Image
Image
Image
Image
Image

Internazionali

Cuba e la "sinistra",  "Chiacchiere e distintivo"

Cuba e la "sinistra", "Chiacchiere e distintivo"


di Vito Schepisi

Nel film “Gli Intoccabili” di Brian De Palma, Al Capone, interpretato da Robert De Niro, negli anni del proibizionismo americano, si scontra con alcuni poliziotti (Kevin Costner, Sean Connery e Andy Garcia) che vogliono incastrarlo in un processo. Ed è qui che, dopo la condanna, il mitico boss italo americano pronuncia una frase che diverrà storica non solo per il cinema, ma per il conio d’un aforisma che racchiude la definizione d’un modo di essere: “Non sei niente, sei solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo!”
Ed è anche la prima espressione che viene fuori, leggendo di Cuba, dei morti, delle torture, delle minacce, degli arresti, della rivolta e della censura nell’isola che fu di Fidel Castro.
E’ l’epilogo d’un mito a metà strada tra la leggenda e la propaganda nell’Isola della rivoluzione contro il Dittatore Cubano Fulgencio Batista, una vittoria nel 1959 che per poco meno di 70 anni è stata il simbolo di tutte le proteste mondiali animate dalla sinistra comunista.
Il solito inganno del sistema della propaganda più efficiente del creato.
Chi sapeva, chi osservava, chi pensava che una rivoluzione dovesse essere libertà e non repressione, a Cuba ha sempre pagato duramente la sua opposizione ed il suo grido di libertà. E ha conosciuto le carceri cubane che sono state considerate tra le più orribili e feroci della Terra.
E ciò che sta accedendo in queste ore a Cuba è allo stesso livello d’orrore della peggiore ferocia nazista.
Ma tutto questo non è mai bastato in passato, né per dubitare nell’osannare Fidel Castro, il grande dittatore scomparso con la giacca militare ed il berretto con la stella rossa, e né per indossare le magliette con l’immagine di Che Guevara sul petto.
(Ogni volta che ho visto qualcuno con indosso la maglietta di Che Guevara ho sempre pensato che questi fosse o persona obnubilata dall’ideologia o poco informata o un semplice cretino, emule d’un conformismo becero e cieco. Ndr.)
“Non sei niente, sei solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo!” e si pensi ai tanti che si riempiono la bocca di diritti, di libertà, di rivoluzione, mettendosi in fila dietro slogan e parole d’ordine. Persone che rinunciano a pensare per credere ciecamente. Irretiti, conformisti, integralisti, massimalisti, fondamentalisti. Chiacchiere e distintivo, appunto.
Si pensi a chi, ad esempio, ancor oggi usa il pietismo verso i migranti per contrasto ideologico e come espediente di lotta contro le altre parti politiche.
Si pensi a chi usa l’accoglienza per demolire il proprio Paese, senza pensare che l’assistenzialismo riduce il livello dei diritti e delle libertà di tutti.
La dignità è nel lavoro che si crea, seguendo regole precise, non nelle medagliette da appuntarsi sul petto
Come in tutte le crisi, lo stato d’emergenza riduce le capacità di soddisfare i bisogni e d’offrire servizi e dignità; cancella, inoltre, le offerte di lavoro, facendone persino aumentare i costi e trascinando nel basso la qualità della vita; comprime, infine, le risorse per vivere dignitosamente.
Chi s’oppone all’accoglienza sconsiderata e senza limiti, in Italia, non lo fa per “razzismo” o per “xenofobia”, ma lo fa perché la democrazia, la legalità, i diritti e le libertà si conquistano tutti insieme con una visibile e ponderata strategia sociale e politica, non con le avventure e con le pressioni ideologiche.
Chi accoglie, inoltre, deve avere consapevolezza delle proprie capacità e, stabilendo finalmente che l’Italia non possa risolvere da sola i problemi di quei popoli in difficoltà, né che l’Africa e molta parte del Medio Oriente possano traferirsi in Europa, deve lavorare per trasformare le ipocrite pressioni europee sull’Italia in un monito alla partecipazione attiva per tutti i paesi della Comunità.
Si deve avere la volontà politica di sostenere quei popoli attraverso interventi economici e strutturali, e bisogna cancellare le traversate che stanno trasformando il Mediterraneo in un Inferno.
Chi pensa d’usare gli immigrati come schiavi, invece, è gente vile che sta commettendo crimini che pagheranno le prossime generazioni.
La repressione a Cuba ci dice che la rivoluzione, come è accaduto in Italia con la Liberazione e la nascita della Repubblica, o è liberale, cioè foriera di diritti e libertà, o ripropone lo stesso regime di prima, con altri soggetti che si sostituiscono a quelli che c’erano

Ti piace questo articolo? Condividilo nel tuo profilo social.

RIFERIMENTI

ngn logo2

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione

Sostienici per dare una libera informazione

Donazione con Bonifico Bancario

TAGS POPOLARI

ISCRIZIONE NEWSLETTER

GDPRInviando questo messaggio accetto il GDPR e il regolamento sulla privacy.

Seleziona la casella per approvare.


 

Ricerca