Le notizie che giungono da Mosca sono alquanto interessanti per comprendere gli equilibri interni ai BRICS, anche e soprattutto perché ancora una volta la grande protagonista del momento è la Governatrice della Banca Centrale Russa, Elvira Nabiullina.
Due gli articoli che meritano di essere presi in esame dei quali:
- il primo, apparso su La Stampa il 1° Novembre con il significativo titolo “Russia, se la Banca centrale sfida gli oligarchi”[1], riporta la dura presa di posizione della Governatrice della CBR nei confronti della potente casta politico-finanziaria che non pochi problemi hanno creato alla Russia degli anni ’90, nonché al nuovo Czar del Cremlino per il sistematico doppiogiochismo di chi da sempre punta a curare i propri interessi personali cercando di condizionare la politica della Federazione per asservirla ai propri, non sempre leciti, scopi;
- ed il secondo, apparso sul sito della Reuters il 31 Ottobre con l’eloquente titolo “Exclusive: Russia plans to issue debut sovereign yuan-denominated bonds, sources say”[2], e dal quale apprendiamo di una ipotetica emissione in fieri di obbligazioni (che dovrebbe vedere la luce in Dicembre) con scadenze a 3/10 anni denominate in CNY, per un controvalore di 5 Mld di USD. Una emissione che quantunque non risulti ancora al momento confermata, merita una attenta riflessione, non senza aver prima sottolineato come al momento esistano operazioni del tipo swap/Yuan volute dalla CBR.
La riflessione, cui ho accennato in chiusura del secondo punto, a mio avviso si impone in quanto, se tradotta in azione, potrebbe prevedere tre scenari o una loro combinazione:
- la CBR concede un prestito (o una linea di credito) in valuta cinese CNY ad un’altra istituzione (banca commerciale, ente statale, ecc.);
- la Federazione Russa (o la CBR per essa) emette debito pubblico in CNY;
- viene avviata un’operazione di swap di valuta / credito cross-currency in cui la Banca Centrale mette a disposizione CNY in cambio di RUB, o altra valuta, con impegno di riacquisto (tipo operazione repo/swap).
L’idea alla base dovrebbe essere o quella di ottenere disponibilità in CNY per finanziare attività in cui vi è bisogno di tale valuta (ad esempio importazioni dalla Cina o investimenti in attività connesse alla Cina), oppure per “riciclare” gli CNY che si accumulano nei bilanci russi (per via delle esportazioni verso la Cina, vendite di energia, ecc.).
Se l’importo fosse di “5 miliardi” questo presupporrebbe l’esistenza di una base solida di riserve, contratti commerciali, domanda di CNY, e volumi di scambio tra Russia e Cina, ma quello che maggiormente ci può interessare è che questa sarebbe una possibile contromossa per bilanciare la diminuzione di importazioni di gas e petrolio da parte di Beijing, come pure i giochi sul cambio operati dalla banca centrale cinese a tutto svantaggio di Mosca : una partita per il predominio in ambito BRICS e la creazione di un NWO bipolare USA-CINA escludendo Mosca.
Ed infatti alla luce dei tagli delle importazioni di prodotti energetici Russi da parte di Beijing , come pure dei giochi sul cambio RUB/CNY in senso sfavorevole a Mosca , una emissione di obbligazioni in Yuan può essere intesa come una contromossa per costringere Beijing ad una maggiore linearità in politica monetaria (e quindi estera) se la stessa Beijing vuole credibilità tra i BRICS
In questo senso Mosca, pur apparentemente accettando la supremazia dello CNY, starebbe progettando di costringere Pechino a “metterci la faccia”: se la Cina vuole che lo CNY diventi una valuta internazionale e una base credibile per i BRICS, allora deve comportarsi come tale — cioè garantire liquidità, stabilità e neutralità politica nei cambi.
Sarebbe una mossa elegante in linea con lo stile raffinato della ottima, professionalmente parlando, Governatrice della CBR: la Russia non può forzare Beijing direttamente, ma può creare un dilemma reputazionale che spinga la Cina verso una maggiore trasparenza e cooperazione monetaria.
