Scrivere delle magnifiche sorti e progressive dei “Volonterosi”, se non è un omaggio a Starmer e a Macron, è occuparsi di una barzelletta bellica che, tuttavia, da punto di vista politico, è la dichiarazione ennesima che un esercito europeo non c’è e non ci sarà.
La guerra con la Russia è non solo impossibile per gli europei, ma ormai scoperta come alibi per altre manovre di tipo economico, come la riconversione in Germania, al fine di mettere un tappo alla crisi o alle manovre di Macron per gridare all’emergenza e assumere i pieni poteri (vedi articolo di Marco Della Luna su questo stesso numero del giornale). Per Starmer la guerra contro la Russia è il modo di non pensare a Farage e al fatto che i conservatori si stanno alleando con lui, mettendo in atto lo sfratto del fabiano laburista da Downing Street. Gli inglesi hanno individuato strumentalmente in Kiev “il bastione orientale a protezione del continente” (Elia Morelli, Domino, 8/2025). Fiona Hill, con i suoi due passaporti Usa e Uk, predica che “la Russia è in guerra contro di noi”. Il Regno Unito punta a continuare a ricoprire un ruolo cruciale e i “Volonterosi” sono il suo esercito, messo in campo dopo che Boris Jonson ha fatto fallire i negoziati tra Kiev e Mosca nel 2022 e l’intelligence inglese ha messo le sue manine, assieme a quelle di Soros e di Victoria Nuland, nella rivoluzione arancione di Jevromaidan del 2014.
Con il documento Strategic Defence Reviev Londra punta ad affermarsi come nazione pronta al combattimento, ma lo fa abbattendo le appostazioni di bilancio relative allo stato sociale. La crisi nella quale versano il Regno Unito e il suo governo laburista sono plateali, come lo è il riarmo europeo, che avviene comperando armi dagli Usa, così facendo assoggettandosi ancora di più all’alleato di Oltreoceano.
Viktor Orban, con il suo solito accento sferzante, la deriva europea l’ha messa iri in vetrina. “L'élite di Bruxelles - ha affermato - sta spingendo per un indebitamento congiunto per privare le nazioni della loro sovranità e trascinarci verso gli Stati Uniti d'Europa. Vogliono usare la guerra in Ucraina come pretesto per incatenarci tutti finanziariamente. Dobbiamo guardare oltre il campo di battaglia, al futuro dell'Unione stessa: nazioni libere o sottomissione a burocrati non eletti?”.
Punto fondamentale di riflessione quello posto da Orban, dal quale non si può sfuggire.
Così come non si può sfuggire dal fatto che gli Usa non hanno alcuna intenzione di escludere la Russia o di confliggere con Mosca.
Nel silenzio dei media servi occidentali è toccato al Kyiv Indipendent e al Kyiv Post rendere noto che il vicepresidente JD Vance, in un'intervista con One America News Network, pubblicata il 10 settembre, ha detto che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ritiene che la Russia debba essere esclusa dall'economia globale.
La dichiarazione, scrivono i giornali ucraini, giunge mentre, nonostante le ripetute minacce di Trump, la sua amministrazione ha imposto solo sanzioni limitate alla Russia e, in alcuni casi, ha revocato le restrizioni.
"Il presidente – ha detto Vance - è stato molto aperto con gli europei e ai russi, affermando che non vede alcuna ragione per cui dovremmo isolare economicamente la Russia, se non per la continuazione del conflitto" e ha aggiunto che la Russia rimane una potenza nel campo delle risorse.
"Siamo onesti – ha detto Vance - che vi piaccia o no la Russia, che siate d'accordo o meno con le loro argomentazioni di fondo sul conflitto, il fatto è che hanno un sacco di petrolio. Hanno un sacco di gas. Hanno un sacco di ricchezze minerarie."
Secondo il vicepresidente, una volta raggiunto un accordo, Washington potrebbe avere "un rapporto economico molto produttivo" sia con Kiev che con Mosca.
“Le sue dichiarazioni - commenta il Kyiv Indipendent - giungono mentre le proposte di pace di Trump presumibilmente includono la revoca delle sanzioni contro Mosca, suscitando preoccupazioni a Kiev e Bruxelles sul fatto che l'Occidente potrebbe perdere influenza sul Cremlino”.
L'8 settembre, fa notare il Kyiv Indipendent, il Segretario all'Energia degli Stati Uniti, Chris Wright, ha dichiarato che l'Europa deve ridurre gli acquisti di petrolio e gas russi se vuole che Washington inasprisca le sanzioni e spinga Mosca verso negoziati significativi. Ad agosto, Washington ha imposto dazi all'India, uno dei maggiori acquirenti di petrolio della Russia, ma non ha preso provvedimenti più ampi. I funzionari indiani hanno affermato che i dazi non avrebbero bloccato le importazioni di greggio russo.
