La sicurezza europea è, da sempre, una questione eurasiatica. Lo dimostrano le tensioni nel Mar Nero, la competizione tecnologica nell’Indo-Pacifico, la pressione che proviene dal Caucaso e dalla regione mediorientale. È nelle profondità del continente, e non nelle acque dell’Atlantico, che si determina la tenuta dell’ordine europeo. Il pensiero di Mackinder risulta oggi sorprendentemente attuale per almeno due motivi: la sua concezione dell’“Isola-Mondo”, l’enorme massa compatta formata da Eurasia e Africa, dove il potere tende a concentrarsi nel centro piuttosto che ai margini, la centralità dell’Heartland il "cuore" del mondo e la chiave per il dominio globale della la regione interna dell’Asia che, determina l’equilibrio politico globale.

A questi due elementi si è aggiunta una trasformazione geostrategica che conferma la validità del suo sguardo: in un continente integrato, la superiorità militare si radica nel controllo della terra più che del mare. Le recenti dinamiche lo mostrano con chiarezza. La realizzazione di infrastrutture dual-use lungo le dorsali caucasiche e centro-asiatiche, il potenziamento dei corridoi terrestri ad alta capacità, l’espansione di basi e presidi strategici nell’entroterra stanno ridefinendo l’equilibrio tra potenze terrestri e marittime.

È il ritorno della logica continentale: chi controlla la profondità del territorio controlla il futuro.

Per l’Europa, marginale rispetto a questa massa continentale, la questione diventa politica prima ancora che geografica: restare periferia oppure divenire un ponte attivo all’interno dell’Eurasia? 

Per ritrovare centralità, l’Europa deve smettere di considerarsi un continente isolato e riconoscersi come uno snodo:

una cerniera diplomatica, una piattaforma tecnologica avanzata, un crocevia energetico e digitale capace di mediare tra il potere marittimo e la crescente assertività delle potenze terrestri.

Riconoscere che l’Europa è una penisola dell’Asia non è un mero esercizio geografico: è un cambio di paradigma. L’Asia non “avanza”: semplicemente riacquista il suo ruolo storico di centro della massa continentale.

Se l’Europa saprà accettare questa prospettiva, potrà ridefinire la propria posizione non come residuo di un passato glorioso, ma come spazio strategico indispensabile nell’equilibrio eurasiatico del XXI secolo.

RIFERIMENTI

ngn logo2

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione

Sostienici per dare una libera informazione

Donazione con Bonifico Bancario

TAGS POPOLARI

Info Nessun tag trovato.
Image
Image
Image
Image
Image
Image

Ricerca