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Cultura

IL PRIMO “SALVATORE DEL MONDO”, 3.500 ANNI FA

IL PRIMO “SALVATORE DEL MONDO”, 3.500 ANNI FA

di Giorgio Cattaneo
 
Dice la leggenda che l'iranico Zarathuštra Spitāma nacque ridendo, attorno al 1500 avanti Cristo: avrebbe vissuto e predicato tra l'Afghanistan e il Turkmenistan, per annunciare l'inizio della fine delle “buie forze di Arimane”, come le chiamò Montale. Missione: la liberazione del mondo dal dominio “oscuro” della materia. Mandante: il signore celeste Ahura Mazdā, che proprio a Zoroastro avrebbe ispirato la stesura delle gāthā (inni religiosi) contenute nell'Avestā, la composita raccolta di testi su cui poi si sarebbe basato l'antichissimo credo mazdeo. La predicazione di Zarathuštra inaugura la circolazione di forme-pensiero tuttora diffuse, basate sulla drastica separazione tra materiale e immateriale, riflessa dall'inconciliabile opposizione tra Ahura Mazdā (la luce) e Ahriman (la tenebra, dominatrice del mondo terreno).
Le fonti della “missione” di Zarathuštra sono opere, non basate su elementi storici, scritte in lingua persiana. Secondo quei testi, prima della comparsa del profeta iranico gli uomini erano soggiogati da Ahriman; la divinità creatrice decise quindi di inviare sulla Terra un profeta che li guidasse e li salvasse dalla malvagità che avvolgeva il mondo. A Zarathuštra, Ahura Mazdā affidò la “rivelazione”, nell'ambito di un “progetto di salvezza” che la divinità aveva concepito con larghissimo anticipo, “diversi eoni prima”. Lo stesso “angelo custode” di Zarathuštra fu creato da Ahura Mazdā millenni prima della nascita del profeta. Prima di Zarathuštra, Ahura Mazdā aveva affidato una piccola anteprima della “rivelazione” al Primo Uomo (Gayōmard), alla Prima Coppia (Maŝya e Maŝyana) e al Primo Re (Yima).
La tradizione mazdea influirà su diverse successive sorgenti di pensiero, dal platonismo allo gnosticismo, fino a riaffiorare nel medioevo con i Bogomili e i Catari. La stessa teologia giudaico-cristiana veicola l'idea della separazione tra corpo e “spirito”. Secondo il mazdeismo, è Zarathuštra a possedere un ruolo centrale nella “salvezza dell'umanità”. La tradizione gli attribuisce gli eventi prodigiosi che avvolgono la biografia di ogni vero “salvatore”: fin dal concepimento, la madre “fu immersa in una luce sovrannaturale” e le mura della casa “furono incandescenti per tre notti”. Durante la gravidanza, “i demòni del mondo furono presi dal terrore, prevedendo la loro fine”. Il fatidico incontro con la divinità celeste sarebbe avvenuto quando Zoroastro aveva trent'anni: si stava bagnando nelle acque del fiume Amu Darya e, sulle rive, si sarebbe imbattuto in una figura luminosa che si presentò a lui come l'arcangelo Vohū Manah (il Buon Pensiero), che lo avrebbe prelevato e portato in cielo, direttamente al cospetto di Ahura Mazdā. Sarebbe stato il primo di sette incontri “extraterrestri”.
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