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Politica

VASSELLI: PER UN’EUROPA AUTENTICAMENTE FEDERALE

VASSELLI: PER UN’EUROPA AUTENTICAMENTE FEDERALE

A trarre le conclusioni del convegno su: “Geopolitica, la crisi in Ucraina, i cambiamenti internazionali e le ricadute socio economiche sul nostro Paese”, che si è tenuto giovedi 30 giugno scorso a Roma, in Piazza del Parlamento, Palazzo Theodoli-Bianchelli (Camera dei deputati) è toccato ad Augusto Vasselli, presidente U.L.D.R. , il quale ha esordito ringraziando i  relatori e l’onorevole Troiano per la Sua collaborazione che peraltro ha consentito l’uso della prestigiosa sede istituzionale.

“Abbiamo pensato questo convegno – ha detto Vasselli - non per fare la solita passerella, più o meno accademica, ma per consentire a tutti di fruire di una serie di analisi, che certamente potranno essere utili a ciascuno per avere ulteriori informazioni e soprattutto per aiutarci e consentirci  una visione meno soggettiva possibile. Come ULDR, abbiamo l’abitudine di evitare di assumere atteggiamenti condizionati da pregiudizi ideologici che, purtroppo, non di rado caratterizzano il nostro ambito politico, nel quale i guelfi e ghibellini sono ancora numerosi”.

Vasselli ha poi sottolineato come “non si possa non essere d’accordo sulla necessità di realizzare al più presto un’Europa autenticamente federale, come ha sottolineato nella sua introduzione Francesca Troiano. Un’esigenza ormai indifferibile e non procrastinabile, che dobbiamo per di più alle future generazioni”.

Vasselli, citando il professor Quercia, ha poi ricordato come siamo di fronte a cambiamenti epocali. “Il conflitto Ucraino, seppur poco prevedibile ne è una riprova, peraltro con la sua asimmetria che ci pone di fronte a scenari nuovi, ma che vanno comunque affrontati per quello che sono, orientandoci a questo punto verso le cose possibili. Ci troviamo nuovamente di fronte a un sistema di tipo westfaliano, di guerra tra stati, con Mariupol che ricorda i bombardamenti della seconda guerra mondiale e con la Crimea a ricordare l’ Anschluss (annessione) dell’Austria. E’ la fine di un sogno, quello di un neutralismo mercantilista, con un sistema di welfare piuttosto generoso”.

Negli scenari di guerra, come quello attuale, ha ricordato Vasselli, “interviene sempre l’arma della disinformazione, come ha sottolineato Louis Germani, che appare evidentemente come un attacco ai media delle cosiddette democrazie occidentali, volti ad influenzare le scelte elettorali e cui spesso si accompagna la corruzione strategica di talune élite  e l’attività degli agenti d’influenza. Il tutto accompagnato dal terrore di una svolta nucleare. Probabilmente qualcosa non ha funzionato nel rapporto con la Russia, ritenuta troppo ottimisticamente occidentalizzabile, dopo la fine dell’Unione Sovietica”.

L’avvocato Griscioli, ha aggiunto Vasselli, “ha posto l’accento sulla complessità degli Stati  e delle relazioni fra gli stessi, che riguarda un confronto tra le forze in campo, l’accrescimento delle modalità belliche ibride e non convenzionali, il cambiamento dell’ordine internazionale, sempre meno simmetrico e meno prevedibile, nel cui ambito appaiono nei vari scenari le nuove armi quali quelle batteriologiche, economiche, ideologiche, diplomatiche e  il crescente utilizzo di mercenari non ufficialmente incardinati nelle forze armate ufficiali”.

Il generale Mauro, ha posto l’accento sulla “risposta flessibile”, prevista dalla NATO, che significa “risposta caso per caso”, riguarda una ipotetica guerra nucleare.

