Mentre ci distraggono con i droni, i tedeschi fanno i furboni e comprano gas dal commerciante di energia cinese Unipec, in barba agli impegni della von der Leyen con Donald Trump.
Attenzione: commerciante. La qual cosa significa che vende gas non necessariamente suo.
Alla faccia degli Usa, che vogliono staccare il Vecchio Continente dalla Cina e, in particolare, vogliono ridurre ai minimi termini lo stretto rapporto tra Dragone e Berlino, la Germania si rivolge a Xi Jinping per avere gas per le sue industrie.
La notizia è che l'azienda statale tedesca Sefe ("Securing Energy for Europe", ex Gazprom Germania) ha siglato una collaborazione strategica con il commerciante di energia cinese Unipec in occasione della fiera dell'energia "Gastech" di Milano. L'obiettivo è quello di "formalizzare e approfondire la cooperazione esistente sui mercati internazionali del GNL".
Per capire il giochetto tedesco è necessario fare quattro conti.
La Cina è uno dei principali produttori mondiali di gas naturale, con una produzione che cresce costantemente grazie a investimenti in esplorazione e tecnologie avanzate, ma il Dragone importa una quota significativa per soddisfare la domanda interna.
La Cina si posiziona tra i 5 top produttori mondiali di gas naturale, dietro a giganti come Stati Uniti, Russia, Iran e Qatar. Le sue riserve accertate ammontano a circa 184 trilioni di piedi cubi (equivalenti a circa 22 anni di consumo attuale), posizionandola al 4° posto globale. Nonostante la crescita, il gas copre solo l'8% del mix energetico cinese (dominato dal carbone al 60%), e circa il 58% del consumo futuro dipenderà da importazioni.
La Cina, pertanto, è uno dei principali importatori mondiali di gas naturale, con importazioni totali che nel 2024 hanno raggiunto circa 131,7 milioni di tonnellate, in aumento del 9,9% rispetto all'anno precedente.
Le forniture provengono principalmente da importazioni via gasdotto (pipeline) e come gas naturale liquefatto (LNG). I principali fornitori sono Australia, Qatar, Russia e Turkmenistan, che coprono quasi i tre quarti delle importazioni totali.
In particolare le importazioni dalla Russia sono cresciute del 6% nel 2023, con il gasdotto Power of Siberia 1, che ha raggiunto piena capacità, puntando a 3,7 miliardi di piedi cubici al giorno entro il 2025.
Fatti i famosi quattro conti, è chiaro che la Cina vende gas importato.
I tempi, fa notare il canale Telegram Giubbe Rosse, mettono in evidenza come la Germania non solo si muova indipendentemente dagli accordi della von der Leyen, ormai ridotta ad abbaiare alla luna, assieme a Kaja Kallas, ma in aperto contrasto con le logiche statunitensi.
“Solo poche settimane fa – scrive Giubbe Rosse -, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha promesso al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di acquistare gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti per un valore di 750 miliardi di dollari entro i prossimi tre anni, circa 250 miliardi all'anno. Nel 2024, tuttavia, le importazioni effettive dell'UE sono state solo di 76 miliardi di dollari, meno di un terzo dell'importo previsto. Molti esperti ritengono quindi che la promessa sia poco realistica. Invece, Sefe si sta ora avvicinando alla Cina – e quindi si affida ai rivali di Washington”.
La nuova partnership sino germanica è a lungo termine e include un "accordo di cooperazione commerciale globale". Entrambe le società vogliono raggruppare i loro portafogli di GNL e quindi espandere la loro posizione di mercato nella regione dell'Atlantico e del Pacifico.
