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Cronaca

MELONI: "RIBADIAMO LA NOSTRA AVVERSIONE A TUTTI I REGIMI TOTALITARI E AUTORITARI”.

Giorgia Meloni: "Nel giorno in cui l'Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un'Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà".

ANTISEMITISMO, SE È “PROGRESSISTA” È POLITICAMENTE CORRETTO

L’alleanza atlantica (qui non c’entra la Nato, sia chiaro) del fascismo progressista ha dato il meglio di sé anche ieri, con violenze antisemite ormai insopportabili, nelle piazze italiane, frutto dei soliti noti dell’antagonismo politico e nei campus americani.

A Milano, per la manifestazione per il 25 aprile, all'arrivo della Brigata ebraica in piazza Duomo un gruppo di manifestanti pro Palestina ha iniziato con fischi e insulti, con slogan: “Fuori i sionisti dal corteo".

La tensione è aumentata, finché i giovani manifestanti pro Palestina hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza della Brigata ebraica, formato da City Angels.

Ci sono stati alcuni minuti di scontri fisici, in cui sono state scagliate sedie contro i baschi e contro i giornalisti. Tra i bersagli anche il cane di un passante, sollevato da terra per il collare e brandito contro la folla.

In piazza Duomo i manifestanti hanno occupato tutta l'area transennata davanti al palco. La fila più estrema di transenne è rivestita di manifesti che inneggiano alla resistenza palestinese. Anche la statua di Vittorio Emanuele II, al centro della piazza, è stata avvolta da una grande bandiera palestinese, nonostante la tripla fila di transenne posta a difesa del monumento.

Accanto alle bandiere palestinesi, anche quelle delle sigle che hanno aderito alla manifestazione: tra gli altri, Unione sindacale di base, Potere al popolo, collettivo universitario Cambiare rotta.

In piazza anche i centri sociali e le realtà antagoniste, come la rete 'Dax resiste'. 'Netanyahu assassino' e 'Intifada fino alla vittoria' gli slogan che hanno accompagnato l'entrata in piazza, dove è stato esibito un grande striscione: 'Fuori i genocidi dalla storia'. Un altro manifesto usa le parole scelte dalla Brigata ebraica 'Ora e sempre la democrazia si difende', mutandole in 'Ora e sempre la resistenza si difende'. Scontri anche  Roma tra i manifestanti pro Palestina e Brigata Ebraica. Sassi contro i cronisti.

Negli Usa sono arrivate raffiche di arresti nei campus, mentre le proteste pro-palestinesi infiammano le più prestigiose università d'America. Da Columbia a Harvard e Yale, da Berkeley a Princeton, MIT, Stanford e all'Università del Michigan, gli studenti sono scesi in piazza contro la situazione a Gaza, con la polizia ripetutamente chiamata a sgomberare tende e ammanettare gli occupanti.

Non succedeva dal '68, dagli anni bui del Vietnam. Ora si teme un'estate calda, con potenziali ripercussioni sulla convention Dem di Chicago: si svolgerà nella stessa metropoli dove, 56 anni fa, decine di migliaia di manifestanti contro la guerra si scontrarono con le forze dell'ordine, mentre i democratici, senza un candidato forte dopo la rinuncia di Lyndon Johnson, finirono per perdere le elezioni di novembre.

Biden, con un equilibrismo disperato, è entrato nella polemica, cercando di mantenere l'equidistanza tra le parti: "Condanno le proteste antisemite nelle università", ha detto, ma anche "coloro che non capiscono cosa sta succedendo ai palestinesi".

Cerchiobottismo puro.

La Columbia è di nuovo l'epicentro della protesta, proprio come mezzo secolo fa. Molti degli studenti che occupano il campus sono ebrei.

Da oggi, per ragioni di sicurezza, gli studenti che non vorranno recarsi fisicamente in aula potranno seguire le lezioni in remoto fino alla fine del semestre: la decisione ha scandalizzato alcuni genitori, determinati a chiedere il rimborso di parte della retta.

Una cinquantina di studenti di Yale che chiedevano all'ateneo di disinvestire da aziende con legami con Israele sono finiti in manette: subiranno sanzioni disciplinari. A New York oltre 150 della NYU che protestavano nella Gould Plaza hanno fatto la stessa fine. Nelle fasi più calde dell'operazione gli agenti hanno sparato spray al pepe sui manifestanti e a loro volta sono stati presi a bottigliate.

