Il comico e la funzionaria. Non sono due protagonisti di una commedia ilare, ma di una tragedia fatta di morti, di guerra, di ruberie e di propaganda insulsa.
Partiamo da lui, che da vero leader sa assumersi tutte le sue responsabilità. Il comico presidente ieri ha dichiarato: "La decisione sul ritiro a Pokrovsk spetta ai militari".
La stessa fuga dai ladri che lo circondano e dalle responsabilità sul Nord Stream. Lui non sa nulla. Se vince vince lui, se perde perdono gli altri.
La domanda è: quanto ci vuole ancora a capire che è un leader cotto che una la dice e l’altra la inventa e che difende solo sé stesso? Quando smetteremo di abbracciarlo? Ma davvero è lui l’Ucraina? O è semplicemente Radio Londra?
Zelensky ha ammesso in un'intervista a Bloomber tv che la situazione a Pokrovsk è "molto difficile" e che qualsiasi decisione di ritirare le truppe spetta ai comandanti militari sul campo. "Nessuno - afferma il leader ucraino - li costringe a morire per il bene delle rovine. Sosterrò i nostri soldati, soprattutto i comandanti lì, nei loro sforzi per controllare la situazione. Altrimenti, è troppo costoso per noi: la cosa più importante per noi sono i nostri soldati".
Tradotto: Pokrovsk è indifendibile, ma non sono io a dire che si deve difendere all’infinito. Decidano i militari. Se cade colpa loro. Peccato che il militare che deve decidere è Syrsky, un altro campione di assunzione di responsabilità, basta vedere cosa ha fatto quando ha invaso la Russia a Kursk: vittoria sua, su suggerimento inglese, per la propaganda, disfatta degli altri. Finirà che avranno colpa i sodati semplici.
Ora, sul palcoscenico della tragedia, il comico la spara grossa: “La Russia prepara una grande guerra in Europa entro 5 anni. Dobbiamo ammettere - ha scritto il presidente ucraino su Telegram - che vogliono una grande guerra, si stanno preparando per essere in grado, nel 2029 o 2030 - in quel periodo - di iniziare una guerra così grande. Sul continente europeo. Questa è una vera grande sfida".
Un bell’aiuto alle isterie baltiche, agli inglesi che lo consigliano (e che tentano di trattare di nascosto con Mosca alla faccia di Trump), all’Unione Europea, la quale non aspetta altro che di spingere Kiev fino all’ultimo ucraino e vuole il riarmo per nascondere il fallimento delle politiche green.
Il fatto è che una delle grandi regole della propaganda, come ne hanno scritto tutti coloro che si sono occupati della comunicazione dai tempi di Wilson in poi, è che “deve essere credibile, non importa se vera o falsa”.
Una delle regole fondamentali della propaganda è la verosimiglianza. Non è necessario che una notizia sia vera, l’importante è che sia verosimile.
Ed ecco che dopo che il comico l’ha sparata grossa entra in scena la funzionaria.
Alla plenaria del Parlamento europeo, la von der Leyen ha detto: “Putin sta nuovamente cercando di terrorizzare il popolo ucraino. Di usare l'inverno come arma. Di congelare l'Ucraina fino a sottometterla. Ancora una volta, fallirà. E l'Europa continuerà a rafforzare la resistenza dell'Ucraina. Ripareremo i danni causati dagli attacchi russi. Stabilizzeremo la rete energetica dell'Ucraina con oltre 2 gigawatt di esportazioni di elettricità. E proteggeremo le infrastrutture critiche, con nuove attrezzature anti-drone. Questo inverno determinerà il futuro della guerra e la risposta deve essere all'altezza della sfida".
Ursula ci dice che la Russia, grazie agli interventi dell’Unione Europea, rimarrà inchiodata dov’è e fallirà.
Domanda: se in tre anni di guerra la Russia è riuscita a malapena a conquistare parte degli oblast che rivendica come suoi e non è riuscita nemmeno a conquistare tutto il Donbass, come si può seriamente pensare che possa invadere Paesi europei? Con quali armi? E la logistica?
Se persino quest’inverno la Russia, come dice la funzionaria Ursula, fallirà, come si può pensare che nella testa di chi comanda al Cremlino ci sia l’idea di invadere Paesi europei?
Il giochino è sempre lo stesso: terrorismo, paura, l’arma solita della propaganda, che però, essendo ripetuta all’infinito, perde di efficacia e diventa un boomerang (evitare il boomerang è un altro dei precetti che segue il propagandista).
Ed eccoci alla perla di Ursula. Atto secondo, scena prima: i soldi.
In Ucraina dilaga lo scandalo corruzione, con accuse di gravi appropriazioni indebite nel settore energetico. Zelensky ha silurato i ministri della Giustizia e dell'Energia e annuncia sanzioni contro altre due persone coinvolte nel caso (tutti amici suoi, anche se lui non sa niente). Un vecchio andante diceva: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Forse in Ucraina non vale.
Ecco che Ursula s’avanza sul proscenio e afferma: “Dobbiamo continuare a far aumentare il costo della guerra per la Russia. Per questo motivo erogheremo oggi quasi 6 miliardi di euro per l'Ucraina. Ed è per questo che accolgo con grande favore l'impegno del Consiglio europeo a coprire il fabbisogno finanziario dell'Ucraina per i prossimi due anni”.
