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CARLO III DAL PAPA CON LA CHIESA ANGLICANA A PEZZI

CARLO III DAL PAPA CON LA CHIESA ANGLICANA A PEZZI

Dopo essere stato a Roma a ricordarci che se esistiamo come Paese è grazie agli inglesi ed essere stato a Ravenna, patria di Giordano Gamberini, Gustavo Raffi e Leo Taroni, a benedire una parte del Grande Oriente, ora va da Papa Leone XIV a sostenere l’agenda green.

Sotto il profilo politico gli inglesi, in crisi totale di credibilità internazionale, stanno spendendo Sua Maestà per recuperare visibilità, spazio geopolitico, influenza.  

Dietro le quinte, tuttavia, ci sono anche grandi manovre riguardanti la seconda chiesa cristiana dopo quella cattolica: la Chiesa anglicana, attraversata da fratture interne che si sono evidenziate, che sono difficilmente ricomponibili e che potrebbero portare una parte della stessa a convergere con Roma.

La cronaca ci dice che dopo 482 anni, da quando Enrico VIII d'Inghilterra si separò della Chiesa di Roma nel 1534, Re Carlo III sarà il primo monarca regnante inglese a pregare pubblicamente con il Papa.

La visita del re e della regina Camilla, in programma il prossimo 22 e 23 ottobre, è considerata un “momento significativo” nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d'Inghilterra, di cui Carlo è governatore supremo. In particolare la Chiesa di Inghilterra - con 25 milioni di fedeli - è composta dalle due province ecclesiastiche di Canterbury e York, a cui fanno capo tutte le diocesi inglesi. Più nel dettaglio, la sede di Canterbury detiene un primato d'onore su tutta la comunione anglicana, ossia 42 Chiese indipendenti, presenti in 165 Paesi, legate dall'anglicanesimo.

L’arcivescovo di Canterbury è ora una donna: Sarah Mullally.

Sarah Mullaly primo arcivecovo

L’imbarazzo di avere in Vaticano un arcivescovo donna è stato superato in quanto l’arcivescovo di Canterbury, Sarah Mullally, la prima donna a ricoprire tale carica, non sarà presente perchè è stata designata, ma si insedierà solo a marzo 2026. Ci sarà invece l'arcivescovo di York Stephen Cottrell. 

Dietro le quinte si agita lo scisma anglicano, poiché la Chiesa anglicana – intesa come la Comunione Anglicana globale, che comprende circa 85 milioni di fedeli in oltre 165 paesi – sta affrontando un momento di profonda divisione interna che ha portato a un vero e proprio scisma formale, annunciato solo tre giorni fa, il 16 ottobre 2025. Non si tratta di un "andare verso" uno scisma, ma di un evento già consumato, anche se le sue conseguenze si svilupperanno nei prossimi mesi e anni.

La Comunione Anglicana, nata dalla Chiesa d'Inghilterra nel XVI secolo, è una federazione di province autonome (non una struttura gerarchica rigida come quella cattolica), unite simbolicamente dall'Arcivescovo di Canterbury come "primus inter pares" (primo tra pari). Da decenni, però, tensioni teologiche dividono i conservatori (soprattutto dal "Sud globale": Africa, Asia e America Latina) dai progressisti (prevalenti in Europa e Nord America).

Le cause principali riguardano le ordinazioni femminili e LGBTQ+. Nel 2003 si è avuta la consacrazione del vescovo gay Gene Robinson negli USA e, recentemente, la Chiesa anglicana ha adottato le benedizioni per coppie omosessuali approvate dalla Chiesa d'Inghilterra già nel 2023.

Pietre della scissione sono poi l l'elezione di Sarah Mullally come prima donna Arcivescovo di Canterbury (annunciata a marzo 2025, installazione prevista nel 2026) e di Cherry Vann, che vive in una relazione omosessuale, come Arcivescovo del Galles (luglio 2025).

Cherry

Queste scelte sono state viste dai conservatori come un "abbandono dell'autorità biblica".

Queste divisioni hanno già prodotto "scismi parziali" negli anni passati, come la nascita dell'Anglican Church in North America (ACNA) nel 2009, affiliata ai conservatori.