Il Kyiv Pos pone l’accento sul fatto che Vance ha e affermato che gli Stati Uniti potrebbero cercare di porre fine alla guerra in Ucraina sfruttando le risorse petrolifere russe. Alla domanda se l'allentamento delle sanzioni e l'approfondimento della cooperazione economica con la Russia potessero porre fine alle ostilità, il Kyiv Post fa notare che Vance ha risposto: "È una delle carote che abbiamo lanciato. E [Trump] è stato molto schietto sia con gli europei che con i russi, affermando di non vedere alcun motivo per cui dovremmo isolare economicamente la Russia, se non per la continuazione del conflitto".
Interrogato sullo stato dei negoziati di pace tra Ucraina e Russia, Vance si è detto ottimista sul fatto che si possa giungere a un accordo. "[Trump] – ha detto Vance - sta usando tutti gli strumenti a nostra disposizione come amministrazione per cercare di convincerli a sedersi al tavolo delle trattative. Penso che ora siamo a un punto in cui abbiamo almeno ridotto il campo a un paio di questioni fondamentali".
I “Volontari” possono anche esercitarsi, ma è chiaro che senza l’America potranno solo fare propaganda ad uso e consumo di Starmer e di Macron. Se ne facciano una ragione gli amanti di Buckingham Palace e dell’Eliseo che nel Bel Paese abbondano e sono sempre pronti a esporre i loro servigi.
Nel frattempo la realtà incalza.
Ukrainska pravda scrive che entro la fine del 2025, mancheranno circa 300 miliardi di grivne (6.180.767.317,00 di Euro) per la guerra, ma il governo continua a distribuire denaro agli ucraini.
Da dove viene il nuovo "buco" nel bilancio della difesa e come intende il governo colmarlo? si chiede Ukrainska pravda.
Quasi ogni settimana, il governo di Yulia Svyrydenko prende decisioni per stanziare fondi per nuovi programmi di sostegno: aumento dei finanziamenti per il Cashbach nazionale, sovvenzioni per i piccoli imprenditori, il Pacchetto studenti, finanziamenti pee i centri di resilienza, ecc.
Tale "generosità" delle autorità, sostiene Ukrainska pravda , solleva interrogativi, considerando che entro la fine del 2025 il bilancio potrebbe non avere fondi sufficienti per la cosa più necessaria: la difesa.
Il bilancio 2025 era già stato rivisto a luglio, incrementando i finanziamenti per la difesa di ulteriori 400 miliardi di grivne. Tuttavia, anche allora, il Ministero delle Finanze aveva compreso che tale importo non sarebbe stato sufficiente.
Il bilancio della difesa deve ora essere nuovamente aumentato di altri 300 miliardi di grivne. Queste modifiche sono necessarie per finanziare le spese degli ultimi due mesi dell'anno. Finora, non ci sono fonti per coprire queste esigenze. Perché il governo sta distribuendo denaro e come finanzierà la difesa alla fine dell'anno?
Dall'inizio della guerra, scrive Ukrainska pravda, i partner internazionali hanno fornito all'Ucraina finanziamenti per 144,7 miliardi di dollari, secondo il Ministero delle Finanze. Tuttavia, tali importi senza precedenti presentavano un limite significativo: era vietato spendere denaro per esigenze militari.
Ciò significa che il bilancio dello Stato è in realtà composto da due parti: il bilancio della difesa, finanziato esclusivamente dalle entrate interne (tasse, contributi, proventi delle privatizzazioni, prestiti interni) e il bilancio civile (istruzione, sanità, apparato statale, sistema giudiziario). È su quest'ultimo che il governo spende tutte le risorse esterne che attrae. Tali restrizioni creano un problema: anche quando gli aiuti esteri sono in surplus, l'Ucraina potrebbe non avere i fondi per finanziare le esigenze militari. Questo è esattamente ciò che sta accadendo alle finanze pubbliche ora.
A che gioco giochiamo? I “Volonterosi” possono anche marciare nel circo equestre per sostenere la grande buffonata del riarmo europeo, che serve a garantire i bilanci in crisi di Francia e Germania, ma cosa dicono di quanto avviene in Ucraina e che viene denunciato dai giornali locali?
Prima o poi le buffonate escono allo scoperto.
La conclusione è che la guerra dei “Volonterosi” e dei burosauri di Bruxelles non è contro Mosca, ma contro la politica di Trump o, meglio, degli Usa. Guerra miope e scadente, destinata, peraltro, a fallire, visto anche cosa sta accadendo negli Stati Uniti, dove i conti con i neocon e con i neo colonialisti stanno arrivando alla loro estrema conclusione.








