Leone XIV ha dedicato mercoledi 29 al dialogo interreligioso e al messaggio del documento conciliare Nostra Aetate, la catechesi dell'udienza generale in piazza San Pietro, rievocando le radici ebraiche del cristianesimo e suggerisce una serie di temi su cui tutte le religioni possono lavorare insieme: ecologia, lotta all’estremismo, Intelligenza Artificiale. Infine l’appello a fare in modo “che nulla ci divida”
“Tutti i miei predecessori – ha affermato Leone XIV - hanno condannato l’antisemitismo con parole chiare. E così anch’io confermo che la Chiesa non tollera l'antisemitismo e lo combatte, a motivo del Vangelo stesso
Ricordando il dialogo tra Gesù e la samaritana, il Papa ha sottolineato che questo momento coglie il nucleo stesso del dialogo interreligioso. Su questa scia spiega che il documento conciliare ridefiniva i rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, in particolare l’ebraismo, e “aprì – evidenzia il Pontefice - un nuovo orizzonte di incontro, rispetto e ospitalità spirituale”. Guardando in modo arricchente ai seguaci di altre religioni.
“Come compagni di viaggio – ha detto Leone XIV - sulla via della verità; a onorare le differenze affermando la nostra comune umanità; e a discernere, in ogni ricerca religiosa sincera, un riflesso dell’unico Mistero divino che abbraccia tutta la creazione”.
Con questo documento, spiega ancora il Pontefice, Papa Giovanni XXIII intendeva rifondare il rapporto originario con il mondo ebraico, dando forma, “per la prima volta nella storia della Chiesa”, al tratto dottrinale sulle radici ebraiche del cristianesimo e che sul piano biblico e teologico rappresentasse “un punto di non ritorno”. Un riconoscimento dunque del legame tra “il popolo del Nuovo Testamento” e “la stirpe di Abramo”.
“La Chiesa – ha aggiunto Leone XIV - memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque”.
“Oggi – ha aggiunto il Papa - possiamo guardare con gratitudine a tutto ciò che è stato realizzato nel dialogo ebraico-cattolico in questi sei decenni. Ciò non è dovuto solo allo sforzo umano, ma all’assistenza del nostro Dio che, secondo la convinzione cristiana, è in sé stesso dialogo”.