A Mosca, in definitiva, non deve essere piaciuta l’entrata a gamba tesa di Beijing in Medi Oriente (si veda l’entusiastico accoglimento della richiesta di entrata nei BRICS da parte dello Stato Palestinese), ed in questo senso avrebbe progettato di agire nel modo qui ipotizzato, ovvero anche solo lasciato intendere la possibilità di farlo affinché chi ha orecchie per intendere intenda.
POWER RELATIONS IN BRICS: MOSCOW-BEIJING ADJUSTMENTS
The news coming out of Moscow is quite interesting for understanding the internal balances in the BRICS, also and especially because once again the big player of the moment is the Governor of the Russian Central Bank, Elvira Nabiullina.
Two articles deserve to be examined of which:
- the first, which appeared in La Stampa on November 1 with the significant headline "Russia, if the Central Bank defies the oligarchs" , reports the CBR Governor's harsh stance against the powerful political-financial caste that have created not a few problems for Russia in the 1990s, as well as for the new Czar of the Kremlin for the systematic double-dealing of those who have always aimed to look after their personal interests by trying to condition the Federation's policy to enslave it to their own, not always lawful, ends;
- and the second, which appeared on the Reuters website on October 31 with the eloquent headline "Exclusive: Russia plans to issue debut sovereign yuan-denominated bonds, sources say" and from which we learn of a hypothetical issuance in the making of bonds (which should see the light of day in December) with maturities of 3/10 years denominated in CNY, for a countervalue of 5 billion USD. An issue that although not yet confirmed at the moment, deserves careful consideration, not without first pointing out that at the moment there are swap/Yuan type transactions desired by the CBR.
The reflection, which I mentioned at the end of the second point, in my view is compelling because, if translated into action, it could involve three scenarios or a combination of them:
- the CBR grants a loan (or line of credit) in Chinese CNY currency to another institution (commercial bank, state agency, etc.);
- the Russian Federation (or the CBR for it) issues public debt in CNY;
- a cross-currency/credit swap transaction is initiated in which the Central Bank provides CNY in exchange for RUB, or other currency, with a commitment to repurchase (repo/swap type transaction).
The idea behind it should be either to obtain CNY holdings to finance activities where there is a need for that currency (e.g., imports from China or investments in China-related activities), or to "recycle" CNYs that accumulate on Russian balance sheets (due to exports to China, energy sales, etc.).
If the amount were "5 billion" this would presuppose the existence of a solid base of reserves, trade contracts, CNY demand, and trade volumes between Russia and China, but what we may be most interested in is that this would be a possible countermove to balance Beijing's dwindling oil and gas imports, as well as the exchange rate games operated by China's central bank to Moscow's full disadvantage : a game for dominance in the BRICS arena and the creation of a bipolar US-China NWO excluding Moscow.
And in fact in light of Beijing's cuts in imports of Russian energy products , as well as the games on the RUB/CNY exchange rate in a sense unfavorable to Moscow , a bond issue in Yuan can be understood as a countermove to force Beijing to greater linearity in monetary (and thus foreign) policy if Beijing itself wants credibility among the BRICS
In this sense, Moscow, while apparently accepting the supremacy of the CNY, would be planning to force Beijing to "put its face on it": if China wants the CNY to become an international currency and a credible base for the BRICS, then it must behave as such - that is, guarantee liquidity, stability and policy neutrality in foreign exchange.
This would be an elegant move in keeping with the fine style of the excellent, professionally speaking, CBR Governor: Russia cannot force Beijing directly, but it can create a reputational dilemma that pushes China toward greater transparency and monetary cooperation.
Moscow, in the final analysis, must not have liked Beijing's knee-jerk entry into the Middle East (see the enthusiastic acceptance of the Palestinian state's request for entry into the BRICS), and in this sense would have planned to act in the manner hypothesized here, that is, even hinted at the possibility of doing so so so that he who has ears to hear may hear.
[1] https://www.lastampa.it/esteri/2025/11/01/news/russia_se_la_banca_centrale_sfida_gli_oligarchi-15376963/amp/
[2] https://www.reuters.com/markets/europe/russia-plans-issue-debut-sovereign-yuan-denominated-bonds-sources-say-2025-10-31/?utm_source=chatgpt.com