Una ventina di tende sono state innalzate sul campus del MIT.

Per ragioni di sicurezza è stato chiuso agli estranei l'Harvard Yard, dove si trovano aule, biblioteche e dormitori: si entra solo col tesserino che può venir smagnetizzato in caso di sospensione. E' andata così agli occupanti della Columbia, autorizzando in questo modo gli arresti per il reato di ingresso illegale.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a proposito delle proteste contro Israele e contro la guerra a Gaza nei campus universitari americani ha affermato: “Quello che sta accadendo nei campus universitari americani è orribile. Bande antisemite hanno preso il controllo delle principali università. Hanno chiesto l'annientamento di Israele. Hanno attaccato gli studenti ebrei. Hanno attaccato le facoltà ebraiche. Ciò ricorda quello che accadde nelle università tedesche negli anni '30".

Sulla questione è intervenuto anche il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, che su X ha scritto: "Le proteste che si svolgono nei campus universitari americani non sono solo proteste antisemite, ma incitano anche al terrorismo".

SOSTENIBILITA', UN ASPETTO CHE COMINCIA AD INCIDERE NELLE SCELTE

di Mauro j. Barbieri

Negli ultimi tempi, si sta diffondendo sempre più l'interesse per le questioni ambientali all'interno delle famiglie italiane. Questo dato è stato confermato da un'indagine condotta dall'Istituto Eures per conto di ADOC, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udocn e Unione Nazionale Consumatori, secondo la quale 8 italiani su 10 considerano la sostenibilità come un criterio fondamentale nelle loro scelte quotidiane.

L'indagine, che ha coinvolto un campione di 1118 famiglie in tutto il Paese, ha analizzato i comportamenti e le opinioni di tre gruppi diversi: giovani single e coppie senza figli; coppie giovani e adulte con figli; famiglie di anziani. Vediamo i risultati.

Dagli stessi appare evidente che stiamo assistendo alla nascita di una nuova cultura della sostenibilità, soprattutto tra i giovani e le famiglie con figli. Questi gruppi in particolare manifestano una crescente preoccupazione per il futuro del pianeta, considerando la tutela dell'ambiente come una responsabilità collettiva imperativa. Tuttavia, nonostante questa tendenza in forte crescita, il cambiamento culturale verso comportamenti più sostenibili viene ancora ostacolato da diversi fattori.

Tra questi segnaliamo la mancanza di servizi e infrastrutture adeguate, l'insufficiente trasparenza delle informazioni e i costi aggiuntivi che i consumatori devono sostenere per adottare abitudini più ecologiche. La ricerca ha analizzato principalmente cinque aree: gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, sostenibilità alimentare, packaging intelligente e investimenti green. Riguardo alla gestione dei rifiuti, l'89,5% delle famiglie afferma di fare correttamente la differenziazione dei rifiuti, anche se molti segnalano ostacoli come la confusione sugli imballaggi, una gestione del servizio di raccolta inadeguata e la mancanza di infrastrutture adeguate.

Inoltre, per incentivare una corretta gestione dei rifiuti, il 62,4% delle famiglie richiede maggiori vantaggi per chi fa la differenziata. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, il 53,2% delle famiglie al Nord e il 55,9% delle famiglie giovani mostrano interesse verso questo tipo di mobilità. Anche in questo caso ci sono ostacoli strutturali come la mancanza di trasporti pubblici adeguati e l'assenza di incentivi per gli investimenti in veicoli a basso impatto ambientale.

Nel 2022, l'Italia ha registrato uno spreco alimentare medio di 140 kg pro capite, di cui il 76% è dovuto al consumo domestico. Ma ancora una volta gli intervistati hanno evidenziato alcune difficoltà legate ai costi elevati dei prodotti sostenibili. Per quanto riguarda l'ecolabeling, molti italiani (24,2%) non sono a conoscenza del concetto di packaging intelligente.

