L'andamento economico globale mostra segnali di resilienza, con una inflazione che sembra rallentare e ridursi. La Cina sta, a quanto sembra, superando le problematiche Covid e i costi dell'energia si stanno riducendo.
Tali andamenti e fattori saranno alla base delle valutazioni della Fed e della Bce, al fine di decidere di modificare ed eventualmente attenuare la stretta monetaria, come pure calibrare l'andamento dei tassi di riferimento.
Naturalmente, una inversione dell'andamento dei tassi non potrà avvenire in immediato o nei prossimi mesi, probabilmente sarà possibile con il nuovo anno, allorchè l'inflazione si sarà stabilizzata intorno al 2 per cento, valore considerato ottimale.
Il PIL degli USA, nel quarto trimestre, ha mostrato una crescita del 2,9 per cento annua, superiore alle aspettative. Complessivamente nel 2022 il PIL si è incrementato del 2,1 per cento, valore di molto attenuato rispetto all'anno precedente, ove è risultato accresciuto del 5,9 per cento.
L'economia americana mostra un imprevisto miglioramento che potrà suggerire alla FED una politica monetaria meno stringente. Il che fa presuppore rialzo di 25 punti base nella riunione che si terrà il 31 gennaio e il 1 febbraio, cui potrebbero seguire altri lievi incrementi, prima di tornare a livelli significativamente più attenuati.
Pertanto considerando i valori macroeconomici che emergono la situazione sembra volgere a un miglioramento.
Allianz Global Investors prevede che: "Nell'area euro e nei maggiori Paesi saranno pubblicati nuovi dati sull'andamento dell'inflazione, dai quali dovrebbe trasparire un'ulteriore distensione. Grazie alla decelerazione dei prezzi dell'energia i prezzi al consumo saranno inferiori rispetto a quelli dello scorso anno. Ma tale evoluzione non basterà per far cambiare rotta alla Bce". La stessa ritiene che "la prossima settimana vi sarà molta attesa anche per il tasso di disoccupazione nell'area-euro e in Germania; il mercato prevede dati relativamente solidi tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, dove la solidità del mercato del lavoro sostiene la spesa al consumo e consente al contempo alla Fed di continuare a inasprire la politica monetaria al fine di conseguire i suoi due obiettivi".
Da tale andamento è ragionevole prevedere, che in un quadro nel quale l'inflazione non mostra rallentamenti, con un incremento dei salari e una crescita economica che risulta positiva, all'inizio del prossimo mese la Bce porterà i tassi di deposito al 2,5%.
Da ciò appare razionale prevedere che i tagli dei tassi possano essere decisi nel quarto trimestre, qualora sia rallentata la crescita, attenuato l'incremento del costo del lavoro e l'inflazioni scenda a valori vicini all'obiettivo del 2%.








