Il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), ha chiesto l’espulsione di Mohammad Hannoun. Si tratta dell’uomo ritenuto dal Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d’America, la propaggine di Hamas in Italia che, con quelle che negli Usa ritengono finte associazioni caritatevoli, avrebbe finanziato l’ala militare di Hamas
Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia, nel corso dell’ennesimo corteo pro-Palestina organizzato a Milano ha detto che gli ostaggi in mano a Hamas, ora liberati, sarebbero «soldati israeliani con i cannoni rivolti verso la testa dei palestinesi». Inoltre, parlando della possibilità di fermare la mobilitazione che sta paralizzando ogni settimana le piazze di tutta Italia, ha spiegato che, a suo parere, non è ancora il momento, perché di Israele «non ci si può fidare: sono dei criminali israeliani, sono bugiardi e non sono di parola, né loro né i mediatori». E naturalmente non poteva mancare il riferimento alle esecuzioni che Hamas sta perpetrando in questi giorni a Gaza: «Tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso, i collaborazionisti vanno uccisi», ha detto Hannoun: «Oggi l’Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi, ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?».
Solo lo scorso novembre, la Questura di Milano gli aveva notificato un foglio di via per “istigazione all’odio e alla violenza”. La decisione era scattata a seguito di un’altra delirante uscita pubblica, nella quale il leader palestinese si era complimentato con coloro che, ad Amsterdam, si erano scagliati contro alcuni tifosi israeliani in trasferta del Maccabi Tel Aviv, in occasione della partita di calcio contro gli olandesi dell’Ajax.
Il fatto è che questo signore ha compiuto vari viaggi, accompagnato da vari personaggi, a Beirut, centrale della rete di Hamas in Europa.
Esiste una rete di Hamas in Italia? Secondo l’inchiesta de “Il Tempo”, esiste e la sua esistenza è affermata anche da un recente studio di CTCSentinel, rivista di West Point (https://ctc.westpoint.edu/october-2025/), condotto da Matthew Levitt, che affronta il tema della presenza della rete di Hamas in Europa e sostiene che in Europa Hamas ha nascosto armi in vari siti e che la centrale di coordinamento è proprio a Beirut.
Secondo il rapporto di CTCSentinel alcuni messaggi di Khalil al-Kharraz, l'allora vice comandante delle Brigate Qassam di Hamas in Libano, ottenuti dagli inquirenti tedeschi dal telefono di al-Ali, fanno emergere una rete italiana. "Abbiamo persone in Italia – afferma Khalil al-Kharraz, l'allora vice comandante delle Brigate Qassam di Hamas in Libano – e vedremo come possiamo aiutare da qui".
“A quel tempo – sostiene CTCSentinel - Hamas aveva agenti attivi in Italia, Germania, Bulgaria e Paesi Bassi, tra gli altri”.
Che ci sia una rete di Hamas in Italia esce anche dall’inchiesta pubblicata da “Il Tempo” a metà agosto 2025, firmata da Giulia Sorrentino.
I nomi chiave dell’inchiesta di Giulia Sorrentino son: Hannoun, del quale si è già detto, e Sulaiman Hijazi, per anni collaboratore stretto di Hannoun e al centro di eventi istituzionali italiani, come quello ospitato alla Camera dei Deputati per la presentazione di un rapporto dell’ONU. Accanto a loro, un terzo protagonista: Mahmud Asfa, imam e architetto, suocero di Hijazi e promotore della nuova moschea di Milano. Figura nota per l’impegno nel dialogo interreligioso, Asfa ha tuttavia sostenuto pubblicamente manifestazioni organizzate da Hannoun, comprese quelle in cui si rivendicava apertamente la “simpatia per Hamas” e si vendevano magliette con lo slogan From the river to the sea.
Non entriamo nel merito dell’inchiesta della collega per quanto riguarda le singole posizioni di singoli personaggi, in quanto non è questo il punto della questione. Il punto della questione è che, sia nell’inchiesta della Sorrentino, sia nel rapporto di CTCSentinel emerge l’esistenza in Italia di una rete pro-palestinese che non si limita all’attivismo politico o alla solidarietà umanitaria, ma che avrebbe legami storici e documentati con organizzazioni accusate di finanziare Hamas.