Il 16 ottobre scorso, i primati (leader) del Global Fellowship of Confessing Anglicans (GAFCON) – un movimento conservatore fondato nel 2008 che rappresenta circa l'85% degli anglicani praticanti (circa 40-50 milioni di fedeli, soprattutto in Africa: Nigeria, Uganda, Kenya, Rwanda) – hanno emesso un comunicato ufficiale intitolato "The Future Has Arrived". Ecco i punti chiave:

Rottura con Canterbury: GAFCON ha tagliato tutti i legami con l'Arcivescovo di Canterbury e la Chiesa d'Inghilterra, definendola una "provincia revisionista" che ha "abbandonato la Parola di Dio inerrante come autorità finale".

Riordino della Comunione: GAFCON si autoproclama ora la vera "Global Anglican Communion" (Comunione Anglicana Globale), con la Bibbia come unico fondamento ("tradotta, letta, predicata, insegnata e obbedita nel suo senso piano e canonico"). Non riconosceranno più incontri convocati da Canterbury, come la Lambeth Conference.

Nel 2026, GAFCON eleggerà un proprio "primus inter pares" (un presidente rotante tra i primati), sostituendo simbolicamente l'Arcivescovo di Canterbury. Il presidente attuale di GAFCON, l'Arcivescovo Laurent Mbanda del Rwanda, ha firmato il documento.

La Chiesa d'Inghilterra (e province progressiste come USA, Canada, Galles) perde il legame con la maggioranza globale. Le province africane (es. Chiesa di Nigeria, con 20 milioni di fedeli) hanno già istruito le loro diocesi a rimuovere riferimenti alla "comunione con Canterbury".

Il comunicato è stato rilasciato in occasione della commemorazione dei martiri anglicani Hugh Latimer e Nicholas Ridley, simboleggiando un ritorno alle "radici bibliche" contro il "falso vangelo" progressista.

La conseguenza di tutte queste defezioni è che la Chiesa d'Inghilterra rimane autonoma (circa 1,5 milioni di fedeli attivi), ma perde autorità simbolica globale. L'Arcivescovo uscente, Justin Welby, aveva già tentato riforme per "diluire" il ruolo di Canterbury (luglio 2025), ma è stato troppo tardi. Ora affronta un dibattito interno: alcuni temono un'ulteriore erosione, con evangelici inglesi che potrebbero formare reti alternative.

GAFCON rafforza la sua struttura, con province come ACNA (USA/Canada) che si allineano pienamente.

Le innovazioni della Chiesa d’Inghilterra potrebbero complicare i dialoghi con cattolici e ortodossi, ma anche indurre alcune realtà a confluire nella Chiesa cattolica.

Lo scisma della Chiesa anglicana, pertanto, è una realtà. La Comunione Anglicana si è divisa in due rami distinti, con i conservatori che rivendicano la maggioranza e l'eredità "autentica". È un evento paragonabile al Grande Scisma del 1054 o alla Riforma, ma su scala moderna.

Sua Maestà Carlo III, pertanto, arriva a Roma da Papa Leone XIV come “papa” di una Chiesa Anglicana dimezzata, in mezzo ad una bufera che è dovuta alle stesse agitazioni che hanno travagliato la Chiesa cattolica con il pontificato di Jorge Mario Bergoglio.

La perdita di influenza sulle chiese anglicane nel mondo corrisponde, inevitabilmente, anche ad una perdita di influenza geopolitica di enormi proporzioni, la qual cosa non può che essere anche alla base del tentativo di trovare una sponda nella Chiesa cattolica.

Stando alle notizie vaticane, tra gli eventi in programma c’è una visita alla basilica di San Paolo Fuori le Mura. Carlo III parteciperà poi a un ricevimento presso il Pontifical Beda College, un seminario che forma sacerdoti in tutto il Commonwealth, mentre Camilla incontrerà le suore cattoliche dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali che lavorano in tutto il mondo per aiutare a combattere la violenza contro le donne e le ragazze.