“L'accordo – si legge sul sito di SEFE - rappresenta un logico passo avanti nella crescente partnership tra SEFE e UNIPEC e sottolinea la fiducia instaurata attraverso una serie di transazioni di GNL di successo. Sfruttando i punti di forza complementari nei bacini dell'Atlantico e del Pacifico, entrambe le parti mirano a ottimizzare i propri portafogli GNL attuali e futuri, aprendo al contempo la strada a nuove opportunità di crescita. La collaborazione si estenderà a iniziative congiunte nei mercati del carbonio e in altre aree di reciproco interesse strategico, rafforzando ulteriormente l'impegno condiviso di entrambe le parti per la sostenibilità e l'innovazione”.
Frédéric Barnaud, CCO di SEFE, ha dichiarato: "Questo accordo segna una pietra miliare significativa nel rapporto tra SEFE e UNIPEC, trasformando una comprovata esperienza in molteplici transazioni di GNL in una partnership più ampia e lungimirante nei settori GNL, gas naturale, gestione del rischio finanziario, ottimizzazione del portafoglio e mercati del carbonio. Combinando i nostri punti di forza complementari, stiamo migliorando la sicurezza dell'approvvigionamento per i nostri rispettivi clienti e sbloccando sinergie significative". Wang Yuning, Vice Direttore Generale di UNIPEC, da parte sua, ha dichiarato: "Siamo lieti di constatare una collaborazione molto più stretta tra le due parti nell'ultimo anno. UNIPEC e SEFE hanno un potenziale significativo per un'ulteriore cooperazione in diverse aree e regioni. La firma di questo accordo di cooperazione è un'ottima opportunità per portare la nostra futura collaborazione a un nuovo livello".
La cooperazione solleva interrogativi: mentre il Ministero federale dell'Economia classifica l'accordo come puramente commerciale, i critici ricordano errori di calcolo precedenti, come con il gasdotto Nord Stream, il cui potere esplosivo politico è diventato evidente solo in seguito. Inoltre, con legami più stretti con la Cina, alcuni esperti sono sempre più preoccupati che il gas russo ritorni in Europa attraverso le deviazioni cinesi, un pensiero geopoliticamente sensibile. Trump potrebbe minacciare di imporre nuovi dazi contro l'UE se non mantiene la promessa da un miliardo di dollari.
Le attività di SEFE abbracciano l'intera catena del valore energetico, dall'origine e dal trading alla vendita, al trasporto e allo stoccaggio. Grazie alla sua decennale esperienza nel trading e allo sviluppo del business del GNL, SEFE è diventata uno dei principali fornitori di clienti industriali in Europa, con un volume di vendite annuo di 200 TWh di gas ed energia elettrica.
I suoi 50.000 clienti spaziano dalle piccole imprese alle amministrazioni comunali e alle organizzazioni multinazionali.
L'azienda impiega circa 2.000 persone in tutto il mondo ed è di proprietà del Governo Federale Tedesco.
Come s’è detto, SEFE è la rinominazione di Gazprom Germania, ex filiale tedesca del colosso russo del gas naturale Gazprom, fondata nel 1990 e con sede a Berlino. Si trattava di una sussidiaria al 100% di Gazprom, specializzata nella gestione di infrastrutture critiche per la fornitura di gas in Germania, inclusi commercio di energia, trasporto del gas e operazioni di stoccaggio.
Fino al 2022, l'azienda giocava un ruolo chiave nella sicurezza energetica tedesca, operando come intermediario per le forniture di gas russo verso l'Europa. In seguito all'invasione russa dell'Ucraina, Gazprom ha tentato di vendere Gazprom Germania a una società russa (JSC Palmary), in violazione delle norme tedesche. Il governo tedesco ha reagito mettendo l'azienda sotto amministrazione fiduciaria della Bundesnetzagentur (l'autorità federale per le reti) ad aprile 2022, per garantire la sicurezza delle forniture e prevenire un collasso. Nel giugno 2022, è stata rinominata SEFE Securing Energy for Europe GmbH, con l'obiettivo esplicito di diversificare le fonti energetiche e promuovere la de-carbonizzazione. A novembre 2022, il governo federale tedesco ha nazionalizzato completamente l'azienda.







