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Economia

BREAKDOWN DELL’OCCIDENTE E DISFATTA DI DRAGHI

BREAKDOWN DELL’OCCIDENTE E DISFATTA DI DRAGHI

Si chiama breakdown ed è traducibile con crisi, crollo nervoso, collasso. È la grave patologia che oggi, come direbbe Hillman, “ si incontra nella psiche della politica”.

Roberto Sordello, citato da Hillman, aggiunge che “oggi il paziente che accusa il crollo nervoso è il mondo stesso”, ma va detto che tra gli ammalati della psicopatologia mondiale alcuni sono più gravi e sono giunti oltre il breakdown.

L’Occidente mostra gravi sintomi. Nonostante infermieri e medici (in questo caso la propaganda mainstream) continuino a propalare l’idea di un’Europa più unita e di un asse atlantico rafforzato, la verità, più forte delle bugie paranoidi, dice il contrario.

Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania hanno tenuto un vertice a quattro in videoconferenza per discutere al più alto livello della guerra in Ucraina.

Joe Biden, Boris Johnson, Emmanuel Macron e Olaf Scholtz «hanno convenuto che qualsiasi sforzo diplomatico per risolvere la crisi merita sostegno».

Il presidente del Consiglio Mario Draghi non è stato chiamato a far parte del gruppo ristretto.

Xi Jinping ha tenuto un video vertice con Macron e Scholz. Draghi e Von der Leyen non sono stati invitati.

Biden vuole il blocco del petrolio russo, ma Germania, Olanda, Canada e Regno Unito dicono di no.

Le sanzioni contro la Russia vengono vendute come armi micidiali, ma Germania e Italia bloccano quelle su gas e petrolio.

Quando si tratta di stabilire un possibile mediatore l’Europa viene esclusa.

Nel frattempo, senza che nessuno se ne occupi, la Germania rompe un tabù e si riarma, facendo rinascere la sua posizione geopolitica e non solo economica. Scholz investe 100 miliardi di euro nel riarmo tedesco e decide di spendere per i prossimi anni più del 2 per cento del pil nella difesa. È “il funerale del Merkelismo”, sentenzia Lucio Caracciolo (Limes 2/2022).

Un riarmo della Germania ha aspetti inquietanti e prospetta, comunque, un’Europa ben diversa da quella uscita da Maastricht e che, oggi, è, secondo i parametri psichiatrici, un ammalato grave.

Il crollo, il collasso, il breakdown più esiziale riguarda l’Italia, sottoposta alle cure del Governo Speranza, presieduto da Mario Draghi. Nonostante tutto e contro qualsiasi logica il green pass rimarrà in eterno, perché non serve per la salute, ma per tracciare i cittadini. Nonostante la crisi Draghi è fermo nel voler riformare il catasto e tassare gli italiani. Mattarella già annuncia che dovremo fare sacrifici. Prima c’era il Covid, ora c’è la guerra. Forse, verrebbe da dire, c’è il coniugio esiziale della schiera filo cinese con quella ispirata da Klaus Schwab e dal suo Grande Reset.

Rimane da capire cosa ci faccia la Lega in questo governo ormai chiaramente uguale, se non peggiore, di quello guidato dal perdente Conte. È pur vero che Salvini, dopo aver fallito per inutile protagonismo la vicenda del Colle e dedicandosi a fare spettacolo con i rifugiati ucraini in Polonia, pare aver perso il senso della misura e sia decisamente in breakdown. La Lega è Salvini? Se la domanda la volgiamo verso Forza Italia, è chiaro che qui il breakdown è acclarato, dopo la scelta di Berlusconi su Mattarella, le scelte di Brunetta, gli ondeggiamenti su ogni provvedimento, con il retro pensiero di una maggioranza Ursula, ossia di entrare direttamente in sala elettroshock.

Il paziente più esposto, comunque, è Mario Draghi. Doveva salvare l’Italia, salire al Colle, diventare il successore della Merkel per rifare l’Europa, portare il Bel Paese in rotta atlantica dopo gli sbandamenti cinesi. È finito nella trappola della sinistra democristiana e ora nessuno se lo fila. Breakdown.

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