La protervia di un consesso di burocrati, comandato da funzionari pubblici, è arrivata al parossismo.
Mentre emerge lo scandalo della Bbc, che è solo la punta dell’iceberg delle fabbriche di notizie non solo false, ma demenziali, l’Unione Europea pensa di fondare il suo Minculpop. Chi è in cerca di rigurgito fascista può rivolgersi a Bruxelles, ultimo fortino disperato dei neocon, della tecno-finanza e dei globalisti neocolonialisti.
Chi volesse divertirsi a vedere l’elenco di idiozie propalate dai giornali nostrani senza il minimo di vergogna, può guardarsi la live di Parabellum al link https://www.youtube.com/live/M-Unhu0NdUc
La Commissione europea, ossia un insieme di funzionari che comandano 30 mila burocrati, sta predisponendo lo scudo europeo per la democrazia, il Democracy Shield.
Quando si parla di scudi viene sempre in mente lo Scudo rosso, simbolo della finanza made in Europe, ma è solo una suggestione.
Alla base dello scudo ci sarebbe il Minculpop in formato Ursula, ossia il “Centro europeo per la resilienza democratica”.
Se lo volessimo chiamare con il suo nome corrispondente alla sua reale funzione, dovremmo chiamarlo centro europeo per la resilienza di un centro di potere totalitario, formato da burocrati e da funzionari che cerca di farsi passare per uno Stato sovrano senza esserlo.
E andiamo sul sito del parlamento europeo:
(https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2025)775835),
dove si legge: “I crescenti attacchi strategici e sistemici alla democrazia europea e ai valori fondamentali riflettono le crescenti pressioni sulla democrazia come sistema in tutto il mondo. Oltre alle minacce provenienti dai tradizionali avversari autoritari, i rischi nel mondo digitale stanno aumentando. Il proposto scudo democratico europeo mira a contrastare la manipolazione e l'interferenza delle informazioni straniere, preservare l'equità e l'integrità delle elezioni, sostenere i media e i giornalisti indipendenti e proteggere la società civile. Inoltre, la regolamentazione digitale dell'UE messa in atto negli ultimi anni per proteggere i cittadini sta affrontando sfide sempre più organizzate da parte di grandi attori aziendali, che stanno anche ottenendo un crescente sostegno da parte di attori politici sia all'esterno che all'interno dell'UE. Ciò mette in discussione l'applicazione strategicamente importante della regolamentazione digitale dell'UE – inizialmente una dimensione chiave dell'iniziativa – riducendo allo stesso tempo il numero di alleati democratici su cui l'UE può contare per il supporto. La presidenza polacca uscente dell'UE ha posto la difesa della democrazia e la lotta alla disinformazione sotto un ampio ombrello di sicurezza, sottolineando il ruolo della società civile nel costruire la resilienza. La presidenza danese entrante si basa ulteriormente sull'approccio dell'UE che coinvolge l'intera società, con un'attenzione specifica al ruolo dei media e della cultura per la resilienza democratica. La commissione speciale del Parlamento europeo sullo Scudo europeo per la democrazia (EUDS), istituita nel dicembre 2024, sta svolgendo un ruolo attivo e visibile nel fornire contributi alla Commissione, proseguendo il lavoro svolto in precedenza. In quanto unica istituzione eletta direttamente – in rappresentanza di tutti i gruppi politici – l'esito dei lavori dell'EUDS del Parlamento è dotato di una speciale legittimità democratica di importanza strategica per il futuro della democrazia europea e, per estensione, per il progetto europeo”.
Tutta la vicenda del fact checking ha già mostrato il suo vero volto nel recente passato, con le censure sui social in epoca Covid e in epoca elettorale Usa. Censure poi rimosse grazie ad una resistenza, questa sì democratica, che ha costretto alcuni social a licenziare i fact checker.
Che l’iniziativa europea sia il frutto della disperazione di un mondo alla deriva è chiaro come il sole.
La proposta avanza mentre emerge lo scandalo Bbc e mentre crollano le menzogne sul green e sul cambiamento climatico.
La disperazione è anche per la narrazione riguardante la guerra in Ucraina, ormai chiaramente persa, e che gli europei di Bruxelles, con gli inglesi, vogliono tenere in piedi fino all’ultimo ucraino per supportare la propaganda che vorrebbe inculcare alle masse europee l’idea folle che la Russia voglia invadere i Paesi europei. Una menzogna, questa, colossale, in quanto, al netto di tutte le possibili, immaginabili idee del Cremlino (che non ci sono) la Russia non ha i mezzi necessari per andare oltre il conflitto ucraino.
La grande menzogna dell’invasione russa serve solo a dirottare i soldi degli europei in un riarmo che garantisca alla Germania la riconversione industriale, dopo il fallimento dell’auto elettrica e della delocalizzazione in Cina.
