La funzionaria dell’Unione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato il «RESourceEU», la nuova iniziativa dell’Unione europea per ridurre la dipendenza dalla Cina e per risolvere il problema della scarsità di terre rare. Se ne discuterà. Nel frattempo Donald Trump ha cominciato a importare terre rare dal Pakistan.
Ce lo ricorda il giornalista Roberto Mazzoni, che ci informa dalla Florida, in un’intervista rilasciata a Il vaso di Pandora.
https://mazzoninews.com/2025/11/01/vaso-di-pandora-trump-taco/
Mazzoni ci rende noto che le terre rare dal Pakistan sono già in viaggio verso gli Stati Uniti, i quali puntano ad essere indipendenti dalla Cina dell’arco di 3/5 anni.
“Il Pakistan afferma Mazzoni - sta diventando un’alternativa in questo senso: è chiaro che il livello di produzione è ancora modesto, ma è significativo, ed è anche uno dei motivi per cui Trump dice: “Vogliamo riprenderci la base di Bagram in Afghanistan”, perché in questo momento i talebani stanno attaccando il Pakistan per impedire questo tipo di flusso, e la presenza di una base americana importante in Afghanistan garantirebbe una fornitura continuativa di terre rare dal Pakistan. Quindi, in questo momento, il Pakistan si sta inserendo in modo sistematico nel nuovo circuito di fornitura americano e ci sono altri paesi che stanno arrivando, come l’Argentina, che è una fonte importante di terre rare e che potrebbe diventare anche una fonte importante di terre rare raffinate, anche perché il problema delle terre rare è che non sono affatto rare: ce ne sono tantissime un po’ dappertutto, anche negli Stati Uniti.
Il vero problema – puntualizza Mazzoni - è che la loro raffinazione, estrazione ed elaborazione producono danni ecologici catastrofici, pertanto è molto difficile farlo negli Stati Uniti, dove ci sono gli ambientalisti e una serie di leggi sulla protezione dell’ambiente. Se però ci sono nazioni in cui è possibile farlo, per esempio in aree desertiche o meno problematiche, allora la cosa diventa fattibile. So che ci sono anche alcune strutture di produzione che vengono costruite in questo momento negli Stati Uniti e che potrebbero attingere ai depositi dell’Argentina. Questo è uno dei motivi per cui, tra l’altro, gli Stati Uniti hanno appena finanziato il governo argentino”.
I cinesi oggi hanno il monopolio della produzione e raffinazione delle terre rare, ma, afferma Mazzoni, “gli Stati Uniti diventeranno indipendenti: nell’arco di 3/5 anni, avranno una produzione indipendente di terre rare sufficiente a soddisfare le esigenze militari e tecnologiche industriali. E sarà una progressione, quindi non si passerà da zero a mille. I cinesi ridurranno sempre di più la loro percentuale, mentre gli americani aumenteranno sempre di più la loro”.
Con l’espressione “terre rare” ci si riferisce a un gruppo di 17 elementi della tavola periodica, diventati fondamentali per l’industria elettronica, aerospaziale, militare e per le cosiddette clean tech, ossia le tecnologie della transizione verde, come turbine eoliche e auto elettriche. Al contrario di quanto potrebbe suggerire il nome, non si tratta di materiali effettivamente rari.
Per fare come Donald Trump, l’Unione Europea dovrebbe essere uno Stato (che non è) e dovrebbe avere un Governo (che non ha), in quanto la Commissione è un insieme di funzionari guidati da una funzionaria, che sotto di sé ha 30 mila burocrati.
Come si può ben vedere, sia nel caso dell’Argentina, sia del Pakistan, per contare qualcosa si deve avere proiezione geostrategica, commerciale e militare. Tutte cose che mancano all’Unione Europea.
Non a caso Trump chiede di rientrare nella base di Bagram, non tanto in funzione militare anticinese, ma per favorire il flusso commerciale delle terre rare.
Costruita dai sovietici negli Anni '50 e situata a circa 40 chilometri a Nord di Kabul, Bagram è stata il principale centro operativo americano fino al ritiro caotico degli Usa nel 2021, che ha favorito il ritorno al potere dei talebani.
Gli analisti esteri, intervistati dal quotidiano South China Morning Post, concordano sul fatto che l'ossessione di Trump per Bagram sia legata alla rapida espansione dell'arsenale nucleare di Pechino, che il Pentagono ha definito la "modernizzazione più ambiziosa" della sua storia. Secondo Dennis Wilder, ex funzionario Cia, ha evidenziato che Bagram offrirebbe agli Usa un punto avanzato per sorveglianza e operazioni contro la Cina, complicando i piani militari di Pechino.
Tuttavia, a quanto sembra, la vera valenza strategica di Bagram riguarda il controllo dei flussi di materie prime dal Pakistan.

A settembre 2025, il Pakistan e gli Stati Uniti hanno firmato un memorandum d'intesa (MoU) per sviluppare le vaste risorse minerarie pakistane, con un quadro di partnership da 500 milioni di dollari. Si parla di un valore potenziale complessivo di trilioni di dollari per le riserve minerarie non sfruttate del Pakistan. A ottobre 2025, il Pakistan ha inviato la sua prima spedizione di prova (campioni) agli Stati Uniti. La spedizione includeva antimonio, concentrato di rame ed elementi di terre rare come neodimio e praseodimio.
Il Primo Ministro pakistano Shehbaz Sharif e il capo dell'esercito Asim Munir hanno presentato personalmente campioni di questi minerali a Donald Trump durante un incontro alla Casa Bianca a settembre 2025, un gesto che ha avuto un forte valore simbolico e diplomatico. L'accordo è stato firmato tra la Frontier Works Organisation (FWO) del Pakistan e la US Strategic Metals (USSM), un'azienda americana con sede nel Missouri specializzata nell'estrazione e lavorazione di minerali critici.
Per il Pakistan: L'accordo promette miliardi in ricavi, creazione di posti di lavoro e trasferimento di tecnologia, aiutando a diversificare l'economia e a migliorare i rapporti con Washington.
Mentre nell’Unione Europea si pensa a cosa fare, possibilmente centralizzando il business in mani burocratiche, Donald Trump ha già portato a casa contratti importanti.
Trump ha firmato diversi accordi bilaterali e multilaterali per garantire accessi preferenziali e investimenti congiunti.
Con il Giappone a ottobre è stato stipulato un Framework agreement su minerali critici per mercati diversificati con investimenti di 550 miliardi di dollari potenziali e scorte reciproche. Con l’Australia, a marzo, è stata varata una partnership strategica. L'Australia ha vaste riserve e sta investendo in raffinazione non cinese. Con Malesia, Thailandia, Vietnam e Cambogia sono stati stipulati memorandum per l’aumento di accesso USA alle terre rare, con regole di esportazione favorevoli agli acquirenti americani (non cinesi) e incoraggiamento a investimenti locali non cinesi. La Malesia è già il 2° fornitore USA (dopo Cina). A settembre gli USA hanno preso quote in due compagnie minerarie canadesi per estrazione e raffinazione. Il Canada ha oltre 14 milioni di tonnellate di riserve accessibili. Del Pakistan si è detto. Infine, il Perù dove a marzo un trade promotion agreement consente l’accesso a minerali critici, inclusi terre rare.
In conclusione, gli Stati Uniti mandano nel mondo un presidente eletto, dotato di pieni poteri. L’Unione Europea manda in giro dei funzionari, spacciati per ministri.
La differenza è sostanziale.