Come aumentare quindi questa consapevolezza? Tra le proposte avanzate ci sono la riduzione della tassazione sui prodotti con marchio Ecolabel e la realizzazione di campagne informative. L'ultima area analizzata è stata quella della finanza sostenibile: solo il 26,3% degli intervistati si dichiara informato sugli investimenti green. In questo caso le principali sfide riguardano la scarsa promozione da parte delle banche e la mancanza di conoscenza sulle opportunità disponibili.

Come stimolare un maggior interesse? Il 46.1% delle famiglie ha suggerito l'organizzazione di campagne di comunicazione e formazione. Mauro j. barbieri

FAUCI TESTIMONIERÀ "PUBBLICAMENTE" IL 3 GIUGNO

L'ex direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, il dottor Anthony Fauci, sarà chiamato a testimoniare il 3 giugno davanti alla sottocommissione selezionata della Camera sulla pandemia di coronavirus, ha annunciato mercoledì il presidente repubblicano della sottocommissione Brad Wenstrup.

Sarà la prima apparizione pubblica dell'ex direttore del NIAID da quando si è dimesso dalla carica di consigliere medico capo del presidente Joe Biden il 31 dicembre 2022.

Secondo The Hill, Fauci è comparso in due udienze a porte chiuse a gennaio. Si prevede che le trascrizioni delle udienze saranno disponibili prima del 3 giugno.

"Durante l'intervista a porte chiuse del dottor Fauci a gennaio", ha dichiarato Wenstrup, "ha testimoniato di gravi fallimenti sistemici nel nostro sistema sanitario pubblico che meritano ulteriori indagini”.

POLITICO: GLI USA HANNO INVIATO SEGRETAMENTE MISSILI A LUNGO RAGGIO A KIEV

Le Forze armate di Kiev hanno già utilizzato i missili in almeno due occasioni per colpire obiettivi russi

Gli Stati Uniti hanno inviato “segretamente” missili a lungo raggio Atacms all’Ucraina, un mese fa. Lo hanno detto alcuni funzionari Usa anonimi al quotidiano “Politico”, aggiungendo che le Forze armate di Kiev hanno già utilizzato i missili in almeno due occasioni per colpire obiettivi russi.

Secondo le fonti, il trasferimento di sistemi a lungo raggio all’Ucraina è stato approvato “segretamente” nel mese di marzo.

GIORGETTI: “SUPERBONUS UN MOSTRO CHE HA DISTRUTTO LA FINANZA PUBBLICA”

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti è intervenuto in replica, nell’Aula della Camera, alla discussione del Documento di economia e finanza (Def).

Il discorso del ministro ha toccato diversi punti, tra cui i bonus edilizi, che “non sono un elemento nuovo nel nostro ordinamento, hanno contribuito al rinnovamento del patrimonio edilizio e della crescita. Il Superbonus ha creato un mostro, che ha distrutto le condizioni della finanza pubblica in questi anni e nei prossimi a venire”, ha detto Giorgetti.

Il ministro ha richiamato le osservazioni sul mancato finanziamento della sanità, della cultura e della scuola: “Il Superbonus crea un grave dilemma in chi deve prendere le decisioni. Chi ha deciso questo tipo di politica, ha deciso di togliere i soldi a qualcun altro”.

Sul Patto di stabilità approvato ieri, Giorgetti ha così commentato: “È sicuramente un compromesso. Quello che è stato ottenuto è sicuramente un passo in avanti rispetto alle regole di bilancio che sarebbero tornate in vigore nel 2025”.

Secondo il ministro, il governo “ha meritato la fiducia” del popolo, del Parlamentare e dei mercati in un momento complicato.

“L’andamento del tasso di occupazione ha registrato un record assoluto: abbiamo investito sul lavoro e non sul sussidio. Nell’ultima legge di Bilancio abbiamo trovato risorse supplementari per conciliare la natalità con il lavoro: continueremo in questa direzione. Contesto chi ha teorizzato che questo governo ha fatto una politica fiscale contro i redditi bassi, è esattamente il contrario”, ha aggiunto, ribadendo come questo Patto di stabilità e crescita “non risponda ai criteri secondo cui la crescita dipende dal modello lassismo-debito-sussidi. Penso che il modello della crescita passa attraverso sacrificio, investimento e lavoro”.

Il contenuto del Def, per Giorgetti, “è semplicemente realistico e conforme alle richieste della Commissione europea. Abbiamo delle regole non definite, l’attesa in qualche caso è meglio delle incertezza”, ha dichiarato.

