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Opinioni

L'AUTOCRAZIA E I SUOI COMPLICI

L'AUTOCRAZIA E I SUOI COMPLICI

di Giulio Galetti
 

L'AUTOCRAZIA E I SUOI COMPLICI

Talvolta è sufficiente leggere i piani (pubblici) di un autocrate per prefigurare le sue mosse sullo scacchiere geopolitico.

Il 18 Luglio 1925 Adolf Hitler dà alle stampe il "Mein Kampf" illuminante rassegna del suo pensiero e dei suoi intendimenti espansionistici che prevedevano, l'Anchluss, l'annessione della Polonia e infine il ripristino del Reich allargato all'Europa con un Blitz Krieg reso possibile dalla superiore determinazione del popolo tedesco e dalla tecnologia avanzata espressa dai grandi gruppi metallurgici, motoristici e avionici. Quel piano venne precisamente messo in opera 13 anni dopo, il 14 Marzo 1938 e palesato militarmente il 1° Settembre 1939.

Senza essere un fine analista dell'ISPI o possedere le sterminate conoscenze geopolitiche di Caracciolo, è sufficiente consultare i testi che hanno ispirato Vladimir Putin, in particolare quello di Sergej Karaganov, divulgato nel 1992, fatto proprio da Putin al punto che Il Russkij Mir trova una collocazione ufficiale nella politica russa nel 2007 con la Fondazione omonima istituita dai ministeri russi degli Affari Esteri e dell’Educazione in collaborazione con la Chiesa ortodossa, sotto il diretto patrocinio di Vladimir Putin. L'anno dopo il leader russo invoca una “responsabilità a proteggere” gli osseti del sud contro le autorità georgiane nel e cita il Russkij Mir per la prima volta, sulle reti nazionali russe il 12 Febbraio 2007, come è finita in Georgia lo sappiamo bene.

Esattamente come l'autocrate austriaco che vagheggiava il III Reich, Vladimiro nostro metteva in file i paletti del suo piano espansionistico a lungo termine, come di seguito ipotizzato.

Il ripristino del controllo sui territori appartenuti non tanto all' URSS, quanto alla grande Russia zarista e sovietica, tralasciando senza rimpianto, la lunga parentesi comunista, e riferendosi al potere dello stato assoluto. Il pilastro teorico è dunque il Rusky Mir, il mondo russo, il ritorno della Russia ad una sfera di influenza che comprenda tutti i territori dove abitano russi e russofoni. A partire dall'Ucraina.

Per realizzare il Rusky Mir, Putin nei suoi 25 anni al potere, ha inizialmente raso al suolo Grozny vendicando la cocente sconfitta in Cecenia del 1996. Poi nel 2008 la Georgia, l’Ossezia del Sud, l’Abkhazia, l’annessione della Crimea nel 2014 seguita dalla guerra in Donbass, la Siria, dove ha aiutato Assad a rimanere al suo posto radendo al suolo Aleppo. Infine la decisione di invadere l’Ucraina il 24 febbraio 2022, dando vita al più grande conflitto tra eserciti regolari dalla fine della seconda guerra mondiale, con lo scopo dichiarato di denazificare e occupare un paese a cui non si riconosce una identità nazionale diversa da quella russa.

Come tutti gli autocrati di peso Putin è dedito incessantemente alla repressione del dissenso. Sotto la sua guida la Russia ha progressivamente visto ridursi le libertà democratiche brevemente sperimentate durante l’era di Boris Yeltsin.

La lista di oppositori, oligarchi, giornalisti e attivisti incarcerati, uccisi, esiliati o silenziati è molto lunga al punto che sono necessari 2 post di Facebook per enumerarli tutti (63206 caratteri per post).

Chi ignora questi tratti fondamentali come alcuni maître à penser nostrani, smussa, elide, dimentica, oblitera e compie una operazione palesemente schierata, in supporto all'Autocrazia russa. È una allegra brigata che spazia dal rosso acceso extraparlamentare, per attraversare il M5S e in misura preponderante gli esponenti della Lega più oltranzista arrivando al bruno cupo delle formazioni Forzanuoviste.

 
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