L'ultima decisione del colosso cinese in relazione al settore Automotive e' rappresentata dalla sospensione degli incentivi all'acquisto delle auto elettriche.
Questa decisione si rivela decisamente anticiclica, sia sotto il profilo economico che ideologico e chiude il cerchio di una strategia di politica estera ed economica cinese con il conseguimento degli obbiettivi.
Questa decisione dimostra, innanzitutto, ancora una volta come le autovetture elettriche non rappresentassero l'opzione strategica all'interno di una ideologia ambientalista e tantomeno un fattore economicamente sostenibile.
In altre parole, la transizione elettrica si è rivelata semplicemente come uno strumento politico e soprattutto economico finalizzato alla crescita della dipendenza europea dalle forniture cinesi e di conseguenza un fattore di crescita dell'ingerenza politica della Cina.
Lo stesso monopolio delle terre rare, che rende ora il colosso cinese centrale in qualsiasi politica di sviluppo tanto europea quanto statunitense, è stato realizzato negli ultimi decenni con la totale miope sottovalutazione strategica dei vertici politici europei e statunitensi.
I primi impegnati in una ridicola transizione ambientalista ma non preoccupandosi delle materie prime con le quali realizzarla.
I secondi incapaci di apprezzare l'indipendenza energetica che lo Sheil Oil e Sheil Gas hanno garantito liberandoli dal ricatto mediorientale, ma ora si trovano nuovamente ostaggio del Colosso cinese cioè da una istituzione politica a loro avversa.
E mentre il successo elettotale di una finta ideologia progressista spingeva i vertici politici europei ad occuparsi dei tappi per le bottiglie ed i secondi della tutela della economia finanziaria, la Cina giocando proprio sulla pochezza espressa dai vertici delle istituzioni occidentali, ha raggiunto e realizzato una vera e propria dipendenza nel mondo occidentale dalle proprie forniture di terre rare.
In altre parole, la assoluta miopia europea che ha impostato ed abbracciato questo delirio ambientalista del GreenDeal, il quale ha determinato anche il divieto alle auto endotermiche al 2035 anticipato al 2030 per quanto riguarda le flotte Aziendali ed autonoleggio , nei fatti si è dimostrata la piattaforma ideologica perfetta per realizzare il quadro del gigante cinese e così portare a compimento il proprio progetto di allargamento della propria ingerenza politica.
La Cina è stata, e rimane, il principale alleato del delirio europeo relativo alla transizione elettrica nella mobilità come della digitalizzazione (imperdonabile scegliere una strategia senza valutare le problematiche che la rendano possibile).
Un errore clamoroso che ha visto coinvolte anche le case automobilistiche europee le quali, ignorando e peggio sottovalutando ogni valutazione sulle potenzialità del mercato, hanno abbracciato ed investito nel delirio di una transizione elettrica che ora pagano con delle trimestrali da brividi.
Volkswagen e Porsche presentano, infatti, trimestrali disastrose non tanto legate al calo delle vendite quanto agli assurdi investimenti in impianti per la produzione di automobili elettriche che il mercato non vuole ora e probabilmente neppure domani.
La miopia occidentale ha portato la Cina di fatto a diventare la prima Potenza strategica nel mondo non tanto per una potenzialità economica e culturale, quanto grazie agli effetti delle proprie strategie di approvvigionamento tali da renderla Monopolista.
In più la Cina è riuscita addirittura ad esportare un modello di sviluppo, che ora con la fine degli incentivi abbandona senza alcun rimorso, mentre i governi europei e in particolare quello italiano hanno ancora una volta dimostrato di avere sottoscritto sic et nunc.
Basti ricordare che contemporaneamente alla sospensione degli incentivi alle auto elettriche in Cina, con una coincidenza persino comica, il governo italiano ha varato un piano di incentivi per il passaggio proprio alla mobilità elettrica.
Con un tempismo che dimostra sostanzialmente l'assoluta disconnessione, incompetenza ed inadeguatezza del governo e soprattutto dei ministri competenti per materia.
Il buio strategico che l'Europa e gli Stati Uniti hanno dimostrato negli ultimi decenni durante la corsa all'approvvigionamento cinese, si rivela sicuramente come il più tragico a livello strategico dal dopoguerra ad oggi e conferma la sostanziale incapacità delle esponenti istituzionali occidentali ad affrontare la complessità di un mercatoglobale.
Ancora una volta, la presunzione occidentale basata su di una superiorità intoccabile ha fatto sì che al vertice istituzionale degli Stati Uniti come delle istituzioni europee potessero accedere persone prive di ogni qualifica, ma forti della sola legittimazione elettorale, mentre la Cina è riuscita a chiudere il quadro della propria strategia riuscendo ad esportare in Europa l'ideologia ambientalista che pone le proprie auto al centro di tale sviluppo mentre gli Stati Uniti hanno spinto per un modello di sviluppo economico senza preoccuparsi degli elementi base per sostenerlo.
Non va trascurato come la forza della Cina sia stata sostenuta soprattutto dalla debolezza delle istituzioni occidentale le quali invece di pensare al futuro nel medio e lungo termine, hanno abbracciato, coadiuvati dalla miope complicità del mondo accademico, ideologie e soprattutto modelli politici con un respiro strategico fino settimana successiva o al massimo al prossimo appuntamento elettorale.
Il declino culturale di un continente non è espresso dalla mancanza di tutela dei vari generi come richiede la cultura Woke e tantomeno da rigurgiti "fascisti" nostalgici considerati pericolosi per la democrazia.
Il vero declino culturale è rappresentato dalla incapacità di leggere ed immaginare il futuro economico e di sviluppo del proprio continente, proprio mentre la Cina chiude il proprio cerchio relativamente allo sviluppo della economie occidentali.