IRAN, NUOVA MINACCIA A ISRAELE: "SE CI ATTACCA NON NE RIMARRÀ NIENTE"

Se Israele attaccasse l'Iran, è "improbabile" che rimarrà "qualcosa" dello Stato ebraico.

E' il nuovo monito lanciato dal presidente iraniano, Ebrahim Raisi, durante un intervento all'università di Lahore. Raisi, citato dall'agenzia di stampa Tasnim, si trova da lunedi in Pakistan per una visita ufficiale di tre giorni.

Sottolineando che l'Iran "ha punito il regime sionista per il crimine commesso", ovvero l'attacco al consolato della Repubblica islamica a Damasco, Raisi ha affermato che "se il regime sionista commettesse l'errore di invadere la Terra Santa dell'Iran, la situazione cambierà ed è improbabile che rimarrà qualcosa di questo regime".

Da parte sua il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha bollato le sanzioni varate dall'Unione Europea a seguito dell'attacco iraniano contro Israele come "deplorevoli". "È deplorevole vedere l'Ue decidere rapidamente di applicare ulteriori restrizioni illegali contro l'Iran solo perché l'Iran ha esercitato il proprio diritto all'autodifesa di fronte alla sconsiderata aggressione di Israele", scrive in un commento postato su X. "L'Ue non dovrebbe seguire il consiglio di Washington" di rispondere alle richieste del "criminale regime israeliano".

"È anche deplorevole", prosegue, "che, mentre il regime israeliano continua il suo genocidio contro i palestinesi attraverso diversi crimini di guerra, attacchi missilistici e carestia, la reazione dell'Ue a tali crimini non sia quasi nulla più che parole vuote. L’Ue deve agire in modo responsabile e sanzionare il regime israeliano".

SI DIMETTE IL CAPO DELL'INTELLIGENCE MILITARE DI ISRAELE

In Israele, il capo dell'intelligence militare Aharon Haliva ha rassegnato le dimissioni, per gli errori e le omissioni dei servizi segreti nello sventare l'attacco di Hamas, il 7 ottobre dell'anno scorso. La notizia è stata anticipata dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
"Non abbiamo rispettato il nostro compito. Da allora mi porto dietro quel giorno nero, giorno e notte. Porterò per sempre con me il terribile dolore della guerra", ha scritto in una lettera al capo di Stato maggiore, chiedendo comunque l'istituzione di una commissione d'inchiesta.
Haliva si era già assunto la responsabilità degli errori commessi circa una settimana e mezza dopo lo scoppio della guerra. Nella lettera al tenente generale Herzi Halevi, Haliva non ha specificato in che cosa abbia sbagliato. Non è chiaro quando le dimissioni diverranno operative perché adesso Israele deve trovare un sostituto.

BASILICATA, I DATI REALI CONFERMANO, VINCE IL CENTRO DESTRA

Eligendo uno

 I dati di eligendo sembrano confermare gli exit poll. In Basilicata vince il centro destra, con un distacco di quasi dicei punti.

BASILICATA INSTANT POLL – AVANTI IL CENTRO DESTRA – FD’I PRIMO PARTITO

ISTANT POLL 

Secondo gli Instant Poll commissionati da Telenorba alla società specializzata Yoodata per le Regionali della Basilicata, il governatore uscente, Vito Bardi (centrodestra) è nettamente avanti, con una forbice del 53-57%, seguito da Piero Marrese (centrosinistra) con una forbice del 41-45%, ed Eustachio Follia (Volt) con una forbice dell'1-3%.

I seggi si sono chiusi alle ore 15.

 Fratelli d'Italia, con una "forchetta" di consensi fra il 23 e il 27 per cento, sarebbe il primo partito in Basilicata: è il dato che emerge dall'instant-poll di "Yoodata", commissionato da Telenorba e realizzato con 2.020 interviste a elettori lucani ieri e oggi.
Dopo FdI, vi sarebbero Pd, (fra il 15 e il 19 per cento), M5s (14-18 per cento) e Forza Italia (12-16 per cento). Nel centrodestra, la Lega otterrebbe fra il quattro e l'otto per cento dei voti. Nel centrosinistra, Basilicata Casa Comune sarebbe fra il quattro e il sei per cento.
Volt, il movimento politico europeo che esprimeva il terzo candidato alla alla presidenza della Regione, Eustachio Follia, raccoglierebbe fra l'uno e il tre per cento dei voti. 