“Fortunatamente – ha sottolineato Vasselli -, a quanto ci riferisce il generale non siamo in presenza di un serio pericolo di attacco atomico, che però potrebbe concretizzarsi allorché la Russia si sentisse minacciata”.

Pensando alle conseguenze interne al nostro paese, riguardo una recessione economica ed un crescente impoverimento delle classi medio basse e la progressiva scomparsa del ceto medio,  “come non raccogliere – ha detto Vasselli - la preoccupazione del nostro Giancarlo Cremonesi, che ci ha suggerito, con il suo pragmatismo,  una soluzione possibile e peraltro improntata ad equità, quale il taglio del cuneo fiscale, al fine di migliorare i redditi dei lavoratori dipendenti”.

Solo così gli oltre sei milioni di italiani, che hanno redditi sotto la soglia della povertà, che si trovano ora di fronte agli ulteriori costi dell’energia, alla ripresa inflattiva e ai bassi salari che contraddistinguono il nostro Paese, possono sentire attenuata la loro precarietà e conseguentemente si potrà evitare che a ottobre “il tessuto sociale possa saltare e con esso la pace sociale”.

Marco Palombi, ha detto Vasselli, “ha richiamato alla nostra attenzione le conseguenze dello sganciamento del 1971 del dollaro dall’oro e la conseguente reazione dell’Opec che determinò la crisi petrolifera. Crisi della quale fece le spese l’Europa, che purtroppo rimane ancora dipendente dalle strategie altrui, tra le quali le tre ideologie: la dottrina cinese delle “tre guerre”, la dottrina Monroe americana e quella russa denominata Gherasimov, nata dall’analisi russa delle primavere arabe e delle rivoluzioni colorate e preludente alla guerra attuale in Ucraina”.

Anche alla luce di tutto questo, ha aggiunto Vasselli, “come non accogliere quanto l’ambasciatore Risi ci ha detto riguardo la necessità di ripensare il  Mediterraneo, quindi l’opportunità di spostare a sud il baricentro politico e geostrategico dell’Europa, considerando che il Mare Nostrum è lo snodo fondamentale dei rapporti con l’Africa e il Medio Oriente, che per di piùro rimane uno snodo cruciale dei traffici mondiali”.

“Tutto questo naturalmente – ha voluto sottolineare Vasselli - non deve farci dimenticare la solidarietà, posta alla nostra attenzione da Pierluigi Sabatini, riguardo soprattutto i rifugiati. Come pure la necessità di dare un contributo fattivo finalizzato a fermare la guerra, al quale dovranno essere chiamati coloro che hanno le maggiori forze in campo, sia indirette che dirette,  ossia gli Stati Uniti e la Russia. Va richiamata, altresì, nei confronti di tutti una concreta attività dell’ONU, che nei fatti non riesce a dare un fattivo contributo volto ad ottenere il cessate il fuoco e la conseguente pacificazione”.

Tutto questo, fra le altre cose, quale lo spostamento dei vari baricentri politici, economici e demografici (cosa quest’ultima che non va come spesso accade dimenticata), ci dà comunque una indicazione evidente e indifferibile, quale appunto la necessità di avere una Europa federale, che consenta di superare l’attuale modalità comunitaria, nella quale l’unico soggetto per così dire federale è la BCE, che peraltro è l’unico caso al mondo di banca centrale priva di un soggetto statuale di riferimento.

“Augurandoci pertanto che l’Europa in tal modo possa essere un attore autorevole e quindi cogente e che comunque che una residua saggezza o quanto meno il latente spirito di sopravvivenza possa riportare verso un equilibrio, che tenga contro dei mutati e mutevoli scenari ormai completamente interdipendenti, - ha concluso Vasselli - ringrazio tutti per il significativo apporto dato a questa riflessione collettiva, auspicando soprattutto che abbiano presto fine le immani sofferenze delle popolazioni interessate e la immensa dimensione dei lutti e dei danni, che purtroppo le odierne tecnologie belliche riescono ad arrecare”.

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