Ora il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), ha chiesto l’espulsione di Mohammad Hannoun.
Sotto la lente di ingrandimento de Il Tempo è finita anche Souzan Fatayer, candidata con il campo largo per il Consiglio regionale della Campania, la quale commentando i fatti di Gaza è arrivata a inneggiare a Hitler.
Ancora una volta è il quotidiano il Tempo a riferire di un post del 2 settembre rilanciato su Fb dalla candidata Avs. In un video parla l'ex ambasciatore israeliano in Italia Dror Eydar. Molto forti le sue parole ("noi abbiamo uno scopo, distruggere Gaza, questo male assoluto"). E di seguito una frase agghiacciante che accompagna il post: “Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l'incompleta missione di Hitler".
La replica di Fatayer non si fa attendere: "non solo non ho mai pronunciato quelle parole, ma per la storia del mio popolo, non le potrei nemmeno mai pensare, mi ripugnano. Che cosa è successo? Tempo fa ho condiviso sul mio profilo personale - che utilizzo per veicolare quotidianamente decine e decine di informazioni ed episodi sul genocidio a Gaza e in Palestina che i media mainstream ignorano - un video contenente le vergognose dichiarazioni dell'ex ambasciatore israeliano in Italia, che parlava apertamente di sterminio nei confronti dei cittadini di Gaza. Commettendo una disattenzione ho condiviso il video senza avere letto la caption che lo accompagnava — cosa frequente nei reel su Facebook, dove il testo non è direttamente visibile". "La mia intenzione, nel condividere quel video - aggiunge - era di denunciare le chiare intenzioni genocidarie espresse da Israele, che troppo spesso vengono negate nel dibattito pubblico italiano".
Comunque sia video e correlati possono essere acquisiti dall’autorità giudiziaria. Tutto quello che è su Internet non scompare mai. Se si tratta di apologia di nazismo si provveda. Se così non è si faccia chiarezza.
Comunque sia, poiché sull’esistenza di una rete di Hamas pare non esserci alcun dubbio, è opportuno che gli organi dello Stato se ne occupino, al fine di espellere dal Paese chiunque aderisca, sostenga, finanzi tale rete.
Sulla questione palestinese Giorgia Meloni, in Parlamento, ha ribadito posizione del governo italiano.
"Hamas - ha spiegato Meloni - deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale". "Abbiamo avuto – ha aggiunto il presidente del Consiglio - , anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento".
Il recente accordo sul piano in 20 punti presentato dal presidente Trump e firmato a Sharm el Sheikh sulla crisi mediorientale, ha rappresentato, secondo quanto ha detto Giorgia Meloni, "uno sviluppo estremamente positivo e concreto, ed è frutto di un lungo e complesso lavoro diplomatico, al quale l’Italia ha contribuito con costanza e pragmatismo. Siamo molto grati a tutti i mediatori per gli sforzi diplomatici che hanno reso possibile questo importante passo in avanti: mi riferisco ai governi di Egitto, Qatar e Turchia, ma mi riferisco soprattutto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo".
"Dopo molto tempo – ha aggiunto ancora Giorgia Meloni - ci troviamo di fronte a una prospettiva credibile verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente. L’entrata in vigore del cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la ripresa degli aiuti umanitari, sono i punti imprescindibili da cui ripartire, ma chiaramente costituiscono soltanto i primi passi di un percorso che sarà lungo e faticoso".
Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, è intervenuto in aula dopo le comunicazioni di Giorgia Meloni e si è scagliato contro Mohammad Hannoun.
“C’è – ha esordito Gasparri - un certo Hannoun che gira per l’Italia e sabato scorso è stato a Milano e ha detto, in pubblico, che è giusto uccidere i collaborazionisti palestinesi. Eppure molti qui plaudono a quelle manifestazioni. Altro che ‘manca la democrazia’, Elly Schlein. Io spero che qualcuno stia attenzionando questa persona, non è normale che nel centro di Milano qualcuno faccia apologia di stragi. Poi dicono ‘questi non c’entrano con noi’, ma gli stessi che provocano disordini all’Esquilino o a Torino partecipano alle manifestazioni che indice Landini”.