IN SPAGNA C’È LA MASSONERIA DEL PSOE

Le recenti divisioni in seno al Grande Oriente d’Italia, riguardanti l’elezione del Gran Maestro, sono nulla rispetto a quanto avviene in Spagna, dove addirittura il Gran Maestro della Gran Loggia di Spagna milita apertamente ne Partito socialista.

Una delle regole della Massoneria è non occuparsi di politica, ma in Spagna, evidentemente questa regola è del tutto disattesa e anzi, si assiste al diretto impegno politico di un Gran Maestro nel Partito socialista, del quale è anche senatore.

Ovviamente questa sovrapposizione ha creato più di una perplessità e c’è chi ha denunciato il fatto, chiedendo le dimissioni del Gran Maestro.

“La Massoneria regolare – si legge sui social spagnoli - si caratterizza, tra l'altro, per non ammettere dibattiti politici e religiosi al suo interno. La Gran Loggia di Spagna è stata e deve continuare ad essere leale con lo Stato e rispettosa dei poteri legittimamente costituiti. Al suo interno dobbiamo saper fare convivere fraternamente, monarchici e repubblicani, membri di tutte le religioni o di nessuna, conservatori e progressisti, di sinistra e di destra, tutti animati dall'amore fraterno. Il Gran Maestro deve rappresentare questa forma di tolleranza e di rispetto delle leggi dello Stato in cui opera la Massoneria Regolare; ognuno di noi può provare a cambiare le leggi, ma la nostra GLE, che è di tutti, non può. Il Gran Maestro, se è un politico, come è il MRH Txema Oleaga, deve saper modulare i suoi interventi per adempiere ai suoi obblighi di membro di un partito o di rappresentante dei cittadini ma anche per rappresentare la pluralità dei Fratelli che compongono la Gran Loggia dalla Spagna. Se deve scegliere, scelga e rinunci a uno dei due grandi privilegi di cui gode: rappresentare un'opzione politica – rispettabile come le altre – o rappresentare i Fratelli della Gran Loggia di Spagna e della Massoneria Regolare. Non è accettabile fotografarsi sotto la bandiera della Seconda Repubblica Spagnola. Non è accettabile che un giornale riceva la fotografia del Gran Maestro in una Grande Assemblea nella quale si riconoscono perfettamente Fratelli che non ne hanno autorizzato la pubblicazione. No, MRH Txema, non è corretto fare propaganda politica a spese del GLE. Non c'è spazio per i mezzitoni o le aree grigie. I cittadini, che non ci conoscono né vogliono conoscerci, non possono dubitare: la Massoneria regolare, la GLE, rispetta le Leggi dello Stato e non ha colore politico. Questo deve essere chiaro, cristallino, senza ombra di dubbio. Sono trascorsi più di due anni dall'elezione di MRH Txema Oleaga a Gran Maestro. Che adempia una volta per tutte al suo impegno di ritirarsi e indire le elezioni, che adempia almeno a uno dei suoi impegni. Non cercare di perpetuarti come un candidato di paglia. Che sia onesto, che dimentichi i trucchi del politico e cerchi il consenso, l'unità, la Fraternità dei Fratelli della GLE invece di perseguire sempre la vittoria sui suoi Fratelli a qualunque costo. Per il bene della Gran Loggia di Spagna e della Massoneria Regolare, il Gran Maestro indichi adesso le elezioni”.

Massoneria ispanica

La fotografia del senatore socialista, nonché Gran Maestro della Gran Logia de España, che tiene una commemorazione della repubblica spagnola, con tanto di bandiera della stessa e con i simboli del Psoe ha destato sconcerto e perplessità.