Forse voleva dire aumentare i costi per gli europei?
Lei tira dritto: “Stiamo lavorando a stretto contatto con il Belgio e tutti gli Stati membri sulle opzioni disponibili per mantenere questo impegno. L'opzione 1 consiste nell'utilizzare il margine di manovra del bilancio per raccogliere fondi sui mercati dei capitali. L'opzione 2 consiste in un accordo intergovernativo in base al quale gli Stati membri raccolgono autonomamente il capitale necessario. L'opzione 3 consiste nel ricorrere a un prestito di riparazione basato sui beni russi immobilizzati. Tale prestito sarebbe basato sul saldo di cassa dei beni immobilizzati. Noi concediamo un prestito all'Ucraina, che l'Ucraina rimborsa se la Russia paga i risarcimenti" ha spiegato von der Leyen. "Questo è il modo più efficace per sostenere la difesa e l'economia dell'Ucraina. Ed è il modo più chiaro per far capire alla Russia che il tempo non gioca a suo favore".
Opzioni, soluzioni, chiacchieroni.
Ursula non dimentica anche di riproporci la continuazione del disastro.
"Dobbiamo – dice, inossidabile - accelerare la transizione verso un'economia pulita, ma anche utilizzarla per promuovere la crescita e la prosperità. Questo è stato al centro delle nostre discussioni in seno al Consiglio europeo: la corsa alla decarbonizzazione va di pari passo con la corsa alla nostra competitività. Quest'anno ricorre il decimo anniversario dell'accordo di Parigi. Naturalmente, ci sono ancora motivi di profonda preoccupazione: la natura ci ricorda ogni giorno il costo dell'inazione. Ma ci sono anche progressi da riconoscere. Dieci anni fa, ci stavamo dirigendo verso un aumento della temperatura di 4 gradi Celsius entro la fine del secolo. Oggi siamo più vicini ai 2,3 gradi Celsius. È ancora troppo alto, ma per la prima volta nella storia moderna la curva sta cambiando direzione. E questo dimostra la nostra capacità di cambiare le cose in meglio".
Propaganda ridicola (tragica), se solo alziamo lo sguardo per vedere il disastro creato nella capacità produttiva europea dal Green Deal.
Il problema è che il comico e la funzionaria devono stare in commedia, perché la tecno-finanza globalista neocon e neo colonialista che li ha messi sul palcoscenico favorendone l’ascesa non ammette che lo spettacolo finisca in un fiasco. Show must go on, ad libitum.
Ma la tragedia non è finita. Zelensky, afferma che se l'Ucraina dovesse ottenere gli asset russi immobilizzati sarebbe un danno enorme per Mosca.
"Per i russi, sarà una perdita enorme se riusciremo a ottenere questi soldi in qualche modo. Che si tratti di un prestito garantito da altri Paesi o di un altro modo. Ma se potremo avere questi 140-160 miliardi, sarà una grande perdita per Putin e il suo circolo di persone", scrive Zelensky su X. "Sapete che sono i loro soldi. Ed è per questo che, per loro, è davvero destabilizzante per il sistema, per la loro cricca. Quindi penso che sia molto importante. E queste sono davvero sanzioni importanti. Congelare i soldi è una cosa, ma darli all'Ucraina è un'altra. Non solo per le armi. Produrremo in Ucraina usando questi soldi. Otterremo un pacchetto tramite Purl, difesa aerea", aggiunge. "Stiamo comprando missili e difese aeree per salvare l'energia, e non solo. Sarà un segnale importante per la Russia: guardate, se continuerete, perderete da 35 a 80 miliardi l'anno prossimo sul commercio di energia (a seconda di come funzioneranno le sanzioni), e più 140 in asset congelati. Questo è uno strumento importante per portare la pace".
Interessante boomerang propagandistico. Chiedere di avere i soldi della Russia mentre sei costretto a mandare a casa due ministri perché attorno a te c’è chi ruba a mani basse non è proprio il massimo della credibilità.
Non a caso il boomerang entra subito in campo.
Viktor Orban spara a zero: "L'illusione dorata dell'Ucraina sta crollando. Una rete mafiosa di guerra con innumerevoli legami con il presidente Zelensky è stata smascherata. Il ministro dell'Energia si è già dimesso e il principale sospettato è fuggito dal Paese. Questo è il caos in cui l'élite di Bruxelles vuole riversare i soldi dei contribuenti europei, dove tutto ciò che non viene sparato in prima linea finisce nelle tasche della mafia di guerra. Follia".
"Grazie, ma non vogliamo avere niente a che fare con tutto questo" aggiunge il primo ministro ribadendo la sua opposizione a inviare "i soldi del popolo ungherese in Ucraina." "Comunque, dopo tutto questo, non cederemo di certo alle richieste finanziarie e ai ricatti del presidente ucraino. È ora - attacca - che Bruxelles capisca finalmente dove vanno a finire veramente i suoi soldi".
Dulcis in fundo. Commentando lo scudo democratico (leggi censura e propaganda) che l’Unione Europea si è inventata per contrastare l’informazione libera, Elon Musk a twittato: “Il leader dell'Ue dovrebbe essere eletto dai cittadini europei e non nominato da un comitato".
The end. Alla prossima commedia (tragedia).







