È un dato di fatto che il fenomeno dell’integrazione dei rom “riguardi le grandi città, che sono praticamente tutte amministrate dalla sinistra. Non mi pare che abbiano mai trovato una soluzione”. Lo ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, in un’intervista a “Libero Quotidiano”.
“Il governo e la maggioranza si stanno facendo carico seriamente della questione. E con dei progetti sperimentali intendiamo cambiare radicalmente approccio rispetto a quello fallimentare cui assistiamo in tante città”, ha sottolineato Roccella, che ha aggiunto: “Vedremo nel dettaglio, ma il principio è diritti in cambio di doveri.
È necessario coinvolgere le comunità rom e responsabilizzarle. Nei loro confronti, sinora, c’è stato un atteggiamento pietistico e paternalistico”. Sui nuovi progetti, “ci si sta lavorando, saranno presentati entro il prossimo anno. Vogliamo avviare una sperimentazione prima della fine della legislatura. Riconoscendo seriamente gli aspetti migliori della cultura rom, e dando loro la responsabilità dei doveri che questo comporta”, ha specificato.
“I campi rom finora sono solo stati spostati: se uno veniva chiuso, subito dopo se ne creava uno nuovo da un’altra parte. Non c’è mai stata progettualità. Anche perché c’è chi ha interesse a difendere lo status quo”, ha spiegato la ministra.
“La cultura rom non è e non può essere una cultura della segregazione. La segregazione dà solo disagio. Tra i rom ci sono giovani generazioni e individui più consapevoli, che non vivono nei campi e anzi ne detestano la logica: è da loro che dobbiamo partire.
La cultura rom che va difesa è quella della loro lingua, della loro musica, non quella dei bambini che vanno per strada e imparano a rubare”, ha puntualizzato Roccella.