La Masonería Regular se caracteriza, entre otras cosas, por no permitir en su seno los debates políticos y religiosos. La Gran Logia de España ha sido y debe seguir siendo, leal con el Estado y respetuosa de los poderes legítimamente constituidos. Dentro de ella hemos de saber convivir fraternalmente unos y otros, monárquicos y republicanos, miembros de todas las religiones o de ninguna, conservadores y progresistas, izquierdistas y derechistas, todos animados de amor fraterno. El Gran Maestro debe representar esta forma de tolerancia y de respeto a las leyes del Estado en el que trabaja la Masonería Regular; cada uno de nosotros puede pretender cambiar las leyes, pero nuestra GLE, que es de todos, no. El Gran Maestro, si es político, como lo es el MRH Txema Oleaga, debe saber modular sus intervenciones para cumplir sus obligaciones como militante de un partido o representante de los ciudadanos pero también como para representar a la pluralidad de Hermanos que componen la Gran Logia de España. Si tiene que elegir, que elija y que renuncie a uno de los dos grandes privilegios que disfruta: representar una opción política -tan respetable como las demás- o representar a los Hermanos de la Gran Logia de España y a la Masonería Regular. No es de recibo que se fotografíe bajo la bandera de la II República Española. No es de recibo que se facilite a un periódico una fotografía del Gran Maestro en una Gran Asamblea en la que se reconocen perfectamente a Hermanos que no han autorizado su publicación; no, MRH Txema, no es correcto hacer propaganda política a costa de la GLE. No caben medias tintas ni zonas de grises. Los ciudadanos, que ni nos conocen ni tienen por qué conocernos, no pueden dudar: la masonería regular, la GLE, respeta las Leyes del Estado y no tiene color político. Eso ha de quedar claro, cristalino, sin sombra de duda. Han transcurrido más de dos años desde la elección del MRH Txema Oleaga como Gran Maestro. Que cumpla de una vez su compromiso de retirarse y convocar elecciones, que cumpla por lo menos uno de sus compromisos. Que no pretenda perpetuarse en un candidato de paja. Que sea honesto, que se olvide de las triquiñuelas de un político y que busque el consenso, la unidad, la Fraternidad de los Hermanos de la GLE en vez de perseguir siempre el triunfo sobre sus Hermanos al coste que sea. Por el bien de la Gran Logia de España y de la Masonería Regular, que el Gran Maestro convoque ya elecciones.

NIGER, IL RITIRO DEI MILITARI USA INIZIERÀ NEI PROSSIMI GIORNI

Più di mille militari statunitensi lasceranno il Niger nei prossimi mesi.

Lo riferisce il “New York Times” sulla base di fonti dell’amministrazione del presidente Joe Biden.

Il “ritiro ordinato e responsabile” inizierà “nei prossimi giorni” e il suo completamento richiederà “mesi”. Molti dei militari Usa distaccati in Niger sono di stanza presso la base aerea 201; le truppe sono inattive dal golpe che nel luglio scorso ha deposto il presidente Mohamed Bazoum e insediato la giunta. La decisione del ritiro segue l’annuncio del mese scorso del governo militare di Niamey e i successivi colloqui intercorsi tra le parti, gli ultimi questa settimana, quando, secondo una fonte del dipartimento di Stato, il vicesegretario Kurt Campbell ha detto al primo ministro nigerino, Ali Lamine Zeine, che gli Stati Uniti non sono d’accordo con la svolta del Paese verso la Russia e l’Iran e sull’incapacità di tracciare un percorso per il ritorno alla democrazia.

Il 16 marzo il governo militare del Niger ha interrotto “con effetto immediato” l’accordo di cooperazione militare firmato con gli Stati Uniti nel 2012. L’annuncio è stato letto in un intervento trasmesso dalla televisione nazionale “Rtn” dal colonnello Amadou Abdramane, portavoce della giunta al potere dal colpo di stato dell’anno scorso, chiamata Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp). Abdramane ha spiegato che il governo nigerino “tenendo conto delle aspirazioni e degli interessi del suo popolo” ha deciso “di interrompere con effetto immediato l’accordo relativo allo status delle forze armate degli Stati Uniti” e del personale civile del dipartimento di Difesa Usa nel territorio nigerino. Il portavoce ha definito la presenza militare statunitense “illegale” e in violazione di “tutte le regole costituzionali e democratiche”. Non solo: secondo Niamey è illegittimo e “ingiusto” lo stesso accordo, che sarebbe stato “imposto unilateralmente” dagli Stati Uniti, tramite una “semplice nota verbale”, il 6 luglio 2012.

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