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Opinioni

“LA REPUBBLICA” APRE UNA BRECCIA NEL CONFORMISMO BELLICISTA DEI GRANDI MEDIA ITALIANI

“LA REPUBBLICA” APRE UNA BRECCIA NEL CONFORMISMO BELLICISTA DEI GRANDI MEDIA ITALIANI

di Lucio Leante
 
Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato i giorni scorsi un articolone del noto economista americano Jeffrey Sachs in cui scrive che qui in Occidente, siamo bombardati quotidianamente da narrazioni ufficiali e ridicole, per lo più provenienti da Washington. Come ad esempio che la Russia di Putin sarebbe il male assoluto, che la guerra russo-ucraina sarebbe una lotta tra il campo del Bene democratico e il male assoluto autocratico, e che solo la Nato può salvarci.
Scrive Sachs: “Queste dabbenaggini, imbastite all’infinito dal Dipartimento di Stato americano, sono di grande ostacolo alla soluzione dei problemi globali. Ci intrappolano in mentalità sbagliate e persino in guerre che non avrebbero mai dovuto verificarsi e che devono essere fermate con i negoziati piuttosto che con l’escalation. Quando accetteremo la realtà di un mondo multipolare, saremo finalmente in grado di risolvere i problemi che finora ci sono sfuggiti”. Prosegue lo stesso Jeffrey Sachs: “Dopotutto, è stato il tentativo degli Stati Uniti di espandere la Nato, la Georgia e l’Ucraina a scatenare le guerre in Georgia nel 2010 e in Ucraina dal 2014 a oggi”.
E’ per lo meno curioso che queste tesi di Sachs vengano pubblicate su uno dei giornali che hanno partecipato maggiormente proprio alla diffusione della visione unilaterale e semplificatoria che in Italia è divenuta un mantra bellicista (come quello semplicista che “c’è un aggressore e un aggredito e il resto non conta”) dei giornali e giornalisti più conformisti.
Questi ultimi hanno zittito e accusato di putinismo chi cercava di attenersi ai fatti e alla storia del conflitto russo-ucraino (che è cominciato nel 2014 e non nel febbraio 2022) e hanno persino pubblicato elenchi di presunti reprobi “putiniani”. E si sono mostrati incuranti di mettere in atto attacchi continui alla libertà di pensiero e di critica. Il fatto che ora sia proprio il giornale La Repubblica a dare spazio e rilevanza a quelle tesi dissidenti (ritenute legittime negli Usa e non in Italia) è un fatto curioso, ma certamente positivo, da registrare e non sottovalutare.
Potrebbe essere un segnale che a sinistra qualcuno cominci a pensare che il fondamentalismo ultra-atlantista e ultra-americano, che era funzionale alla sinistra al governo, non lo è più oggi quando è all’opposizione di un governo di centro-destra, ultra-atlantista di necessità.
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