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Opinioni

IL CIGNO NERO, OVVERO UNA IPOTETICA PROFEZIA GEOPOLITICA?

IL CIGNO NERO, OVVERO UNA IPOTETICA PROFEZIA GEOPOLITICA?

di Bruno Chiavazzo

La foto qui riprodotta l'ha scattata mia moglie stamattina a Fano (Marche) di fronte a casa nostra nel Canale Albani che la costeggia. Il cigno nero che placidamente solca le acque del canale rappresenta in generale e in economia, in particolare, un evento inatteso e isolato. Di più, impossibile da prevedere e persino da immaginare. La sua comparsa è, quindi, talmente spiazzante da mettere in discussione i codici interpretativi con cui l'uomo tende a leggere la realtà (ossia la relazione causa-effetto).
Il Cigno Nero scardina, dunque, certezze e pregiudizi, rimodula in qualche modo i punti di riferimento e viene riconosciuto con fatica e spiegato (a volte giustificato), solo a posteriori. Da buon napoletano sono superstizioso nell'accezione di Benedetto Croce (non è vero ma ci credo), ma nel caso del cigno nero la sua apparizione non è da confondersi con la jella. E' semplicemente un fatto inaspettato che può avere ripercussioni positive o negative.
A me la sua vista ha fatto pensare ai recenti avvenimenti in Russia. L'assalto dei terroristi islamici alla sala concerti di Mosca in cui sono morte 150 persone e l'accusa, rivolta da Putin all'Ucraina, agli Usa e la Gran Bretagna di essere i "mandanti" della strage.
Forse il Cigno Nero che mi è apparso stamattina potrebbe rappresentare l'evento inaspettato che mette in crisi le granitiche "certezze" di Putin e dei suoi servizi segreti che, detto per inciso, hanno fatto una figura di palta per come hanno gestito l'intera situazione. Mi chiedo, infatti, come hanno fatto i quattro autori del massacro a seminare poliziotti, agenti segreti e truppe speciali per ore a bordo della loro scassatissima Renault, immortalata già nel centro commerciale dove è avvenuto l'attacco, nel traffico caotico del venerdì sera. Hanno poi imboccato il raccordo anulare di Mosca che è quasi più incasinato di quello di Roma, per poi prendere l'autostrada M3 che porta verso i confini con la Bielorussia e l'Ucraina, senza che nessuno li abbia fermati, nonostante il traffico di notte sia scarso e la rete autostradale russa sia coperta dalla "Pautina" (una sorta di ragnatela digitale), collegata ad un computer centrale in grado di analizzare tutte le immagini instantaneamente. "Un mezzo efficacissimo per la lotta al crimine" l'ha definito il vicecapo della Polizia stradale russa.
Io comincio seriamente a pensare che la Russia sia un gigante dai piedi di argilla. Sono due anni che bombarda in modo efferato l'Ucraina e non ne viene a capo, dopo che lo Zar aveva dichiarato che l'avrebbero occupata in una settimana. In Occidente i putiniani, compresi quelli di casa nostra, continuano a propalare terrore magnificando lo stato dell'economia russa e la sua potenza militare. La mia speranza è che il Cigno Nero si appalesi anche sulle acque della Moscova, davanti al Cremlino, per annunciare l'inaspettata fine del "macellaio" (copyright Joe Biden) Putin e del suo inglorioso regime.
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