Quando la realtà ti sfugge di mano, metti in campo la propaganda e la censura, due facce della stessa medaglia.
Il fatto è che l’Unione Europea non è uno Stato ed è ora che gli Stati membri dicano alla signora funzionaria Ursula von der Leyen e ai suoi funzionari e burocrati quello che ha già detto loro J.D.Vance: “La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia dall’interno: l’arretramento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”.
“Se volete godere di economie competitive, se volete godere di energia a prezzi accessibili e di catene di approvvigionamento sicure – ha aggiunto Vance -, allora avete bisogno di mandati per governare perché dovete fare scelte difficili per godere di tutte queste cose. E naturalmente in America lo sappiamo bene. Non si può ottenere un mandato democratico censurando gli oppositori o mettendoli in prigione, che si tratti del leader dell’opposizione, di un umile cristiano che prega a casa sua o di un giornalista che cerca di riportare le notizie. Né si può ottenere un mandato ignorando il proprio elettorato di base su questioni quali chi può far parte della nostra società condivisa”.
Non contenti di pensare a copiare il fascistissimo Minculpop, i funzionari e i burocrati di Bruxelles vogliono mettere in campo anche la fascistissima Ovra al loro comando.
L’Unione Europea non è uno Stato; è ormai un grumo di potere allo sfascio e ha il cervello fritto se pensa ad una sua intelligence proprio nel momento in cui Londra nega al suo apparentemente migliore alleato, ossia agli Usa, la condivisione di notizie relative ai Caraibi.
È del tutto chiaro che mai nessuno Stato dell’Unione condividerà notizie sensibili con il baraccone europeo che Ursula von der Leyen vorrebbe mettere in campo.
Provate a pensare all’Italia che condivide con il baraccone degli 007 europei di Ursula notizie sensibili, condivise con gli Usa. Il giorno dopo i servizi italiani verrebbero eliminati da ogni informazione proveniente dagli States.
E allora a che serve il baraccone Ovra di Ursula von der Leyen: a spiare i cittadini europei, a studiare le loro tendenze, a spiare “la vita degli altri”, come nella Germania della Stasi.
Secondo quanto hanno riportato diversi alti funzionari comunitari al Financial Times, la funzionaria UE, presidente della Commissione Europea, vorrebbe instaurare un sistema di intelligence al servizio del Segretariato Generale, l’organo tecnico che guida l’azione della Commissione stessa, rispondente direttamente al suo presidente: “cellula” operativa capace di affiancare con costanza i vertici della Commissione Europea. I quali, con questa struttura al loro fianco, vedrebbero assumere sempre più le fisionomie di un vero e proprio apparato di governo, e non il vertice di un organo formalmente collegiale.
In buona sostanza la von der Leyen vuole fare il fascistissimo duce di uno Stato che non c’è, fingendo che la Commissione sia il Governo dello Stato Unione Europea.
Il Financial Time scrive che “l’unità, che verrà costituita all’interno del segretariato generale della Commissione, prevede di assumere funzionari provenienti da tutta la comunità di intelligence dell’Ue e di raccogliere informazioni di intelligence per scopi comuni”.
La von der Leyen vuole accentrare i poteri e fornirsi di una struttura simile alla fascistissima Ovra o, se volete rimanere in Germania, patria di Ursula, alla Stasi.
Come fa notare Insideover, la Von der Leyen intende “istituire questa struttura sotto il cappello del Segretariato Generale della Commissione Europea, apparato che è di fatto la cinghia di trasmissione per il controllo da parte del presidente dei lavori della Commissione stessa, ne detta l’agenda, decide i tempi e i modi dei meeting e ne tiene verbali e tracce”.
L’Europa una funzione d’intelligence interna ce l’ha già a sua disposizione ed è il Direttorato del Servizio d’Azione Esterno Europeo rispondente direttamente all’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Questo organo è l’European Union Intelligence and Situation Centre (Eu-Intcen), basato a Bruxelles, che raccoglie informazioni dalle agenzie nazionali.
La questione è serissima, in quanto l’accentramento di poteri in atto, e la trasformazione di fatto dell’Unione Europea in un mostro autocratico, può avere serissime conseguenze sulla libertà e sulla democrazia nei Paesi europei.
Gli Stati membri devono opporre il veto a questa deriva autocratica. Altro che eliminare l’unanimità.
Comprensibile, in questo contesto di follie, l’aiuto dato Da Donald Trump a Viktor Orban. Un aiuto che va ben oltre la questione energetica, in quanto punta a delegittimare una deriva autocratica orwelliana in atto nel Vecchio Continente.