Il protocollo – riferisce la Sala Stampa della Santa Sede – ricalca quello delle visite di Stato. Alle 10.45, dopo aver varcato l’Arco delle Campane, i sovrani saranno accolti nel Cortile di San Damaso. Alle 11, nella Biblioteca privata l’udienza con il Papa mentre alle 11.45 si terrano incontri paralleli: la regina Camilla visiterà la Cappella Paolina mentre re Carlo sarà a colloquio in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin. Alle 12.10 la preghiera ecumenica per la cura del Creato, presieduta dal Papa in Cappella Sistina. Terminata la celebrazione, si terrà in Sala Regia l’incontro con le realtà impegnate nella cura della casa comune. Nel pomeriggio alle 14.45 i Reali saranno nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura dove a Re Carlo sarà insignito del titolo di Royal Confrater.

tITOLO DI FRATER

A quanto riferiscono gli organi di stampa vaticani, ecumenismo e cura del creato saranno i due cardini della visita.

La visita di Stato, secondo la volontà di Re Carlo, inizialmente programmata per aprile e posticipata per la morte di Papa Francesco, è anche legata anche al decimo anniversario della Laudato si’.

Carlo III parteciperà poi ad una liturgia che sarà guidata da Papa Leone XIV e dall’arcivescovo di York Stephen Cottrell, in Cappella Sistina, sul tema della cura della casa comune.

Importante per capire quanto potrebbe accadere è anche l’inno che sarà cantato all’inizio.  Il testo è di Sant'Ambrogio di Milano, ma verrà eseguito in una traduzione inglese di San John Henry Newman, anglicano per metà della sua vita e cattolico per l'altra metà. Il prossimo primo novembre, come annunciato da Papa Leone, Newman sarà dichiarato Dottore della Chiesa. In Piazza San Pietro arriverà un’importante delegazione della Chiesa anglicana e lo stesso Re Carlo è stato presente alla canonizzazione del cardinale nel 2019. Ad animare la liturgia ci saranno i cori della Cappella Sistina ed i bambini della Cappella Reale Cappella Reale di St James's Palace di Londra insieme al coro della Cappella di St George nel Castello di Windsor.

Tutta fa pensare ad una sorta di preludio di una ricucitura della scissione voluta da Enrico VIII, con l’addio alla parte della Chiesa anglicana progressista, Lgbtq+ e ordinante donne.

Non è un caso, se si vuole leggere quanto ci trasmettono i simboli, che a concelebrare ci sia l’arcivescovo di York e che si canti l’inno di un santo che è stato per metà della sua vita anglicano, per poi diventare cattolico.

Interessante anche lo scranno intitolato a Re Carlo III

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Particolare dello scranno destinato a Re Carlo

La visita, pertanto, come è possibile arguire, sembra preludere ad eventi che potrebbero condurre la Chiesa Anglicana, o una parte di essa, a riunificarsi con la Chiesa cattolica.

Non va sottovalutato anche il tema dell’ecologia, anche se, a questo punto, appare secondario. L’agenda green è sempre stata adottata da Carlo d’Inghilterra anche prima di essere re ed era l’agenda di Papa Francesco, nonché del globalismo finanziario.

Al termine della preghiera in Cappella Sistina, il Papa e re Carlo raggiungeranno la Sala Regia per un breve incontro sulla cura del creato, insieme a rappresentanti della Curia, imprenditori e persone che si occupano di tematiche ambientali, il Movimento Laudato si’, esperti delle Nazioni Unite.

La visita di Carlo III, a ben guardare programma, simbologie, tempistica, prelude ad una svolta che, nelle sue linee di fondo pare ormai visibile e che andrà seguita passo passo, perché la profonda crisi della politica inglese, la deriva orwelliana del governo laburista, la logica guerrafondaia che ha contraddistinto i rapporti con il conflitto russo ucraino, ora vedono anche allo scoperto la crisi profonda della religiosità anglicana, la qual cosa mina alle fondamenta la radice stessa del Regno di Sua Maestà. Regno che, a sua volta, è attraversato da lacerazioni familiari che non attengono alle cronache del gossip, ma del futuro del Regno Unito.

Tempi duri per la casa di Sassonia-Coburgo-Gotha rinominata Windsor.

La Famiglia

I nove sovrani imparentati con la dinastia Sassonia-Gotha-Coburgo a Windsor per i funerali di Re Edward VII. Da sinistra a destra: King Haakon VII of Norway, Tsar Ferdinand of Bulgaria, King Manuel II of Portugal, Kaiser-König Wilhelm II of the German Empire, King George I of Greece and King Albert I of Belgium. Seated, from left to right: King Alfonso XIII of Spain, King-Emperor George V of the United Kingdom and King Frederick VIII of Denmark.

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